Apparentemente, solo apparentemente, ci accingiamo a raccontare due vicende simili. In entrambi i casi, infatti, cinque persone si sono inserite in organizzazioni con connotazioni estremistiche che avevano manifestato una crescente aggressività dissimulando l’intenzione di acquisire informazioni per la sicurezza del Paese a cui rispondevano.
Una stessa dichiarazione di questo tipo, in realtà, è stata fornita da soggetti tra loro estremamente diversi in relazione a contesti pure molto diversi. L’unica cosa in comune di questi episodi di spionaggio era il dichiarato intento di garantire la sicurezza collettiva che sarebbe stata messa rischio da organizzazioni con finalità estremistiche. In un caso era vero, nell’altro no.
Il primo caso, più remoto nel tempo, riguarda cinque cubani che, negli anni “90 del secolo scorso, si infiltrarono in organizzazioni terroristiche anti-cubane con sede in Florida per prevenire gli attentati da queste realizzate nell’isola caraibica. Infatti, tra il 1959 e il 1999, erano state assassinate a causa di atti terroristici 3.478 persone e 2.099 erano rimaste invalide.
Il secondo caso, è recentissimo e riguarda direttamente il nostro Paese. Il Sottosegretario di Stato per l’Interno, Emanuele Prisco, venerdì 4 luglio, avanti alla Camera dei Deputati, ha ammesso che la «Polizia di Stato ha ritenuto necessario rafforzare gli strumenti informativi per prevenire turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica e la conseguente commissione di condotte criminose». Di cosa si parla? Del fatto che 5 poliziotti per quasi un anno abbiano partecipato alle attività di organizzazioni giovanili legate a Potere al Popolo (un Collettivo Autorganizzato Universitario e Cambiare Rotta) a Napoli, Roma, Bologna e Milano. Ovviamente non regge il fatto che fosse una loro spontanea iniziativa benché Prisco dichiari che «gli operatori di Polizia non hanno mai svolto attività di infiltrazione in alcun partito o movimento politico». Deve però riconoscere che per adempiere alla finalità di «prevenire turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica e la conseguente commissione di condotte criminose» gli agenti, con la copertura di essere «regolarmente iscritti all’università, dove frequentano lezioni e sostengono esami», hanno «partecipato ad iniziative pubbliche organizzate da aggregazioni studentesche». E di tale attività hanno ovviamente aggiornato chi aveva loro assegnato l’incarico poiché, aggiunge Prisco, «qualsiasi agente di Polizia, anche libero dal servizio, ha il preciso obbligo professionale di informare le autorità competenti delle notizie di reato comunque acquisite e che la mancata comunicazione dei fatti attinenti ai propri compiti di istituto può determinare per l’agente una responsabilità penale per omissione di atti d’ufficio». In quel caso non si parlava di reati ma, a scanso di provvedimenti disciplinari, i 5 agenti hanno lo stesso riferito puntualmente ai loro capi.
Il 3 luglio come Ravenna in Comune abbiamo partecipato all’incontro organizzato a Bologna dall’Associazione di Amicizia Italia-Cuba, presso il centro Costa, con Gerardo Hernández Nordelo, uno dei cinque eroi della Rivoluzione Cubana. Questi cinque, che si erano come detto infiltrati in organizzazioni terroristiche anti-cubane, sono stati tutti liberati dopo una lunghissima carcerazione negli Stati Uniti. Questa era seguita a condanne pesantissime (nel caso di Gerardo a due ergastoli e 16 anni di prigione) che, quindi, non è stata completamente scontata. Nessuno di loro aveva il compito di nuocere agli Stati Uniti bensì di impedire ulteriori massacri a Cuba. È stato un partecipato incontro a cui hanno preso parte anche molti giovani di Cambiare Rotta.
Come Ravenna in Comune abbiamo preso parte a molte iniziative di Cambiare Rotta e OSA a Ravenna. Si tratta di organizzazioni politiche che nulla hanno a che vedere con la turbativa della sicurezza pubblica o la condotta di azioni criminose. Quello che le connota è però la natura di opposizione ai centri di potere sia romani che bolognesi e pure ravennati: centrodestra e centrosinistra poco cambia. Per loro, ma anche per noi. L’affermazione di assenza di “turbativa della sicurezza pubblica” ovvero di assenza di “condotta di azioni criminose” va però contestualizzato. Vale per oggi, ma potrebbe non valere per il futuro. L’approvazione del decreto sicurezza, pesantemente censurato dalla stessa Corte di Cassazione, vuole infatti criminalizzare ordinarie pratiche di dissenso pubblico. Per cui, per il futuro, come chiunque partecipi fisicamente ad una manifestazione, un presidio, un sit-in, un flash-mob o un corteo, potremmo tutte e tutti trovarci attenzionate e attenzionati nell’ambito dell’attività spionistica delle forze dell’ordine. Perché, come rivela Prisco «le tensioni internazionali connesse ai conflitti in atto hanno determinato l’incremento delle manifestazioni di protesta e, come è avvenuto in molti Paesi, hanno visto, tra le componenti più agguerrite, alcuni collettivi studenteschi universitari, con evidenti riflessi sul piano dell’ordine pubblico e un aumento del rischio di possibili derive violente». Possibilità che però in Italia non si è tradotta in realtà, come deve ammettere ancora Prisco: «Nel corso del 2024, si sono registrate oltre 12.000 manifestazioni e soltanto nel 2 per cento dei casi si sono verificati episodi di turbativa dell’ordine pubblico». Il fatto è che quello che Prisco chiama turbativa dell’ordine pubblico in realtà si chiama opposizione, la cui esistenza ed anzi la cui tutela è la condizione essenziale perché la nostra Repubblica non degeneri (ulteriormente) verso forme palesemente anti-democratiche e fascistizzanti.
No, nessuna confusione può farsi tra l’attività delle “spie di Castro” (così si intitola un famoso documentario che ritrae la vita e le vicende dei 5 eroi cubani) e quella delle “spie di Meloni e Piantedosi”. Ravenna in Comune lo ribadisce manifestando vicinanza a Potere al Popolo ed alle organizzazioni giovanili infiltrate (sì, infiltrate) e chiedendo di fare altrettanto a tutte le persone che si riconoscono nella nostra Costituzione democratica, repubblicana e antifascista. Resistere, resistere, resistere.
#RavennainComune #Ravenna #Cuba #Meloni #Piantedosi
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Abbiamo scoperto almeno cinque poliziotti infiltrati in Potere al Popolo: i documenti che lo provano
Fonte: fanpage del 26 giugno 2025