STOP CADUTE DALL’ALTO NEI CANTIERI PUBBLICI

Ieri un lavoratore è caduto da un ponteggio del cantiere dell’Istituto Tecnico per Geometri “Morigia” ed è finito al Bufalini. In un altro cantiere pubblico, quello per la nuova scuola primaria di Ponte Nuovo, il 25 febbraio scorso c’era stata la caduta dall’alto di un altro lavoratore, anche lui portato al Bufalini. Naturalmente non si cade solo nei cantieri pubblici. Nella tarda mattinata del 28 aprile scorso, in un cantiere di Russi, un lavoratore è precipitato da alcuni metri cadendo dal tetto di una palazzina in costruzione. In questo caso il lavoratore è morto.

Questo per dire che lavoratori che non tornano a casa dopo una caduta dall’alto non sono una rarità.

La caduta dall’alto è considerata il caso di maggior frequenza di esito mortale nei cosiddetti infortuni sul lavoro in edilizia. Non c’è solo l’edilizia, naturalmente: attività manutentive, operazioni portuali, magazzinaggio… Sono tantissime le fattispecie lavorative interessate da questo rischio. E proprio perché il lavoro in quota è una condizione ritenuta pericolosa sono obbligatori presidi anticaduta. Secondo Gianpiero Mancini, direttore del Servizio prevenzione e sicurezza in ambienti di lavoro di Ravenna dell’Ausl Romagna: «Il livello di adesione alle norme è ovviamente variegato e le maggiori criticità le osserviamo nei cantieri edili che hanno durata limitata, varia provenienza geografica dei lavoratori e lavorazioni molto diversificate. In tutti questi casi il miglioramento è meno percepibile e vi sono eventi, come le cadute dall’alto, che si potrebbero prevenire usando le normali precauzioni di cantiere».

In altre parole, le cadute dall’alto avvengono con frequenza inaccettabile in quanto prevedibili sia le occasioni di rischio che le misure per azzerarle. In buona sostanza: i lavoratori cadono ma non è nell’ordine delle cose da accettare come normali, le norme per impedirlo ci sono ma sono trascurate perché il profitto viene prima. Ancora più inaccettabile è il fatto che le stesse “regole” di prevalenza del profitto sulla sicurezza di lavoratrici e lavoratori si applichino anche ai cantieri per opere pubbliche. Le scuole sono le nostre e quindi chi commissiona un lavoro lo fa per conto nostro. E noi non vogliamo che le “regole” del profitto prevalgano su quelle della tutela della salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori. Che siamo poi sempre noi o, comunque, alcuni/e di noi.

Sono sicuramente molti i livelli su cui agire perché non ci si faccia male durante il lavoro. Come Ravenna in Comune li abbiamo elencati più volte: soprattutto il sistema dei controlli andrebbe rafforzato. Il precedente Sindaco aveva però riconosciuto che anche a livello di appalti si dovevano adottare modifiche: «È chiaro che qualcosa sui criteri di gara vada cambiato». Il nuovo Sindaco ha appena delegato un politico di lungo corso, già nella Giunta Matteucci e poi nella prima di de Pascale, ad Assessore ai lavori pubblici: Massimo Cameliani. Si tratta di un avvocato giuslavorista e, quindi, una figura professionalmente attrezzata perché siano adottati cambiamenti nelle gare comunali tali da porre rimedio alle storture che portano i cantieri pubblici a trattare chi vi lavora come fanno i padroni nei cantieri privati. Lo aspettiamo alla prova dei fatti.

[nella foto di Massimo Argnani: il cantiere dove il lavoratore è precipitato]

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Ravenna, cade dal ponteggio del cantiere: è grave

Fonte: Corriere Romagna del 17 giugno 2025

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