
Auguri di buone feste a tutte e tutti. Quest’anno, anche quest’anno, i nostri auguri si formulano mentre sono in corso guerre, eccidi, stragi, massacri e violenze. Dalla Palestina al Sudan, dalla Siria allo Yemen, dal Donbass al Congo, dal Myanmar al Sahel, è difficile stare dietro a tutto quanto accade nel mondo a beneficio principale, benché non esclusivo, di chi lucra sulla vendita di armamenti.
È allora una buona notizia, che tinge i nostri auguri di speranza, il fatto che sia stato respinto il dissequestro di oltre 14 tonnellate di componenti metalliche, circa 800 pezzi, che dovevano servire per la costruzione di cannoni per veicoli da combattimento. La spedizione doveva avvenire dal porto di Ravenna con destinatario la Imi System, azienda militare israeliana che è parte di Elbit Systems, un colosso degli armamenti di quel Paese che è anche uno dei maggiori appaltatori nel settore difesa dello Stato sionista. Tra gli armamenti impiegati a Gaza dall’Esercito israeliano prodotti dal gruppo Elbit System figurano: i droni UAV Skylark ed Hermes, le bombe da 500 libbre MPR 500, i proiettili da artiglieria da 120 e da 155 mm e molti altri sistemi e tecnologie di armi. In poche parole il Tribunale di Ravenna ha bloccato un carico d’armi che sarebbe servito all’Esercito israeliano per le operazioni militari condotte contro i civili, donne e bambini in particolar modo, a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Siria, oltre che per gli atti di terrorismo compiuti in giro per il mondo.
È una goccia nel mare. Soltanto una goccia, come rivelano i portuali (Linda Maggiori, «Ravenna, sequestrato materiale militare. Era diretto in Israele senza licenza», Il Manifesto del 27 marzo 2025): «Abbiamo a che fare tutti i giorni con tantissimi container – spiega un portuale – Ci accorgiamo degli armamenti solo se abbiamo una soffiata o se sono ben visibili. Ma se sono pezzi smontati chiusi dentro ai container non è facile sapere di che si tratta. Non credo che questo sia l’unico né l’ultimo carico di armi di passaggio nel porto di Ravenna».
Però questa volta almeno le armi non sono partite. Gli auguri di Ravenna in Comune sono che si arresti la produzione e l’invio di armi e armamenti da Ravenna. E perché la speranza che si realizzi da solo l’auspicio potrebbe rimanere a livello di speranza, chiediamo alle Istituzioni, alla magistratura, ai portuali e alla cittadinanza tutta di contribuire a che ciò accada. Solo così, nel pensiero di un nuovo inizio, queste potranno essere veramente delle buone feste. Da parte nostra c’è l’impegno che il nostro rientro in Consiglio Comunale dopo le elezioni di maggio serva anche a questo.
#RavennainComune #Ravenna #IannucciSindaca #amministrative2025 #armi #porto
__________________________
![]()
Parti di armi bloccate al porto: “Sono componenti di cannoni. Sapeva cosa e per chi esportava”
L’ordinanza con cui il Riesame ha respinto la richiesta di dissequestro da parte di un 57enne imprenditore
