IL TRENINO DI MICHELE

«Entro i cinque anni realizzeremo le grandi infrastrutture: la ferrovia, nel collegamento con Bologna e lungo l’asse costiero, una nuova tangenziale della città, che allontani il traffico pesante dall’abitato, connetta con il by-pass destra-sinistra Candiano e colleghi l’attuale E45 almeno con la Ferrara-mare». Così aveva scritto Michele de Pascale in una nota due giorni dopo il primo turno delle elezioni amministrative del 2016. Una lista di quelle che si fanno per scoprire cosa si sarà avverato allo scadere del termine indicato? No, la lista delle promesse di mandato trasmessa ufficialmente alla stampa in vista del ballottaggio. Cosa ne è stato dopo cinque anni? Ancora niente in vista per la nuova tangenziale. Il traffico pesante non è stato allontanato e, come scrivevamo solo qualche giorno fa, è anzi destinato ad aumentare esponenzialmente specie lungo gli assi di accesso al porto, alla zona industriale e ai lidi. Senza alcun progetto per gestirlo.

E la ferrovia? Se mettiamo in fila tutto quello che di ferroviario è accaduto nel quinquennio non possiamo che constatare, anche in questo caso, che le promesse sono state disattese. Certo, non tutto dipende dalla Giunta. Ma non può essere che quando le cose si realizzano il Sindaco si intesti il merito e quando (spesso) non vanno a buon fine possa cavarsela semplicemente scaricando altrove la responsabilità.

Pensiamo al periodo infernale per i pendolari seguito al suo annuncio che si sarebbero ridotti i tempi di percorrenza. Eravamo nel novembre 2018. Si scoprì, di lì a poco, che la “magia” sarebbe avvenuta semplicemente tagliando delle fermate: Godo e Classe si trovarono da un giorno all’altro tagliate fuori. E ce n’è voluto per riuscire a ritornare come prima.

Cosa può legittimamente vantare, allora, l’attuale Sindaco? Sicuramente di aver realizzato un inutile sottopasso ferroviario sotto via Darsena, a pochi metri da quello che già c’era. Il prezzo? Elevato, soprattutto per il caos che ha interessato l’importante volume di traffico che si muove lungo via Darsena. L’idea dello scavalco, però, evidentemente piaceva a de Pascale. «Realizzeremo una stazione-ponte sopra ai binari» annunciava il Sindaco ad inizio mandato. La stazione ponte, nel tempo, si è trasformata nell’idea di un ennesimo attraversamento di Via Darsena, pedonale e ciclabile come gli altri due, sopraelevato però questa volta. Solo un’idea, dicevamo, di cui ad oggi resta traccia la sola suggestione vincitrice di un recente concorso… di idee, appunto. Se pensiamo al ben più concreto progetto di nuova stazione che era, invece, nel nostro programma elettorale…

Il ponte invece, il Sindaco lo ha fatto veramente, ma da un’altra parte. È stato sostituito il cosiddetto ponte Teodorico, cavalcaferrovia in prossimità della Rocca, con un altro ponte. Più di 9 milioni di costo e inenarrabili tribolazioni, che hanno colpito la cittadinanza, dovute all’interruzione di un fondamentale asse stradale. Di nessuna utilità, poiché il ponte già c’era e con minori costi economici e di traffico avrebbe potuto essere sottoposto alle eventuali manutenzioni occorrenti. Ma no, ha detto il Sindaco, quello vecchio è inadeguato per farvi transitare sotto carri merci in arrivo/partenza dal porto di dimensione particolarmente ingombranti. Ecco, vorremmo qualche dato, a questo proposito. Quanti di questi treni, che non sarebbero riusciti a passare sotto il vecchio ponte, transiteranno sotto il nuovo nei prossimi cinque anni? Azzardiamo una (facile) previsione: zero. Mancano terminal e collegamenti ferroviari perché la prospettiva si concretizzi e, ad oggi, non risultano in previsione nemmeno a fine realizzazione del nuovo porto.  Quello che abbiamo ribattezzato Hub Portuale 2030 in considerazione della durata dei lavori.

Siamo invece in grado di azzardare una previsione attendibile circa quanti treni beneficerebbero di un’altra opera ferroviaria veramente indispensabile. Parliamo del raddoppio del binario fino a Castel Bolognese, di cui si sente la mancanza fin dall’inaugurazione del tracciato, nel lontano 1863. È indispensabile sia per merci che per passeggeri. Perfino il Sindaco se ne rende conto, visto che l’aveva inserita tra le principali promesse per vincere il ballottaggio cinque anni fa. Assommano a circa 100.000 i treni che transiteranno sulla linea in un quinquennio. Previsione prudenziale effettuata in base ai dati attuali e senza considerare aumenti nel traffico. Aumento peraltro prevedibile poiché si otterrebbe una sensibile diminuzione dei tempi di percorrenza da e per Bologna.

Per noi di Ravenna in Comune il raddoppio del binario per Castel Bolognese dovrebbe essere in testa ad ogni sforzo dell’Amministrazione presente e futura. Di questo, prima di ogni altro progetto ferroviario, si dovrebbe trattare nei rapporti con le Ferrovie, con la Regione, con il Governo. Immaginiamo che su questo anche de Pascale possa essere d’accordo. Immaginiamo anche che la proposta possa essere talmente buona da essere inserita nuovamente nel suo programma elettorale. Quanto possa essere attendibile la realizzazione della promessa resta ad elettrici ed elettori il compito di giudicarlo, al momento di infilare la scheda nell’urna, il prossimo ottobre.

[nella foto: le proteste per le fermate saltate perché il Sindaco potesse dire che i treni per Bologna arrivavano prima]

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