DEGRADO POLITICO DI UN’AMMINISTRAZIONE

Siamo nella settimana ferragostana, periodo in cui tutto, il caldo sopra ogni cosa, cospirerebbe per farci “staccare” almeno qualche giorno da quella “patologica” (per qualcuno) e “deprecabile” (per qualcun altro) consuetudine di fornire un pressoché quotidiano punto di vista diverso su quanto accade nel nostro Comune e nel mondo a noi vicino. Non possiamo però fare a meno di reagire al sommarsi di interventi “istituzionali” che credono che “amministrare” equivalga a brandire come una clava il cosiddetto “decoro”, che stupidamente leggono i bisogni solo attraverso le semplificanti lenti del “buono/cattivo”, e pretendono di “risolvere” cancellando “il problema” assieme alle persone, “carne viva”, che lo rappresentano. Il tutto accompagnato da una valanga di commenti, sempre gli stessi, da parte delle stesse persone, di cui, evidentemente, l’Amministrazione cittadina deve avere ormai una paura “folle”.

Ci riferiamo ai “fatti” rappresentati dall’ennesimo assalto all’arma bianca (o, piuttosto, nera) per cancellare l’esperienza dello Spartaco unitamente ad alcuni episodi di presunta lotta al degrado costituiti dalla denuncia di persone che si vorrebbe non esistessero e si fa perciò di tutto per cancellare (pure loro). Eppure esistono persone che hanno necessità di spazi dove vivere, come esistono persone che hanno necessità di spazi dove socializzare. E tutto questo avrebbe a che fare con la natura umana e dovrebbe essere pane per i denti di un’Amministrazione cittadina che ama autodefinirsi progressista. Invece, ma ciò non ci stupisce, l’unica chiave di lettura che conosce è quella repressiva. Non ci stupisce in quanto fummo la sola forza politica rappresentata in Consiglio Comunale a votare contro il nuovo regolamento di polizia urbana che tanto piaceva al centrodestra e al centrosinistra, apologeti della lotta al degrado intesa come lotta a chi è povero di risorse economiche ma non per questo povero di vita.

Riportiamo di seguito i commenti su questi temi di persone e associazioni che consideriamo a noi vicine per sensibilità e obiettivi. Non potendolo più fare dagli scranni del Consiglio Comunale, diamo loro voce dalle nostre pagine, ringraziandoli per il contributo che cercano di dare per fare di Ravenna un posto migliore. Ci vuole un po’ di tempo per leggere tutto: il consiglio è di prenderselo perché aiuta a capire cosa non sta funzionando nel nostro territorio e perché la neonata Giunta Barattoni sta facendo persino peggio di chi l’ha preceduta.

Cominciamo dall’avvocato Andrea Maestri rispetto alla ex Darsena Pop Up, esperienza di riuso in Darsena terminata per fare spazio ad una speculazione immobiliare fallita, dove (riportano i giornali) la polizia municipale ha “scoperto” un «bivacco di nove uomini somali, tutti di età compresa tra i 23 e 56 anni e in possesso di regolare permesso di soggiorno. I soggetti, che stavano dormendo all’interno dell’area, sono stati accompagnati al Comando per essere sottoposti a identificazione e accertamenti. In seguito è scattata la denuncia a piede libero per il reato di invasione di terreni e edifici». Così scrive Maestri in un post sulla propria pagina fb:

«Vi chiedo scusa, cari fratelli somali.

Vi chiedo scusa perché pensavate di arrivare in un Paese più avanzato, civile e accogliente del vostro e invece vi ritrovate a dormire in luoghi di fortuna, in mancanza del necessario sostegno pubblico al vostro diritto fondamentale al riparo, persino nonostante la regolarità del vostro soggiorno.

Vi chiedo scusa perché invece di darvi un tetto, vi hanno deferito come criminali comuni.

Vi chiedo scusa, perché parlano di voi come fonte di “degrado” e come persone che “bivaccano” ma siete, appunto, PERSONE e il degrado sta nelle mancate risposte della nostra comunità ai vostri bisogni primari».

Sullo stesso tema ha scritto una lettera al Sindaco l’associazione Avvocati di Strada:

 «Premesso che l’occupazione abusiva di un suolo configurerebbe un reato (salvo il ricorrere di uno stato di necessità) e che, non conoscendo nello specifico i fatti, non sappiamo se le persone in questione, prima di arrangiarsi presso quell’area, si fossero rivolte al servizio accoglienza del Comune di Ravenna per chiedere aiuto, non possiamo non sottoporle delle riflessioni su quanto accaduto e, in generale, sull’approccio verso queste situazioni, purtroppo frequenti nel territorio locale.

