IL RAZZISMO NON CI FERMERA’ – COSE FUORI DAL COMUNE

«Gli immigranti rendono migliore il nostro Paese? Forse qualcuno. Ma noi non possiamo essere la discarica del resto del pianeta. L’America dovrebbe restare chiusa per chi proviene dal terzo mondo. Anche l’immigrazione legale è un problema. Lui è un parassita a New York e dovrebbe venire espulso». Queste frasi le ha pronunciate lo scorso luglio Charlie Kirk riferendosi a Zohran Mamdani, il vincitore delle primarie dei democratici di New York per le elezioni a Sindaco della Città che si terranno il prossimo 4 novembre. Due mesi dopo Charlie Kirk è stato assassinato ed ora è la bandiera santificata della destra più becera. Meloni ha scritto di quel razzista: «chi vive di odio e intimidazioni non sarà mai come Charlie Kirk, perché non conosce il valore del dialogo, del confronto e della democrazia. Essere accostata a lui è motivo di orgoglio». Figurarsi!

Zohran Mamdani è diventato cittadino USA nel 2018. È nato in Uganda 33 anni fa ed è cresciuto in Sud Africa prima di emigrare legalmente negli Stati Uniti con la sua famiglia. È musulmano e nel programma della sua campagna elettorale trovano posto il congelamento dei canoni di affitto, la gratuità del trasporto pubblico, l’introduzione di supermercati in proprietà pubblica per la vendita di articoli di prima necessità, la fissazione del salario minimo a 30 dollari l’ora (attualmente a New York è a 16 dollari). Ah, quasi dimenticavamo: ha promesso di cessare gli investimenti dell’Amministrazione cittadina in obbligazioni israeliane: «Non possiamo finanziare chi viola il diritto internazionale». E sostiene BDS, il movimento che a livello internazionale sostiene il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni per fermare l’oppressione israeliana nei confronti dei palestinesi. Il suo principale avversario è Andrew Cuomo, figlio di un governatore dello Stato di New York (1983-1994) e pure lui governatore dello stesso Stato (2010-2021), fino alle dimissioni a seguito di pesantissime accuse di molestie sessuali. Cuomo partecipa alle elezioni come indipendente dopo essere stato pesantemente sconfitto alle primarie democratiche ed è sostenuto dal potere economico, finanziario ed anche da parte dell’establishment democratico, compreso l’attuale Sindaco democratico Eric Adams. Adams non parteciperà alle elezioni sotto il peso delle incriminazioni per diversi reati federali: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, frode e finanziamenti elettorali illeciti da parte di cittadini stranieri.  

Cuomo e Adams lanciano continui attacchi razzisti e islamofobi contro Mamdani. Adams ha detto di sostenere Cuomo «per combattere gli estremisti islamici che bruciano le chiese». Cuomo ha detto che Mamdani è un «sostenitore del terrorismo». I repubblicani considerano uno scandalo che un «jihadista partecipi all’elezione a sindaco di New York», per cui, sotto sotto, sostengono Cuomo. Offese, insulti, ondate d’odio e suprematismo in dosi massicce hanno caratterizzato una campagna elettorale in cui il credo religioso di Mamdani e il suo orientamento antiliberista sono stati giornalmente presi di mira. Trump ha più volte minacciato il “comunista” Mamdani di arresto e di deportazione.

Poche ore fa in un’intensa conferenza stampa convocata davanti all’Islamic Cultural Center of the Bronx in New York, Mamdani ha denunciato l’islamofobia dilagante:

«La domanda è se siamo disposti a dire addio al sentimento anti-musulmano che è diventato così endemico nella nostra città che, quando lo sentiamo, non sappiamo se le parole siano state pronunciate da un repubblicano o da un democratico: sappiamo solo che sono state pronunciate in quella che è la normalità del linguaggio politico di questa città. In un’epoca in cui i valori bipartisan sono in continua diminuzione, sembra che l’islamofobia sia emersa come uno dei più potenti ambiti di accordo».

«Vietare l’islam e la macellazione halal»; «Cos’è Islam? È un travestimento di carnevale o è vero?»; «Quando inseriamo in programma elettorale la lapidazione per chi è senza velo?»; «Evviva l’Islam per i pedofili che finalmente potranno avere vergini di nove anni»; «Avete la faccia come il culo…e dall’Islam nessuna lezione di diritto e civiltà»; «Le scuole, crocifissi, natale, pasqua per noi sono sacri per loro no, c’è solo il corano. Allora mi permetto di dire: state a casa vostra e questo non significa essere razzisti»; «Biglietto di solo andata»; «A Ravenna manca solo un sindaco e filoislamico e la porcheria è al completo».

Questi commenti, invece, sono tutta roba di casa nostra. Sono solo alcune, prese tra le meno offensive, delle frasi che hanno accompagnato la decisione dell’Assemblea di Ravenna in Comune di candidare a Sindaca di Ravenna Marisa Iannucci, docente, scrittrice, impegnata nell’associazionismo, laica, ma anche professante la religione musulmana. Non è stata eletta ma da sola la sua candidatura ha avuto più preferenze delle quattro liste che la sostenevano, tra cui la nostra, superando lo sbarramento del 3%. Ravenna in Comune è orgogliosa di aver candidato nei suoi dieci anni di esistenza solo donne per il ruolo di vertice dell’Amministrazione cittadina. Due donne laiche, competenti, adeguate al compito e con una storia alle spalle di cui siamo onorate e onorati di essere riuscite/i a far parte. La prima è stata Raffaella Sutter, eletta consigliera nel 2016; la seconda è stata Marisa Iannucci, che ha mancato di un soffio lo stesso traguardo quest’anno. È importante il fatto che sia musulmana? Marisa la vede così: «Viviamo in un paese laico in cui ognuno può professare qualunque o nessun culto. La religione è un fatto privato, ed è solo una parte della nostra cultura, di ciò che ci definisce».

Per Ravenna in Comune il laicismo è un valore fondante. Ma pensiamo anche che non ci sia contraddizione tra una postura laica in quella che è la dimensione politica e la professione di una religione nella sfera del privato. Ravenna in Comune è contenta di aver potuto proporre alle ultime elezioni la candidatura di una donna che, alle qualità possedute da Marisa, ha aggiunto il fatto di essere la prima candidata musulmana a sindaca di Ravenna. Non sappiamo ancora se le alte percentuali di gradimento che i sondaggi assegnano a Mamdani si tradurranno in una sua vittoria elettorale a New York il 4 novembre. Quello che sappiamo è che a Ravenna abbiamo fatto la cosa giusta candidando Marisa alle ultime elezioni. Il razzismo islamofobo, come anche le altre forme di odio discriminante, trasversale tra le parti politiche a Ravenna come a New York, non ci ha fermato e non ci fermerà.

p.s. Se Mamdani venisse eletto sarebbe una grave sconfitta dell’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), la potentissima Lobby pro-israele che condiziona pesantemente la vita politica USA. A proposito: ovviamente Mamdani è per la Palestina libera e non lo nasconde!

[Nell’immagine: una copertina del Jerusalem Post che vorrebbe essere di critica a Zohar Mamdani…]

#RavennainComune #Ravenna #razzismo #islamofobia #marisaiannucci

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Backing Israel was considered mandatory for New York politicians. Then came Zohran Mamdani

Fonte: Associated Press del 23 ottobre 2025

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