IL CALCIO MACCHIATO DAL GENOCIDIO

Il mese scorso Ravenna in Comune ha proposto di protestare contro la decisione di far giocare normalmente, nonostante quanto compiuto da Israele a Gaza e in Cisgiordania, le due partite con la nazionale Italiana valevoli per le qualificazioni ai Mondiali di calcio. Ricordiamo le associazioni, partiti, gruppi e cittadine e cittadini che hanno promosso congiuntamente la protesta:

Ravenna in Comune, Uisp Ravenna e Lugo, Partito Comunista Italiano di Ravenna, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista, Coordinamento Ravenna per la Palestina, Collettivo La Comune, Resistenza Popolare, Associazione di Amicizia Italia Cuba – Circolo ravennate “Vilma Espin Guillois”, Italia Nostra Ravenna, RITI – Rete Interculturale Temi Immigrazione, Magazzino Art Gaze, Per il Clima – Fuori dal Fossile – Coordinamento di Ravenna, Andrea Maestri, Marisa Iannucci, Cesare Sama, Paolo Secci, Gabriele Tagliati, Gabriele Abrotini, Giovanna Montanari, Giuseppe “Pippo” Tadolini, Giuliana Liverani, Mauro Savorani, Claudio Pagnani, Francesca Santarella, Eugenio Conti, Gianfranco Santini, Aurora Cuppone, Rita Lugaresi, Alessandra Carini, Marina Mannucci, Alessandro Bongarzone, Maria Rossini, Giorgio Turchetti, Rita Taroni, Giorgio Gatta. 

In occasione della partita di andata abbiamo tenuto il 4 settembre una conferenza stampa aperta davanti allo stadio di Ravenna. Nel giorno in cui verrà giocato il ritorno partecipiamo idealmente al corteo organizzato a Udine per contestare lo svolgimento della partita nello stadio di quella città.

In questi giorni assistiamo a una evidente manipolazione della verità. C’è un accordo per una tregua a beneficio della sofferente popolazione di Gaza e uno scambio di persone catturate e detenute da Hamas e altre formazioni palestinesi il 7 ottobre 2023 con altre catturate e detenute da Israele precedentemente e successivamente a tale data. Questo accordo viene spacciato come un piano di pace decisivo per la risoluzione del problema israelo-palestinese. In questo fumoso pseudo-piano di pace redatto da Trump (che è colui che più di tutti ha fornito armi e sostegno tecnico e politico ad Israele) e da Netanyahu (responsabile con il suo governo del genocidio palestinese) non si parla di Palestina, dei diritti del popolo palestinese e men che meno di risarcimenti alle vittime e di uno stato palestinese.

Ci troviamo di fronte a centinaia di migliaia di morti, alla Striscia interamente distrutta, e al genocidio causato dal governo teocratico di Netanyahu (che vuole quelle terre perché “così dice la Bibbia e perché questa è la volontà di Dio”) con l’appoggio degli Stati Uniti. Tutta questa vergogna la si vorrebbe ora cancellare grazie al potere dei soldi e facendo finta che nulla, in fondo, sia accaduto. Come se tutta la storia avesse avuto inizio poco più di due anni fa, da un attacco terroristico compiuto il 7 ottobre 2023. Dimenticando un’occupazione della Palestina iniziata già dai primi anni del secolo scorso da coloni ebrei che hanno da subito cacciato “in nome di Dio” dalle loro terre coloro che prima vi abitavano. Odio chiama odio, violenza chiama violenza, ingiustizia chiama ingiustizia. Trasformare, a vantaggio delle multinazionali dell’edilizia, la striscia di Gaza in una “Gaza Beach”, senza riconoscere dignità al popolo palestinese e senza riconoscere lo stato di Palestina (come era stato concordato con gli accordi di Oslo del 1993) non farà che creare altre tragedie e altre violenze. Violenze come quelle che costarono la vita a Rabin, ucciso proprio dal fanatismo del sionismo religioso oggi al potere a Tel Aviv.

Ravenna in Comune invita a protestare contro tutto ciò non guardando la partita di calcio maschile che si intende disputare il 14 ottobre fra Italia e Israele.

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La follia di Italia-Israele in una Udine blindata: stadio semi-deserto, il Mossad al seguito e il piano contro le proteste

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 7 ottobre 2025

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