In primo luogo, dobbiamo rilevare che i servizi messi in campo a favore delle persone senza fissa dimora del ravennate appaiono insufficienti rispetto alla reale e attuale portata del fenomeno, che riguarda donne e uomini (stranieri come italiani) impossibilitati – per le più svariate motivazioni personali, spesso molto complesse – a trovare un alloggio dignitoso e di fatto costretti a dormire per strada o in sistemazioni di fortuna; il mese di agosto, poi, è notoriamente critico a causa della chiusura del “dormitorio del Buon Samaritano”, ma anche negli altri periodi (compresi quelli invernali) le liste di attesa per accedere al sistema di accoglienza comunale sono particolarmente lunghe e l’accesso alle strutture è molto difficile. Purtroppo, come sportello seguiamo le posizioni di diverse persone in tali condizioni, in specie due donne ravennati che stanno affrontando da diversi mesi una situazione di emergenza abitativa e per le quali i Servizi Sociali – con grande sforzo – stanno cercando di attuare dei progetti di accoglienza compatibili con le difficili esigenze socio-sanitarie delle interessate.

In secondo luogo, facciamo presente – avendolo appreso direttamente dal contatto con i gestori delle varie strutture – che in particolare il “dormitorio del Buon Samaritano” arrivi spesso ad ospitare fino a 7-8 cittadini stranieri richiedenti asilo, i quali dovrebbero trovare accoglienza presso le strutture gestite dalla Prefettura (Cas) che non riesce ad organizzarne l’ingresso, se non con tempi troppo prolungati; ciò comporta inevitabilmente l’impossibilità di accesso al dormitorio da parte delle (molte) persone che non hanno alcun titolo per entrare nel sistema di accoglienza dei cittadini stranieri e questo “cortocircuito” – che in ogni occasione segnaliamo prontamente alla Prefettura – genera una situazione di emergenza che costringe la gente a trovare alloggi di fortuna, anche per strada.

In terzo luogo, sarebbe stato bello leggere nell’articolo che a seguito dell’intervento delle sei pattuglie, preso atto dello stato di necessità delle nove persone coinvolte (le quali, quasi sicuramente, in questo periodo non avrebbero potuto trovare spazio nell’accoglienza comunale), la questione fosse stata affrontata non solo sotto il profilo della sicurezza, ma anche dal punto di vista sociale, indirizzando gli interessati verso i servizi sociali o le associazioni territoriali per tentare di trovare un rimedio ed evitare il reiterarsi del problema in altre zone della città.

Per concludere, pur ritenendo che – nei limiti della propria competenza – sia compito dell’amministrazione/politica locale affrontare i problemi della sicurezza, non possiamo non segnalare come, nel contempo, sia dovere dello stesso ente attivare tutte le misure di carattere sociale necessarie per scongiurare o, quanto meno, per limitare il verificarsi di situazioni come quella affrontata ieri, comunque tendendo sempre la mano verso chi – molto spesso non per colpa – si ritrovi costretto a vivere per strada; e ci pare di capire che questo approccio ieri, come in altre occasioni passate, sia del tutto mancato».

Quanto allo Spartaco, ne abbiamo già parlato ma le ultime notizie rendono indispensabile ritornare sul tema anche perché si collega strettamente a quello dell’emergenza abitativa per chi è costretto a vivere sulla strada. Ecco il comunicato dell’Assemblea del CSA Spartaco:

