Oggi, 9 maggio, si celebra la resa all’Armata Rossa dei nazifascisti sconfitti nella seconda guerra mondiale. Nello stesso giorno si celebra anche la Giornata dell’Europa. Il sito ufficiale della Unione Europea afferma che «ogni anno il 9 maggio celebra la pace e l’unità in Europa».
Mai come oggi l’ideale di un’Unione Europea che abbia la pace come primo dei valori da perseguire appare in disarmo. Quello che era considerato ovvio, ossia il perseguimento di politiche di disarmo e la riconversione dell’industria bellica in industria civile, è stato ribaltato senza vergogna.
Senza nemmeno prendersi la briga di rispettare le blande regole comunitarie, la presidente della commissione UE ha disposto il finanziamento di un enorme piano di riarmo da 800 miliardi di euro, seguendo le indicazioni che le erano venute dall’ex capo della BCE. Fondi internazionali, industrie d’armamento e vertici militari d’ogni risma festeggiano contenti sfregandosi le mani. Le europee e gli europei e, innanzi tutto, le italiane e gli italiani, perderanno anche quei residui di welfare e di servizi pubblici che ancora si sono conservati dalle conquiste dei lavoratori del secolo scorso.
Nella nostra Ravenna troviamo vescovi e sindaci intenti a tagliare nastri di aziende che riconvertono dal settore civile a quello militare. Si tengono manifestazioni per supportare l’invio di armi a Paesi in conflitto armato in aperta violazione dei principi costituzionali su cui si fonda la Repubblica antifascista. Se ne promuovono altre per creare nuovi eserciti affondando l’ideale di un Europa di pace sotto gli scarponi di una difesa targata UE.
Ravenna in Comune non si riconosce in niente di tutto ciò. Abbiamo partecipato e continuiamo a prendere parte ad ogni evento in cui la pace e non la guerra, il disarmo e non il riarmo, sono proposti come obiettivo. Ci sentiamo pienamente rappresentate e rappresentati dalla nostra candidata Sindaca, Marisa Iannucci, che richiede incessantemente di prendere posizione a favore di una Palestina liberata dalle violenze dell’Esercito israeliano e dei cosiddetti “coloni” sionisti. Ci uniamo alle celebrazioni per un’Europa pacificata dalla sconfitta delle armate nazifasciste nelle guerre da loro stesse iniziate, perché solo questo può essere il senso del 9 maggio. Nessuna riabilitazione è possibile per i nazifascisti di ieri e per il loro tentativo di ritirar fuori il muso dalle fogne oggi. Nessuna apertura alla riscrittura della storia. Quella storia da cui vorremmo sempre buttar fuori la guerra. Un obiettivo mai venuto meno che nessuno può confondere con l’opposto obiettivo del riarmo. Il primo è quello della pace; il secondo è quello della guerra. Aderiamo in questo giorno all’iniziativa Gaza Last Day.
Ci piace a questo proposito riportare un passo di estrema attualità della relazione di Enrico Berlinguer al XV Congresso del PCI, il 30 marzo 1979, un periodo molto simile a quello odierno in cui era di attualità il riarmo generalizzato ed il rinnovo dell’allarme per l’impiego di armi nucleari:
«La causa del disarmo è parte integrante e decisiva delle idealità stesse del movimento operaio fin dal suo sorgere. Rinvigorire questa battaglia, farne il centro di una vasta azione di massa è uno dei compiti essenziali di oggi. Essa caratterizza la capacità di ogni forza sociale e politica di corrispondere alla prima e vitale necessità dell’umanità contemporanea. È falso infatti che si possa all’infinito vivere sull’equilibrio del terrore; ed è vero, invece, che già oggi il riarmo condanna il mondo a vivere in una condizione di inumana paura».
La guerra non è qualcosa di lontano da noi, ma è un tema caldo della campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative. Per questo, prima del voto, è bene chiedersi quale sia la posizione di candidate e candidati delle diverse liste e coalizioni. Altrimenti è inutile dire che si è contro la guerra se si vota per farsi rappresentare da chi favorisce il riarmo. Marisa Iannucci, candidata Sindaca per Ravenna in Comune, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo ed il Partito Comunista Italiano, anche in questo rappresenta una certezza: a favore della pace e contro la proliferazione di armamenti. Senza se e senza ma.
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Marisa Iannucci. “A Ravenna rompiamo il silenzio: Basta complicità con Israele, fermiamo il genocidio in Palestina”