
La Giunta Barattoni, attraverso la voce dell’Assessora Impellizzeri (PD già Coraggiosa), ha ribadito la definitività della decisione di una girandola di spostamenti nelle scuole del centro storico: «spostare le classi primarie del Mordani alla Novello e spostare le 15 classi della scuola secondaria di primo grado Damiano al Mordani». Perde dunque di significato la promessa della stessa Assessora di «un percorso di ascolto e confronto coi dirigenti, le famiglie, gli insegnanti». Se la decisione è già presa, del resto, viene svuotato il senso stesso del confronto. Come Ravenna in Comune abbiamo già criticato questo approccio che cerca di mascherare l’arroganza del potere dietro il mite volto di un’assessora che promette il dialogo sul nulla.
La scuola primaria Mordani è l’unica scuola pubblica entro le mura del centro storico. Sino ad una decina di anni fa aveva tre classi prime e c’era la fila tra le famiglie fuori stradario per accedere alla possibilità di iscrivere i propri figli. Oggi, rivela l’Assessora, «la scuola primaria non è riuscita a fare la classe prima, nonostante per stradario i numeri ci fossero perché ci sono ben 47 bambini che avrebbero potuto portare alla formazione di due classi prime». Eppure l’Assessora insiste a dire che «La decisione dei “trasferimenti” è legata al fatto che la città sta vivendo un importante calo demografico che inevitabilmente sta incidendo sul numero di bambini e bambine che si iscrivono alle scuole primarie e che questo comporta una riorganizzazione della rete scolastica del centro storico». Qual è la verità?
Con la chiusura di Piazza Kennedy l’accesso al Mordani è diventato estremamente problematico. Viene da ridere pensando che solo ora l’Amministrazione faccia finta di accorgersene e l’Assessora parli della «necessità di facilitare il raggiungimento della scuola per i ragazzi e le ragazze che frequenteranno e frequentano la scuola, ma su questo siamo già al lavoro con gli uffici tecnici della viabilità». E non è stato l’unico problema che ha dovuto affrontare il Mordani. L’impossibilità di garantire il tempo pieno per carenze nella struttura (la mensa in particolare) non affrontate dal Comune ha evidentemente aggravato la situazione. Nonostante tutto questo la comunità educante del Mordani rivendica che: «Dagli anni ’90 il nostro istituto ha intrapreso e sviluppato un cammino di educazione alla cittadinanza attraverso i valori della Costituzione secondo il principio della inclusione, ricerc-azione e del valore della storia». Ma non è né cieca né sorda rispetto a quanto accaduto. Dice Andrea Serri referente di plesso, per la comunità educante della scuola Filippo Mordani dell’Ics G. Novello di Ravenna:
«La difficoltà a raggiungere il Mordani, la mancanza di trasporto adeguato in prossimità del plesso, la mancanza di pass temporanei ZTL, che permettano di accedere e raggiungere più facilmente la scuola, l’assenza di contestuali politiche istituzionali, sono a nostro avviso fra le complessità maggiormente responsabili di questa flessione.
A queste si aggiungono un mancato piano di adeguato miglioramento della struttura scolastica, la difficoltà delle famiglie a vivere in centro città per i costi elevati, la precarietà per le giovani generazioni e la conseguente denatalità, nonché politiche culturali e sociali che hanno da una parte facilitato giustamente alcune istanze della comunità, a discapito però di altre, in termini di accoglienza sul piano della socialità del centro storico.
Questo ha generato nel tempo anche una forma di pregiudizio culturale che ha visto la nostra scuola poco appetibile da molte famiglie della città, con approccio di giudizi sempre più lontani da azioni di inclusione e integrazione che rispondono invece per noi docenti, alle richieste della complessità delle nostre società».
E poi, giustamente, mette il dito nella piaga, ossia scopre l’altarino degli interessi economici dietro l’operazione: «ciò che emerge chiaramente è l’indebolimento della scuola pubblica del centro storico, mentre al contempo si rafforzeranno le due scuole paritarie che continueranno legittimamente il loro cammino». Due scuole private (paritarie) cattoliche si avvantaggeranno proprio dell’ulteriore indebolimento della Mordani per accrescere la loro appetibilità verso chi preferisce (e può permettersi) il privato. Come già nella sanità viene consapevolmente avvantaggiato il privato a scapito del pubblico proprio da parte di chi, a parole, dice di volerlo difendere.
Ciò che emerge chiaramente è la volontà di questa Amministrazione di centrosinistra di trasformare il centro storico in una vetrina per turisti affossando la possibilità di abitarlo. A partire dalla scuola. Trasferire la primaria Mordani in un edificio dove non c’è mensa né un cortile, di fronte ad una piazza dove perfino la sosta temporanea è vietata, salvo pochissimi stalli, in convivenza con bambini e ragazzi di età ed esigenze molto diverse tra loro, significa consapevolmente spegnere la possibilità che il prossimo anno “ripartano” le prime. Facile infatti prevedere un ulteriore calo nelle iscrizioni. E condannare all’estinzione la primaria significa del resto creare le condizioni per la successiva estinzione delle secondarie di primo grado. Le scuole sono uno dei servizi più importanti per una comunità e senza scuole non c’è comunità. C’è solo una serie di vetrine, alcune delle quali, peraltro, spente.
Come Ravenna in Comune lo abbiamo già detto. «I segretari provinciali del partito democratico, rivestita la fascia tricolore da sindaco, credono di poter decidere a loro piacimento del destino della Città senza curarsi di cosa ne pensi la cittadinanza. I Greci andavano apposta a teatro per veder castigata l’arroganza del potere. Ci aspettiamo a breve che accada lo stesso con gli arroganti di casa nostra costretti a repentina retromarcia. E soprattutto che, almeno questa volta, la lezione serva a qualcosa e si arrendano alla necessità di amministrare attraverso il confronto con la popolazione». Invece di spostare il Mordani la Giunta dovrebbe finalmente avviare un confronto autentico per rimuovere quelle condizioni che hanno indebolito negli anni la posizione del Mordani. Quel che è certo è che trasferire il Mordani alla Guido Novello equivale a cancellare le prospettive che il centro storico resti un luogo dove abitare. Come Ravenna in Comune restiamo a fianco della popolazione che resiste a questo ennesimo atto di prepotenza.
[Fotografia di Angelo Palmieri diffusa dal Fondo Ambiente Italiano per promuovere la visita all’edificio scolastico in occasione delle giornate FAI d’Autunno dell’11 e 12 ottobre scorsi]
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Lettera della Comunità educante della Mordani al Sindaco: “Non ci rassegniamo a questa decisione”