«Negli ultimi giorni i quotidiani locali hanno fatto un gran baccano nell’acclamare un presunto sgombero del Centro Sociale Autogestito Spartaco, scatenando a catena l’euforia di politicanti e seguaci che da ormai anni sognano la scomparsa di ogni spazio sociale autogestito, pur dimostrando di non saper riconoscere, dall’alto della loro seggiola elettorale, la differenza terminologica tra sgombero, sfratto, bonifica, scadenza di convenzione. Purtroppo per loro Spartaco non è stato sgomberato, non essendo d’altronde effettivamente occupato. La brutta notizia per noi è invece che, durante lo smantellamento dell’area verde adiacente alla ferrovia, si è consumata l’ennesima prova muscolare delle autorità ai danni di persone in difficoltà. Chi aveva infatti trovato riparo in questa zona a fronte della sempre più acuta crisi abitativa ha trovato le proprie tende distrutte dalle ruspe e i propri possedimenti buttati in mezzo all’immondizia. Ci lascia rammaricate e arrabbiate assistere ancora una volta impotenti alla spirale razzista e classista che si approccia alla vita umana come un ostacolo da spostare, espellere, ricollocare a proprio piacimento, facendo leva sulla debolezza e sulla miseria intrinseca al nostro “ordine sociale”. Non sorprendono quindi parallelamente i comportamenti intimidatori delle forze dell’ordine, presagio di orizzonti non proprio limpidi per il futuro di questo spazio. Senza voler saltare a conclusioni affrettate o creare inutili allarmismi, sappiamo da parte nostra che gli sgomberi avvengono per lo più approfittando dei momenti di debolezza ciclici caratteristici degli spazi autogestiti, come questa torrida estate che ricorda molte altre esperienze analoghe scomparse negli anni passati. D’altra parte la recente escalation repressiva a livello nazionale, culminata con il “decreto sicurezza”, dimostra un ulteriore salto di qualità nel progetto di desertificazione sociale promosso dal ministero dell’interno, di cui conosciamo fin troppo bene le posizioni fasciste, e portata avanti dai rispettivi scagnozzi territoriali quali prefettura e questura. In questo clima di crescente terrore, dove la retorica securitaria sfuma facilmente nella xenofobia e prende forza anche nella scintillante utopia progressista che ravenna vuole raccontare di essere, non abbiamo soluzioni miracolose per questi tempi bui. Ci limitiamo a rinnovare l’invito a tenere testa a questa paura artificiale, a stringerci collettivamente attorno ai sempre più rari presidi di autogestione sul territorio, a riscoprire questi come palestra di partecipazione attiva, mutualismo e confronto politico. Ribadiamo infine la solidarietà incondizionata verso chiunque in questo momento sta pagando le peggiori conseguenze di questo sistema omicida per la sola colpa di essere povero. Pensiamo agli innumerevoli altri sgomberi coatti di persone senza fissa dimora avvenuti qui a Ravenna negli ultimi giorni, come al vecchio sito pop up e in via Tommaso Gulli, e ci auspichiamo che questa semplice solidarietà a parole possa in un futuro prossimo assumere un potere concretamente trasformativo, anche se ciò dovesse precluderci la grazia dei giornalai locali.

Seguiranno aggiornamenti, intanto vi aspettiamo attorno al CSA Spartaco!».

Il comunicato degli Ortisti di Strada:

«L’Orto di Spartaco è una ricchezza di biodiversità, non una giungla da abbattere. L’associazione Ortisti di Strada, che dal 2017 si impegna nello sviluppo di progetti di agricoltura urbana a Ravenna, interviene nel merito della situazione creatasi negli spazi esterni del Centro Sociale Spartaco di via Chiavica Romea, oggetto di recenti polemiche ed interventi da parte delle autorità.

L’intento dell’associazione è quello di sensibilizzare circa l’importanza di avere spazi di biodiversità all’interno dei centri urbani entro i quali può svilupparsi la vita naturale ed attraverso i quali è possibile riconnettersi a se stessi. “Comprendiamo le criticità di quanto sta accadendo negli spazi esterni del centro sociale” – commentano gli Ortisti di Strada – “ma la soluzione non può e non deve essere quella di radere al suolo le aree a verde che qui sono state progettate”.

In particolare, l’associazione fa riferimento alla zona che si trova di fronte al parcheggio dei camper tra il centro sociale e l’ingresso del Parco Teodorico. Spazio realizzato dall’associazione nel 2018 e oggetto di un Patto di Collaborazione col Comune di Ravenna, che negli anni è stato teatro di numerose attività di carattere laboratoriale, sociale, ambientale e artistico.

“Non si tratta di una selva oscura, come da alcuni affermato, ma di uno spazio biodiversificato e progettato secondo criteri funzionali a dare origine ad un ecosistema stabile all’interno del quale vengono valorizzati i differenti strati ecologici (orto, sottobosco, piante da frutto e forestali). La logica è quella del “Terzo Paesaggio”, termine coniato dal paesaggista Gilles Clément, ovvero di un luogo non luogo, una periferia “dimenticata” ma non dimenticata, che continua a vivere ed a svilupparsi anche quando non la osserviamo. Un luogo che deve rimanere intatto nella sua rappresentazione di oasi di pace e connessione sottile con la percezione della vita che cresce”.

Pertanto, secondo l’associazione, le problematiche di carattere sociale che si sono sviluppate attorno a quell’area non possono essere imputate alla presenza di alberi, fiori o di vegetazione solo all’apparenza disorganizzata, che anzi rappresentano una ricchezza per tutta la collettività; quindi la soluzione non può essere la loro demolizione.

Infine, l’associazione invita la cittadinanza a prendere parte alla vita di questo spazio, per divenirne custodi attivi insieme ai volontari di Ortisti di Strada, quindi parte della soluzione. Un invito a sperimentare quella sottile connessione con la vita che cresce e che ci rende consapevoli di essere tutti parte di un grande sistema vivente».

