C’E’ UNA RAVENNA CHE ODIA LA DIVERSITA’

Come Ravenna in Comune non ci esprimiamo sulle scelte della maggioranza di centrosinistra riguardo la Giunta che amministrerà Ravenna durante il mandato che inizia ora. Non possiamo che essere prevenute e prevenuti dopo aver avuto abbondanti prove nei precedenti mandati di cosa significhi, in realtà, partecipare ad una Giunta a guida PD. Lo abbiamo visto dall’opposizione, ma lo abbiamo visto chiaramente: di fatto c’è una sola voce in capitolo e quella voce è espressa dal Sindaco. Gli altri e le altre si devono adeguare e che appartengano allo stesso PD o ad una lista coalizzata, poco cambia. Certo nessun significato è da attribuire a pietose storielle come i pensierini in libertà usciti in campagna elettorale, da parte di liste di centrosinistra che pur hanno eletto consigliere e visto nominare assessore, del tipo “si deve uscire urgentemente dall’economia delle fonti fossili” (AVS) o “basta alla troppa cementificazione, bisogna offrire spazi di aggregazione alle persone non ai supermercati e ai centri commerciali” (5S). Chi ci ha creduto tenga occhi e orecchie aperti e non si stupisca se la Ravenna a guida Barattoni si farà un baffo di queste ed altre storielle.

Sulle individualità che compongono la Giunta, sulla possibilità che, almeno in qualche occasione, vi sia la capacità di distinguersi dal gregge, di rivelarsi (a dispetto della maggioranza) buoni/e amministratori/trici… staremo a vedere. Non abbiamo mai mancato di riconoscere le (rare) posizioni condivisibili espresse dalle precedenti Amministrazioni e non verremo meno all’onestà politica anche in questo quinquennio. Senza eccessive illusioni, naturalmente. Ben sappiamo che non vi è autonomia politica da parte dei singoli assessorati, così come le consigliere e i consiglieri devono usare un bilancino di precisione anche solo per esprimere un’astensione, figurarsi un voto contrario! Staremo a vedere, comunque.

Quello che non stiamo a vedere e, anzi, denunciamo immediatamente, è la vergognosa, per quanto non imprevista, serie di commenti pubblici che hanno seguito la nomina ad assessora di Hiba Alif. Età, genere, origini familiari? Un po’ di tutto con quel nome che non figura spesso all’anagrafe comunale a far da catalizzatore. Certo non possiamo fingere di stupircene. Non più tardi di sabato scorso, in occasione dell’entrata in porto della nave umanitaria Solidaire, avevamo scritto: «Ravenna è immersa nel razzismo fino alle orecchie, l’intolleranza, la paura della diversità, la vera e propria xenofobia stanno sia nel centrodestra che nel centrosinistra». Sui social gli insulti sono stati abbondanti. Su questo non possiamo essere tolleranti. Nella nostra comunità ci sono posizioni che non hanno dignità di espressione in quanto violano i principi costituzionali alla base della nostra convivenza democratica. Riconoscerne l’esistenza, a dispetto di chi sollecitamente li nega (“non è razzismo ma la cittadinanza è stufa” e altre amenità del genere) è il primo indispensabile passo per affrontare il problema. Negarlo o nasconderlo sotto il tappeto o, ancor peggio, far finta di niente perché porta via dei voti, è estremamente pericoloso. Così come, del resto, è sbagliato non affrontare ciò che comporta una società culturalmente ricca specie quando intervengono ghettizzazioni, marginalizzazioni o vere e proprie discriminazioni. O non riconoscere che differenti abitudini o modi di vivere non sempre si armonizzano da soli nel menefreghismo della sfera pubblica.

Ravenna in Comune ha scelto consapevolmente di mettere il sale in questa ferita tutt’altro che superficiale della nostra collettività ravennate durante la campagna elettorale. Abbiamo per la prima volta indicato quale candidata Sindaca una persona che non nascondeva gli elementi di appartenenza, nella sfera privata della religiosità, ad una comunità diversa da quella considerata tradizionale in Italia: la ravennate Marisa Iannucci. L’indossare il velo ha attirato una violenza verbale di dimensioni inaccettabili per un Comune che si vanta in tutte le feste civili comandate del ripudio di quel fascismo intriso di razzismo e di intolleranza sconfitto nella lotta di Resistenza. Ne abbiamo sperimentato un’esistenza trasversale, certo non patrimonio della sola destra più becera, ma ampiamente presente sia in aree dell’elettorato che guarda al centrodestra che in territori che si orientano verso il centrosinistra. E persino in persone che si autodefiniscono di sinistra. Chiediamo al nuovo Sindaco di dedicare attenzione alla necessità che questa ferita venga rimarginata e, prima ancora, compresa come ferita. È un lavoro importante, fondamentale, che non si esaurirà certo nel prossimo quinquennio ma che, lasciato a sé, rischia di diventare ingestibile per il futuro della nostra collettività. Su questo può contare sulla nostra collaborazione come su quella di ogni cittadina e cittadino che abbia a cuore lo spirito dell’articolo 3 della nostra Costituzione senza sofisticare di residenze o passaporti.

Ravenna in Comune manifesta tutta la solidarietà a Hiba Alif e le augura buon lavoro nelle importanti materie di sua competenza.

#RavennainComune #Ravenna #Costituzione #antifascismo

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Solidarietà all’assessora Hiba Alif: nessuno spazio all’odio, alla discriminazione e al razzismo

Fonte: RavennaWebTv del 16 giugno 2025

3 comments to “C’E’ UNA RAVENNA CHE ODIA LA DIVERSITA’”
  1. Sono perfettamente d’accordo, da sempre.
    Siamo un’unica famiglia umana ed io sono una cittadina del pianeta, temporaneamente in cammino a Ravenna, ma anche altrove….

  2. Sono perfettamente d’accordo, da sempre.
    Siamo un’unica famiglia umana ed io sono una cittadina del pianeta, temporaneamente in cammino a Ravenna, ma anche altrove….

  3. Sono perfettamente d’accordo, da sempre.
    Siamo un’unica famiglia umana ed io sono una cittadina del pianeta, temporaneamente in cammino a Ravenna, ma anche altrove….

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