L’ACCOGLIENZA VALE SOLO PER I CROCIERISTI

È previsto concludersi oggi, martedì 22 aprile, nel porto di Ravenna, l’ultimo tratto del viaggio per mare, iniziato a Zawiya, in Libia, di 82 persone fuggite originariamente da Sudan, Eritrea, Etiopia, Ghana, Nigeria e Togo. Zawiya è controllata dalla fazione che ha installato il proprio governo a Tripoli, con cui Meloni adesso, Draghi, prima e via via i governi italiani che si sono susseguiti, trattano e fanno affari. Quella stessa fazione a cui appartiene il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, ricercato come torturatore dalla Corte Penale Internazionale, arrestato in Italia e poi riaccompagnato in tutta fretta a casa con l’onore di un volo di Stato, a spese economiche e della faccia da parte dell’Italia. Quella stessa fazione che riceve finanziamenti e imbarcazioni per contrastare il traffico migranti che, in realtà, organizza. Assieme al traffico di petrolio: infatti proprio a Zawiya c’è un’importante centrale di raffinazione.

Per la nave Life Support di Emergency quella che si conclude oggi è la 31esima missione. Il comandante, Domenico Pugliese, ha spiegato: «Quattro i giorni di navigazione in più per arrivare a Ravenna. Un’inutile sofferenza per i naufraghi». L’imbarcazione sulla quale si trovavano era un gommone sovraffollato e con i tubolari sgonfi, deformato dal peso delle troppe persone a bordo. Salvataggio da un sicuro affondamento, dunque, dopo 14 ore di precaria navigazione. Del resto, secondo il progetto Missing Migrants, sono circa 42mila gli affogati mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna dal 2014 ad oggi.

Quanto a Ravenna, due politici che hanno lasciato la Città per più confortevoli poltrone a Bologna, ne dicono meraviglie. L’Assessore Paglia sottolinea che «Ravenna è terra accogliente e solidale» ed il suo capo, de Pascale, si sbrodola in autoelogi: «Ravenna come sempre è pronta a fare la propria parte con professionalità, umanità e organizzazione. È l’unico anello di una catena che funziona. Ci battiamo perché i flussi migratori si affrontano solo con umanità e con grande serietà e organizzazione».

Non è vero. Abbiamo molte volte denunciato la mancanza di una stabile organizzazione nonostante sia dal 1° gennaio 2022 che il nostro porto viene designato per l’attracco delle navi umanitarie. La Life Support attraccherà alla Fabbrica Vecchia, come era avvenuto anche nel precedente arrivo, mentre altre navi sono state dirottate verso banchine commerciali o al terminal passeggeri. Le persone salvate, che già hanno dovuto aggiungere molti giorni di viaggio a quello compiuto fino alla presa a bordo, una volta sbarcate girovagheranno tra Pala de André, circolo Canottieri alla Standiana (se non saranno fatte rimanere sulla banchina di sbarco) per le operazioni di accoglienza medica e di polizia. La verità è che non si vuole gestire decentemente un numero estremamente contenuto di persone, in larga parte sofferenti per il viaggio e le torture patite, in un porto che vorrebbe accogliere sino a 500.000 croceristi all’anno. La verità è che, come fa il Governo con la condanna ad un lungo ulteriore viaggio sino a Ravenna, anche il centrosinistra locale fa quel che può per rendere difficile la vita ai migranti. Non sappiamo se i crocieristi trovino veramente accogliente la nostra Città o almeno apprezzino lo sforzo: certo il tentativo non viene esteso ai migranti!

Come abbiamo già scritto: «Ravenna in Comune è pienamente consapevole della complessità di quello che viene sbrigativamente chiamato “fenomeno migratorio”. Un’enorme speculazione, economica e politica, si nutre del sangue di chi intraprende un viaggio terribile. La speculazione inizia nel Paese di partenza, continua in quelli di transito e prosegue in quelli di arrivo. Vi è un diffuso interesse a che questo meccanismo si perpetui nella forma attuale. Non si può pensare di risolverlo a Ravenna. Tuttavia non si può nemmeno mantenere in atto quella che è una forma di complicità nel rodato strumento di sfruttamento internazionale. No. Ravenna non è “l’unico anello di una catena che funziona”. È solo un altro anello dell’attuale catena della schiavitù».

Torniamo dunque a chiedere che venga designata una stabile banchina ed una stabile modalità di accoglienza degne di una Città che si autodefinisce “accogliente”. E, comunque, diamo il benvenuto a chi sbarca oggi dalla Life Support.

[nell’immagine: la Life Support di Emergency]

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In arrivo a Ravenna una nave con 82 migranti

Fonte: TGR Emilia-Romagna del 21 aprile 2025

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