Il 2 maggio, pochi giorni dopo la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro ed il giorno dopo la festa di lavoratrici e lavoratori, l’ennesimo infortunio ha colpito un lavoratore a Fornace Zarattini. Durante l’attività una potente esplosione lo ha investito in un capannone di via Maestri del Lavoro. È intervenuto il 118 ed il lavoratore invece di far ritorno alla propria casa è stato portato al Santa Maria delle Croci.
Nella nostra provincia nel 2024 ci sono stati più di 7.000 infortuni sul lavoro in aumento rispetto all’anno precedente e grosso modo nella stessa quantità già vista nel 2022. A conferma che le cose non migliorano. Come già abbiamo avuto modo di dire molte volte l’insicurezza è un portato diretto delle condizioni di lavoro. Più è debole la posizione di lavoratrici e lavoratori, più è alto il livello di precarietà, più aumenta l’irregolarità e più la ricattabilità di chi presta il proprio lavoro contro compenso crea le condizioni ideali perché assuma dei rischi impropri nello svolgimento del proprio lavoro. I padroni continuano a presentare la situazione come se fosse dovuta all’ignoranza delle regole da parte dei lavoratori. Noi diciamo che sono i padroni ad essere direttamente responsabili dei rischi in cui si trovano ad operare i lavoratori.
La sicurezza rappresenta un costo sicuro a fronte dell’incertezza del verificarsi di un danno per il lavoratore. Se poi le conseguenze di aver provocato un danno al lavoratore non ricadono su chi intasca il risultato economico del suo lavoro ma beccano, al massimo, una rotella intermedia, si può star sicuri che la voce sicurezza avrà un peso molto basso nei bilanci aziendali. Un importante contributo verrebbe da controlli certi e frequenti e da conseguenze pesanti di tipo personale non solo nei confronti dei manager ma anche dei veri padroni. Tutto questo però è un sogno.
I processi, quando riescono ad arrivare in fondo, vedono spesso la sanzione applicata nei confronti dei soli colleghi delle vittime. Quanto ai controllori, sono troppo pochi perché la vigilanza costituisca un elemento significativo di deterrenza. Certo le imprese preferiscono incorrere nel rischio di sanzioni per la disapplicazione di norme piuttosto che adattare la produzione ad uno svolgimento delle lavorazioni intrinsecamente sicuro per i lavoratori.
Ravenna in Comune presentò in Consiglio Comunale nel 2018 la proposta di istituire un Osservatorio per la Sicurezza e Legalità nel lavoro. Fu accolta l’anno successivo ma è sempre rimasto solo sulla carta. Come spiegava l’allora nostro capogruppo al termine del mandato da consigliere: «L’osservatorio che avevamo proposto non esiste. La nostra idea prevedeva un osservatorio di natura comunale, ciò significa metter risorse e tempo per coordinarlo per mappare e tenere monitorate le situazioni critiche del nostro territorio. Nulla di ciò che immaginava la nostra proposta è stato fatto».
Ravenna in Comune si presenta alle elezioni del 25 e del 26 maggio prossimi anche per pretendere l’istituzione di quell’Osservatorio che consentirebbe agli organismi di controllo di avere dati aggiornati per effettuare le ispezioni dove più è indispensabile. Non è abbastanza per garantire il lavoro in completa sicurezza, ma è un passo in avanti per ridurre l’insicurezza di chi esce di casa senza sapere se vi tornerà a fine turno. E il centrosinistra, che nel corso di tutta la consigliatura che sta terminando non ha attuato l’ordine del giorno approvato il 19 giugno 2019, è direttamente responsabile di questa insicurezza.
[nella foto di Massimo Fiorentini: il luogo dove l’esplosione ha coinvolto e ferito un lavoratore il 2 maggio 2025 a Fornace Zarattini]
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Esplosione in un’azienda a Fornace Zarattini, ferito un operaio