Ecco quanto scritto sul proprio profilo fb da Raffaella Sutter che qui non abbiamo certo bisogno di presentare:

«Ieri ho partecipato all’assemblea del CSA Spartaco (già alcuni giorni fa, su richiesta di alcuni giovani del centro, avevo fatto un sopralluogo per rendermi conto della situazione). Bella e partecipata assemblea che ha analizzato le problematiche attuali e le prospettive future.

Seguo da sempre il Centro Sociale Autogestito Spartaco, prima come dirigente comunale, poi come partecipante a dibattiti ed eventi. Nel 2002 (allora era Assessora alle Politiche Giovanili Lisa Dradi) scrissi il primo progetto per ottenere, ai sensi della L.R.21/96 “Promozione e coordinamento delle politiche rivolte ai giovani”, un finanziamento per la ristrutturazione dell’immobile. Poi nel 2003 predisposi la delibera di Consiglio comunale n.35220/98 del 10/06/2003 “Approvazione modalità di gestione dei centri giovanili Valtorto e via Chiavica Romea” che prevedeva un’iniziale gestione sperimentale del Centro giovanile di via Chiavica Romea, poi denominato Spartaco, in collaborazione con un comitato di gestione composto da giovani, con la finalità di promuovere le capacità aggregative progettuali e gestionali dei giovani. Da allora la concessione dello spazio è sempre stata rinnovata, consentendo la sperimentazione di un laboratorio sociale, culturale e politico che ha visto impegnate diverse generazioni di giovani.

Il CSA Spartaco, nel panorama dei centri sociali autogestiti, è sempre stato un modello unico, in quanto non occupato, ma convenzionato con l’amministrazione comunale. Ovviamente nell’arco di 22 anni ci sono stati alti e bassi, sia nella qualità dell’autogestione che nell’efficacia della cogestione col Comune.

Ultimamente anche il CSA Spartaco, come altre zone della città, è stato coinvolto dalla grave emergenza che coinvolge persone senza dimora (che hanno cercato riparo anche nell’area del CSA) e a cui il Comune per ora non è riuscito a dare una risposta in termini di servizi sociali, per cui anche l’area esterna e limitrofa al CSA è stata oggetto di operazioni repressive di polizia, finalizzate a “sgomberare”.

Purtroppo ad ora l’amministrazione comunale non ha messo in campo un progetto di sicurezza urbana integrata e concertata tra i diversi attori, che consenta convivenza civile e risposte sociali efficaci alle situazioni di marginalità, strumenti indispensabili per garantire legalità e sicurezza per tutti.

Infine devo necessariamente rilevare come gli interventi manutentivi dell’area verde esterna e limitrofa al CSA disposti dal Comune siano devastanti, tanto da sembrare finalizzati, più che all’agibilità del CSA, all’eliminazione totale di qualsiasi possibilità di riparo per persone senza dimora».

Concludiamo con le parole finali di una lunga riflessione di Radio Antipaniko/Andrea Bagnoli (che meriterebbe però una lettura integrale e perciò suggeriamo di seguire sui canali social):

«Quando il posto venne messo a disposizione della cittadinanza, cioè fra il 2001 e il 2003, esso era abbandonato da anni e occupato da senzatetto, che vennero effettivamente sgomberati, per realizzare il “CSA Spartaco”, quindi, fin dalle sue origini, esso ha avuto sempre insite quelle contraddizioni sociali ed etiche, che sono riemerse nel corso dell’ultimo anno.

Detto questo, spero che si trovi una soluzione condivisa, che permetta l’esistenza del “CSA Spartaco” con la sua “Assemblea di Autogestione” e che esso continui ad essere un punto di socialità, inclusività, cultura, intrattenimento, dibattito e azione, naturalmente autogestito e antifascista, sganciato dalle logiche del profitto e dal controllo, sia esso diretto o indiretto, di “partiti/aziende” che dir si voglia».

[nell’immagine: quello che era l’orto sinergico curato dagli ortisti di strada presso il CSA Spartaco prima delle devastazioni “istituzionali” dei giorni scorsi]

#Ravenna #RavennainComune #RadioAntipaniko #CSASpartaco #RaffaellaSutter #AndreaMaestri #Avvocatidistrada

______________________

Bivacchi all’interno dell’ex Darsena Pop Up: nove uomini denunciati

Fonte: RavennaToday del 7 agosto 2025

_________________________

Ravenna, un nuovo sgombero al centro sociale Spartaco – Gallery

Fonte: Corriere Romagna dell’8 agosto 2025

___________________________

Spartaco, il Comune cerca una soluzione per il futuro dell’area: “Nessuno sgombero, solo interventi di ripristino”

Fonte: RavennaToday del 12 agosto 2025

__________________________

ravenna notizie

Staloni (AVS Ravenna): “Gli sgomberi non sono lotta al degrado, ma ai poveri”

Fonte: RavennaNotizie del 12 agosto 2025

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.