Un criptico manifesto del PD, nell’ambito della campagna elettorale per le amministrative di primavera, annuncia: “+10.600 nuovi alberi; Ravenna diventa sempre più verde”. E per sottolineare il concetto colora di verde ogni cosa: dalle piante al praticello sino a pietre, lampioni e bidoni dell’immondizia. Che più greenwashing di così è difficile anche solo immaginarselo.
Si resta in attesa di capire da dove saltino fuori quei 10.600 (e chissà perché poi non 10mila o 11mila?) alberi che il PD sembra promettere per il futuro (o il passato? In fondo al manifesto una linea del tempo parte dal 2021, arriva al 2026 e sembra proseguire). Per ora di chiara c’è solo la volontà di procedere con gli abbattimenti, prima di tutto dell’albero simbolo di Ravenna: il pino. Del resto la linea l’ha chiaramente dettata de Pascale prima di partire per Bologna. «Il pino non è idoneo all’ambito urbano» ha annunciato decretandone la fine. Via i pini da via Maggiore e da tanti altri luoghi, con le più diverse scuse. Perché? Il nostro agronomo dilettante sostiene che «i pini in città possono rappresentare un pericolo».
Come abbiamo già controbattuto «Le affermazioni di de Pascale sono destituite di fondamento scientifico: al contrario di quanto sostiene è proprio il pino domestico, quello presente in via Maggiore a Ravenna, che ne caratterizza il viale alberato di accesso al centro storico per Porta Adriana, ad aver dimostrato di essere uno degli alberi più resilienti alla crisi climatica, in grado di sopportare meglio di altri le condizioni estreme sempre più frequenti anche da noi».
Né è solo Via Maggiore a subire le conseguenze dell’ukaze dell’ex Sindaco. In tutto il Comune gli abbattimenti si susseguono. Riceviamo dal gruppo “Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna”:
«Si approssima la primavera e la stagione balneare, e Lido di Savio rischia di perdere il suo viale storico di bellissimi pini. Il Parco Marittimo, un progetto che, come capita spessissimo, sfrutta i fondi PNRR per fare strage di alberi, prevede infatti che viale Romagna vada liberato dai pini italici che lo adornano da 50 anni».
Nel frattempo l’Amministrazione comunale sta facendo eseguire le cosiddette prove a trazione sui pini (un doppio filare non troppo alto e ben protetto dai grandi palazzi anni 60-70 che si affacciano sul viale), di fatto ignorando le prove VTA prodotte dai cittadini e già acquisite dal Comune stesso, che classificano gli alberi in categoria sicura. Il gruppo sta attendendo dal Tribunale di Ravenna la sentenza del secondo grado di giudizio del ricorso presentato per il danno alla salute conseguente all’abbattimento dei pini.
Ravenna in Comune invita a partecipare alla raccolta fondi lanciata per supportare la resistenza dal basso, l’unica in grado di ostacolare un’Amministrazione in cui anche Attila si sarebbe sentito a disagio. “Dona per la causa legale contro l’abbattimento di pini sani” a questo link: https://gofund.me/75b145e4
Ravenna in Comune chiede il voto della cittadinanza per contrastare le politiche di abbattimento del centrosinistra mal nascoste dietro una mano di greenwashing.
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Comitato per salvare i pini di Lido di Savio e Ravenna non si ferma. Parte una raccolta fondi