Oggi pomeriggio, 29 aprile, un gruppo di volontari e volontarie dell’accoglienza organizza un presidio in Piazza del Popolo, davanti agli uffici della Prefettura, per richiamare l’attenzione sulle carenze dell’accoglienza: “Quando si parla di accoglienza, si parla di persone: in difesa dei diritti”.
Fa seguito alla manifestazione svoltasi il 27 gennaio scorso, sempre davanti alla Prefettura, per rivendicare il rispetto da parte delle cooperative degli obblighi in capo ai soggetti che si aggiudicano gli appalti per la gestione dei CAS. Questi sono i cosiddetti Centri di Accoglienza Straordinaria che dovrebbero servire i bisogni delle persone straniere che hanno richiesto asilo in Italia. Chi partecipava alla manifestazione contestava al più “capiente” tra i gestori il mancato rispetto del capitolato di appalto per quanto riguarda una lunga serie di punti. A distanza di tre mesi le contestazioni sono rimaste le stesse.
Così riporta la convocazione:
“Di seguito alcuni dei problemi più gravi, motivo per cui è stata organizzata la manifestazione del 27 gennaio e per cui torniamo in piazza il 29 aprile:
- Mancanza di medicinali e di visite mediche;
- Mancanza di mediazione linguistica;
- Mancanza di fornitura di pannolini e prodotti per neonati;
- Infestazioni di scarafaggi, topi e cimici da letto nei muri e nei materassi;
- Impossibilità di utilizzare i buoni pasto in supermercati discount;
- Mancanza di insegnamento della lingua italiana;
- Ecc.”.
Conclude l’appello:
“Il 29 aprile scendiamo in Piazza anche per ribadire a gran voce che le persone non sono pacchi, e non possono essere spostate, trasferite, mandate da una parte all’altra dell’Italia come se lo fossero. Le nostre vicine sono radicate al nostro territorio, qui vivono, frequentano chiese, moschee, scuole, corsi e attività, qui hanno una loro rete sociale, qui hanno la speranza di una casa e un futuro, e qui i loro figli crescono e vanno a scuola.
L’accoglienza è un diritto, le loro storie sono storie che devono essere raccontate, ma ancor di più ascoltate, perché quando si parla di accoglienza, si parla di persone con un enorme bagaglio sulle spalle, e molto spesso, il motivo per cui non si sentono sicurɜ a progettare un futuro nel proprio paese di origine, è perché quel paese è stato dilaniato dal nostro colonialismo, che ci permette di continuare a sfruttarli assieme alle relative popolazioni, senza sensi di colpa, da migliaia di km di lontananza, ad esempio acquistando nuova tecnologia con nonchalance, mentre qualcun altro, per il nostro comfort, ci rischia la vita, quando non ci muore. Quello che possiamo fare è smetterla di essere indifferenti, smetterla di comportarci come fosse normale. E lottare a fianco delle nostre sorelle perché trovino ospitalità, serenità e una vita dignitosa nel nostro territorio”.
Ravenna in Comune è solidale con la lotta ed invita la cittadinanza ad unirsi al presidio dalle 15.30.
[fotografia del presidio organizzato il 27 gennaio 2025 davanti alla Prefettura. Da Ravenna & Dintorni]
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Migranti in piazza: «Diritti negati, servizi mancanti e degrado nei Cas»
Sotto accusa una cooperativa sociale: «Chiediamo alla prefettura di far rispettare gli obblighi del capitolato d’appalto»
Fonte: Ravenna & Dintorni del 27 gennaio 2025
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Ciao a tuttɜ, Vorremmo parlarvi di una situazione del nostro territorio che ci fa arrabbiare e ci lascia esterrefattɜ e per cui vi invitiamo a lottare con noi. siamo un gruppo di volontarɜ che è entratɜ a conoscenza di alcune questioni legate alla gestione di alcuni centri di accoglienza da parte della cooperativa sociale Aurora, una cooperativa bolognese che opera nel territorio della provincia di Ravenna (in numerosi comuni). Come volontarɜ abbiamo deciso di stare al fianco dellɜ richiedenti asilo che abitano questi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), cercando di amplificare la loro voce, i loro bisogni e le ingiustizie che subiscono proprio a fianco di casa nostra. Tutto è partito da una manifestazione svoltasi il 27/01/2025 davanti alla Prefettura di Ravenna. È stata una bella manifestazione, raccolta ma partecipata, organizzata in soli tre giorni, poiché nata dall’urgenza. Non a caso, le persone che si sono esposte erano quasi tutte mamme con bimbi piccoli o donne incinte che, sfiancate dalle condizioni di disagio che vivono quotidianamente, hanno chiesto aiuto per far arrivare la loro voce alla Prefettura e alla cittadinanza. Perché alla Prefettura? La cooperativa di cui parliamo è uno dei circa dieci enti gestori che amministrano i centri di accoglienza nella provincia di Ravenna. Tra questi, è sicuramente la più “capiente”, ospitando tra i 300 e i 400 richiedenti asilo dislocatɜ in una trentina di CAS distribuiti in vari comuni del territorio. Gli enti gestori vincono gare d’appalto indette dalla Prefettura per offrire i servizi relativi all’accoglienza dei richiedenti asilo affidati al territorio ravennate. Per la gestione dell’accoglienza, esiste un Capitolato d’Appalto, un contratto che regola i servizi che l’ente gestore deve garantire. Tuttavia, la cooperativa Aurora da anni disattende il Capitolato d’Appalto in moltissimi punti con . Di seguito alcuni dei problemi più gravi, motivo per cui è stata organizzata la manifestazione del 27 gennaio e per cui torniamo in piazza il 29 aprile: ● Mancanza di medicinali e di visite mediche (obbligatorie secondo il capitolato).
