ENERGIA PER RAVENNA

Stiamo aspettando l’arrivo in Commissione e Consiglio del progetto per realizzare, al largo delle nostre coste, un mix di solare, eolico ed idrogeno. Il solare è rappresentato da un’isola artificiale galleggiante coperta da pannelli fotovoltaici. L’eolico si basa su 65 turbine eoliche su torri innalzate dai fondali. E poi c’è l’idrogeno, quello “verde”, prodotto tramite elettrolisi dell’H20 con energia generata da fonti rinnovabili (non quello “blu” ottenuto usando fonti fossili). Come abbiamo detto più volte manteniamo un approccio positivo verso un progetto che non è un modellino pensato solo come per il “greenwashing” (com’è stato finora, ad esempio, quando si è tirato fuori un solo prototipo per ricavare energia dal moto ondoso). In questo caso si tratta, invece, di una realizzazione in grado di imprimere una vera e propria svolta verso la transizione energetica incentrata sulle rinnovabili. Ed anche di garantire un domani a Ravenna come distretto energetico del futuro.

Nel complesso, sarebbero 620 megawatt di capacità installata a regime tra eolico e fotovoltaico galleggiante: 65 turbine da 8 megawatt dislocate tra le due aree (15 nella prima parte, il parco Romagna 1, e le restanti 50 nella seconda area, il parco Romagna 2), alle quali si affiancherebbe il parco solare flottante da 100 megawatt. In totale, l’elettricità prodotta annualmente da eolico e solare dovrebbe ammontare a 1,5 terawattora annui, sufficienti a coprire il fabbisogno di più di 500mila famiglie. Inoltre l’idrogeno: circa 4mila tonnellate di idrogeno verde l’anno, pari al consumo di più di 2mila hydrobus al giorno. O, almeno, questo è quanto risulta dalla presentazione del progetto intervenuta a fine febbraio, dopo il “lancio” della scorsa estate.

Ora, dopo l’anticipazione, aspettiamo di vedere le carte per una valutazione complessiva. Proprio in quanto “ideologicamente” favorevoli, siamo particolarmente interessati agli aspetti della sua sostenibilità economica. Il costo è rilevante infatti: superiore al miliardo di euro. E non risulta che il gruppo ENI, partner di Qint’x, sia intenzionato a finanziarlo. Si parla infatti da parte di Agnes (la società veicolo del progetto) di una ricerca di finanziamento mediante investitori privati (tipo fondi) ancora da reperire. E poi c’è l’aspetto dei tempi: i lavori non inizierebbero prima di 3 anni. Ed altri elementi da definire. Come l’effettiva capacità produttiva delle pale eoliche, ancora basata su stime da verificare sul campo. E l’identificazione del luogo di svolgimento del processo di produzione dell’idrogeno ancora da definire (a Piangipane o su una piattaforma dismessa: non è una differenza da poco). Ecc.

Sul fronte investimenti, invece, ENI ha affermato di voler finanziare con risorse autonome il “più grande deposito di CO2 al mondo” (come lo definì Descalzi) per il quale le ultime versioni del Recovery Plan del governo Conti 2 avevano eliminato la destinazione dei fondi europei inizialmente allocata per più di un miliardo di euro. La decisione di dove mettere i soldi rende ancora una volta chiaro dove si collochino gli interessi di ENI per il presente e per il futuro, al di là dei racconti su una ipotetica e lontana transizione energetica.

Giovedì è uscita su Ravenna & Dintorni una lunga intervista con il Sindaco di Ravenna in cui parla di tante cose, tra cui di energie, ribadendo il proprio “sì” ad ENI sulle estrazioni di gas e sulla realizzazione della discarica di CO2, e blindando questa cosa come precondizione in tema di patti e alleanze in vista delle elezioni amministrative (dopo l’estate): «Un’intesa su questo tema è fondamentale per costruire la coalizione».  Molti esponenti di Ravenna in Comune (esponenti di tutti i partiti presenti all’interno della nostra lista) sono invece attivamente impegnati all’interno del Coordinamento di Ravenna “Per il Clima – Fuori dal Fossile” ribadendo un chiaro “no” alle estrazioni di gas e alla realizzazione della discarica di CO2. Per i costi, i rischi, le incertezze ma, soprattutto, perché costituisce la scusa per restare legati mani e piedi al fossile (tra cui le estrazioni di gas che sta diventando la principale fonte di CO2). Come Ravenna in Comune ribadiamo la nostra posizione contraria a nuovi investimenti sulle energie fossili, siamo certi che il futuro anche economico di Ravenna stia dalla parte delle rinnovabili.

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Fonte: Ravenna&Dintorni del 4 marzo 2021

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