FERMIAMO ISRAELE – COSE FUORI DAL COMUNE

 

Dedichiamo un’altra volta la rubrica COSE FUORI DAL COMUNE al genocidio palestinese. Ha totalmente ragione la nostra candidata a Sindaca di Ravenna, Marisa Iannucci, a prorompere in un accorato (e allo stesso tempo fermo): «A Ravenna rompiamo il silenzio: Basta complicità con Israele, fermiamo il genocidio in Palestina». Lo riproduciamo integralmente, ricordando il contesto cittadino di quei giorni.

Il 10 ottobre, in risposta ad un invito di due consiglieri comunali ad esporre la bandiera di Israele, avevamo chiesto, come Ravenna in Comune, che fosse piuttosto dato spazio a simboli di pace. Prima ancora che iniziasse il Consiglio Comunale per decisione della Giunta de Pascale comparve la bandiera di Israele. La decisione, non già del Consiglio (che non poté esprimersi), ma del Sindaco, scelse di dare legittimità all’operazione di sterminio del Governo Netanyahu. 

Fu per prima la Casa delle Donne a denunciare l’inaccettabilità di una bandiera di Israele che sventolava da Palazzo Merlato. Per questo ci fu il comunicato di un consigliere che, assurdamente, accusò la Casa delle Donne di comportamento fascista. Replicammo così il 12 ottobre: «La Casa delle Donne ha espresso un punto di vista che, come Ravenna in Comune, condividiamo interamente: “si dimostra di essere capaci di ragionare solo secondo la logica binaria aggredito/aggressore, civiltà/barbarie, amico/nemico. La logica su cui si fonda e si alimenta la guerra invece di impegnarsi a costruire ponti di pace. È inaccettabile perché l’unica cosa da fare è desiderare la pace e cercare con ostinazione una soluzione che non sia quella della forza alla questione israelo-palestinese”. Il fascismo lo si trova nella proposta di un ragionamento di pace o, piuttosto, dove si nega il diritto di esprimere un pensiero diverso da quello guerrafondaio? E stendiamo un velo pietoso sulla confusione che alberga in chi affolla lo stesso comunicato di termini come fascismo e bolscevismo quasi a dimenticare che si tratta di concetti tra loro opposti. La Casa delle Donne ha lanciato la seguente proposta: Venerdì 13 ottobre alle ore 17,30 troviamoci in Piazza del Popolo per la pace. Come Ravenna in Comune condividiamo l’invito e, a nostra volta, invitiamo alla partecipazione. Coerentemente con quanto da tempo detto: sosterremo ogni iniziativa di pace che cerchi di far tacere le armi e non chiami invece pace le azioni che alimentano i conflitti. In ogni caso giunga alla Casa delle Donne la nostra completa solidarietà per le offese vergognose che le sono state rivolte».

Il 13 ottobre mentre manifestavamo davanti al civico 1 di Piazza del Popolo, nessuna bandiera israeliana sventolava più da Palazzo Merlato. In precipitosa retromarcia l’allora Sindaco de Pascale scrisse che si trattava dell’iniziativa di un solo giorno. Uno di troppo.

[Nell’immagine: Marisa Iannucci in Piazza del Popolo durante la manifestazione “L’ultimo giorno di Gaza” il 9 maggio 2025]

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“A Ravenna rompiamo il silenzio: Basta complicità con Israele, fermiamo il genocidio in Palestina”

«Una delibera pilatesca del 2023, che cercava un equilibrio impossibile dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Una bandiera israeliana issata su Palazzo Merlato e poi rimossa, non certo per decisione delle autorità comunali, ma in seguito a una presa di posizione della sinistra ravennate (Partito Comunista, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano) e dopo questo episodio soltanto il silenzio. Il Consiglio Comunale di Ravenna ha taciuto e continua a tacere di fronte al genocidio del popolo palestinese compiuto dalle truppe del criminale internazionale Benjamin Netanyahu.

La delibera del 2023 ripete solo il solito mantra: due popoli e due Stati, la resistenza palestinese equiparata al terrorismo, Israele con il cosiddetto “diritto a difendersi” e lo spettro dell’antisemitismo evocato come scudo contro ogni critica. Peccato che gli accordi di Oslo siano carta straccia per Israele, e che centinaia di migliaia di coloni abbiano illegalmente occupato, e continuino ad occupare, terre destinate ai palestinesi. Il progetto è evidente: l’occupazione integrale di Gaza e la deportazione definitiva della sua popolazione.

Le decine di migliaia di civili uccisi, i bombardamenti indiscriminati, gli ospedali, le scuole e le abitazioni distrutte, i bambini massacrati non hanno nulla a che vedere con la difesa: sono crimini di occupazione coloniale. Nessuno osa opporsi apertamente, nemmeno qui a Ravenna, al governo Netanyahu, il più fedele servitore degli interessi statunitensi. E così, dal nostro porto continuano indisturbati i rapporti commerciali con Israele e l’invio di armamenti verso Tel Aviv.

La coalizione che sostiene la candidatura di Marisa Iannucci a sindaca di Ravenna è radicalmente contraria a questa complicità silenziosa: finché continuerà lo sterminio del popolo palestinese, proporremo e sosterremo il boicottaggio di ogni rapporto commerciale tra Ravenna e Israele, vigilando affinché dal porto non parta più alcuna arma destinata a Tel Aviv. Condanniamo oggi e condanneremo anche dai banchi del prossimo consiglio comunale la vigliacca ipocrisia che pretende di usare gli orrori del passato europeo per giustificare la violenza e lo sterminio di innocenti a Gaza e in tutta la Palestina. Degli orrori passati è responsabile unicamente l’Europa “civilizzata” e “democratica”, non certo il popolo palestinese, che è semita come i suoi carnefici, oggi avanguardia degli interessi imperialisti statunitensi. Fermiamo Israele, fermiamo il genocidio in Palestina».

Marisa Iannucci

Candidata Sindaca per Ravenna in Comune,

Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e

Partito Comunista Italiano

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Marisa Iannucci. “A Ravenna rompiamo il silenzio: Basta complicità con Israele, fermiamo il genocidio in Palestina”

Fonte: Ravenna Web Tv dell’8 maggio 2025

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