● Mancanza di mediazione linguistica (obbligatorie secondo il capitolato).
● Mancanza di fornitura di pannolini e prodotti per neonati (anch’essi regolamentati
minori, ancora non pervenuti..
● Infestazioni di scarafaggi, topi e cimici da letto nei muri e nei materassi. (la disinfestazione in questi casi è obbligatoria secondo il capitolato)
● Erogazione di buoni pasto da 20 euro a settimana, spendibili solo in supermercati non discount (come Conad o Coop). (Davvero 20 euro possono garantire 21 pasti equilibrati , come in teoria prevede il capitolato?)
● Mancanza di insegnamento della lingua italiana.
● … e una lunga serie di altre inadempienze che meriterebbero di essere discusse. Le persone più colpite, sono ovviamente le mamme, in particolare le mamme single, che contando solo sulla diaria settimanale per il cibo (20 euro) e i circa 75 euro mensili che ricevono come pocket money (che in teoria serve a colmare le piccole esigenze quotidiane escluse da quelli che sono i servizi minimi garantiti dal Capitolato) si trovano a dover pagare (spesso non riuscendo): cibo, vestiti, medicinali, visite mediche, pannolini, materiale scolastico, documenti. Siamo stanche di assistere a ingiustizie nel nostro territorio, siamo stanche di assistere a sorelle e fratelli dover lottare, quotidianamente, per standard di vita minimamente dignitosi, per avere accesso a servizi così basilari come assistenza sanitaria o insegnamento della lingua italiana. Ci fa orrore essere parte della macchina che normalizza queste situazioni ogni giorno. Il 29 aprile scendiamo in Piazza anche per ribadire a gran voce che le persone non sono pacchi, e non possono essere spostate, trasferite, mandate da una parte all’altra dell’Italia come se lo fossero. Le nostre vicine sono radicate al nostro territorio, qui vivono, frequentano chiese, moschee, scuole, corsi e attività, qui hanno una loro rete sociale, qui hanno la speranza di una casa e un futuro, e qui i loro figli crescono e vanno a scuola. L’accoglienza è un diritto, le loro storie sono storie che devono essere raccontate, ma ancor di più ascoltate, perché quando si parla di accoglienza, si parla di persone con un enorme bagaglio sulle spalle, e molto spesso, il motivo per cui non si sentono sicurɜ a progettare un futuro nel proprio paese di origine, è perchè quel paese è stato dilaniato dal nostro colonialismo, che ci permette di continuare a sfruttarli assieme alle relative popolazioni, senza sensi di colpa, da migliaia di km di lontananza, ad esempio acquistando nuova tecnologia con nonchalance, mentre qualcun altro, per il nostro comfort, ci rischia la vita, quando non ci muore. Quello che possiamo fare è smetterla di essere indifferenti, smetterla di comportarci come fosse normale. E lottare a fianco delle nostre sorelle perchè trovino ospitalità, serenità e una vita dignitosa nel nostro territorio.
[volantino di indizione del presidio]
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Tornano a manifestare davanti alla Prefettura gli ospiti del Cas: “Mancano sempre medicine e igiene”
La manifestazione fa seguito a quella organizzata tre mesi fa per denunciare le mancanze nella gestione dei Cas