CON LA CULTURA NON SI MANGIA PIÙ

È per noi di Ravenna in Comune di particolare ed intensa sofferenza la constatazione di quanto sia distante, in ogni senso, lo slogan “con la cultura si mangia” con cui affrontammo la campagna elettorale del 2016. Perché, no, adesso proprio non si mangia. È lampante come non mai la non considerazione per tutto ciò che arricchisce la vita, oltre alla possibilità economica di viverla, ovviamente. Tutte, ma proprio tutte, le fabbriche di qualunque prodotto sono aperte. Senza riguardo alcuno alla loro indispensabilità. E tutti, ma proprio tutti, i luoghi e i centri di cultura sono chiusi. Senza riguardo e basta.

Ravenna in Comune ha assolutamente a cuore la salute di tutte e tutti. Scrivevamo solo pochi giorni fa di quanto sia sbagliato gridare alla “dittatura” rispetto a misure indispensabili di contrasto alla pandemia. Tuttavia percepiamo forte e chiaro il grido di dolore che viene, sia da chi la cultura la pratica, che da chi la fruisce. In pratica, tutte e tutti. Una sofferenza che accomuna ma che, ovviamente, colpisce due volte chi la pratica, anche sotto il profilo della mera sopravvivenza economica.

Salutiamo con piacere l’iniziativa di Ravenna Teatro che riportiamo usando le stesse parole con cui è stata comunicata:

«In questo tempo di attesa, ma anche di possibilità, il teatro, come tutte le arti, è stato capace di rispondere a questa crisi in modo responsabile, accettando l’incertezza, adattandosi con malleabilità, trovando nuove forme e risorse in grado di riflettere sulla cultura come bene necessario. In ogni parte d’Italia si è continuato a pensare, programmare, creare. Per alcuni mesi, con la speranza di ripartire, c’è stato un fiorire di festival e inizi di stagione, dimostrando che lo spettacolo dal vivo, il luogo d’assembramento per eccellenza, sa adattarsi con accortezza a un distanziamento che può e deve essere solo fisico.

Avevamo programmato #Ravennavisoinaria, una stagione al Teatro Rasi da settembre a dicembre, nella consapevolezza della gravità dell’emergenza in atto. Il DPCM del 25 ottobre ci ha fermati: abbiamo comunque voluto rispettare l’impegno con le compagnie coinvolte, riconoscendo loro i cachet pattuiti per gli spettacoli annullati.

Ci siamo chiesti: come reagire ora a questa nuova sospensione? Aprendo il teatro, chiuso al pubblico, agli artisti e alla loro ricerca, quella ricerca che deve avere lo spazio e l’agio per sperimentare percorsi e opere. I teatri in questo momento hanno la potenzialità e la responsabilità di aprirsi a tutte le maestranze che possono prepararsi e allenarsi per quando si tornerà all’incontro con lo spettatore.

In una situazione in cui il sistema teatrale, nel riconoscere il momento di difficoltà, mostra le sue discrepanze, condividiamo la preoccupazione per certe asimmetrie venute alla luce. Anche per questo motivo, e in linea con l’idea che da sempre sorregge il nostro operare, abbiamo pensato di destinare l’intero importo del fondo di emergenza e dei finanziamenti previsti per attività che non abbiamo potuto svolgere (circa 70.000 euro, oltre alle spese che sosterremo per l’apertura degli spazi) a artisti, attrici, attori, compagnie, collettivi, teatri, con meno tutele della nostra. Per settimane abbiamo pensato ad alcune direzioni del fare teatro. Abbiamo scelto gruppi di cui conoscevamo il lavoro e, compatibilmente con il fondo a disposizione, non siamo riusciti a raggiungere tutti quelli che avremmo voluto».

Concludiamo “rubando” parole di ringraziamento che arrivano fin da Palermo:

«Ravenna Teatro dimostra che un altro modo è possibile, un modo concreto e reale di stare vicino agli artisti e sostenerli. Sperando che l’iniziativa di Ravenna Teatro possa essere “rubata” e sostenere tanti colleghi che vedo qui, vicino a me, continuare, continuare, continuare sempre…».

Grazie davvero.

#MassimoManzoli #RavennainComune #Ravenna #cultura #covid19

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Ravenna Teatro destina l’intero importo dei fondi d’emergenza a artisti, residenze e spazi di ricerca. L’istituzione reagisce allo stop degli spettacoli destinando i suoi fondi d’emergenza a realtà teatrali nazionali meno tutelate

Fonte: RavennaToday del 5 dicembre 2020

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Fonte: Campagna elettorale 2016 di Ravenna in Comune

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