TERREMOTO AL MINISTERO DELLA CULTURA – COSE FUORI DAL COMUNE

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo sulla rubrica “cose fuori dal comune” un importante contributo da parte di Loretta Masotti. Loretta, già docente di Storia e Filosofia presso Liceo Classico di Ravenna, è iscritta al Comitato in difesa della Costituzione, a Legambiente ed è militante di Potere al Popolo.

L’immagine illustra il punteggio assegnato allo storico Festival di Santarcangelo.

Nel ringraziare Loretta, cogliamo l’occasione per invitare chi volesse inviare contributi a Ravenna in Comune a trasmetterli al seguente indirizzo email: comunicazione@ravennaincomune.it

#RavennainComune #Ravenna #LorettaMasotti

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Terremoto al Ministero della Cultura

di Loretta Masotti

Dice il ministro Giuli: “A sinistra avevano intellettuali e li hanno persi, si sono affidati agli influencer, ora gli sono rimasti i comici e basta”.

Meloni e Giuli hanno deciso di attaccare frontalmente la cultura libera, colpendo il mondo dell’arte. Dopo l’introduzione di nuove regole nel finanziamento pubblico al cinema, premiando, come sottolinea Elio Germano, solo le opere che parlano bene dei personaggi italiani e offrono una immagine positiva del Paese, rifiutando ironia e satira, è ora in atto un attacco al mondo degli artisti di teatro, musica, circo, danza, privilegiando ciò che è conforme alla tradizione rispetto a ciò che è innovativo, sperimentale e quindi guardato con sospetto. L’arma più funzionale per dichiarare guerra è quella dei finanziamenti ministeriali. Viene drasticamente ridotto il sostegno alla innovazione artistica sperimentale premiando invece il teatro commerciale, tendendo a far prevalere sui giudizi qualitativi le valutazioni di natura quantitativa (maggior capienza delle sale, più biglietti venduti e più cari) e finendo per favorire quelle realtà già autosufficienti a scapito dei tanti gruppi più deboli e in lotta per la loro sopravvivenza. Per questi motivi tre esponenti della commissione consultiva per il teatro del Ministero della cultura si sono dimessi polemicamente. Sono i tre designati dagli enti locali, tra cui il ravennate Alberto Cassani, mentre gli altri quattro sono di nomina ministeriale. Può una commissione così dimezzata procedere, perché maggioranza, ignorando la componente territoriale? L’occasione prima e clamorosa da cui è partito il contrasto è la proposta di declassamento del teatro la Pergola, di grande tradizione storica e culturale, che passerà dalla serie A alla serie B. Impossibile ignorare che la nuova direzione del teatro è di Stefano Massini, grande intellettuale, noto per le sue posizioni più volte espresse contro il governo Meloni. Il ministro Giuli spergiura con poca credibilità che nessuna impostazione ideologica sia presente in questa decisione. Come una macchina tritacarne i tagli stanno colpendo festival prestigiosi come quello di Santarcangelo che viene dimezzato da 28 a 14 punti, il festival dei Due Mondi di Spoleto e quello di Castiglioncello per ricordare nomi noti. Ma vi sono tante più piccole realtà costrette a chiudere e lasciare sul lastrico tanti lavoratori. Secondo Christian Raimo l’idea semplice è quella, colpo dopo colpo, di arrivare all’arte di regime e Tomaso Montanari teme che vi sia il rischio che la destra prenda la cultura e la rovesci nella barbarie.

2 comments to “TERREMOTO AL MINISTERO DELLA CULTURA – COSE FUORI DAL COMUNE”
  1. Tomaso teme, ma per me siamo già nella barbarie.
    Quando si renderanno conto, elettori ed elettrici, di avere eletto proprio la barbarie?
    E quando prenderanno coscienza i milioni di persone che non hanno votato, favorendo così una minoranza semi-fascista, così ignorante che, per continuare a governare, taglia la cultura, i saperi, l’innovazione, la ricerca, lo studio… ? Questa minoranza governativa vuole un popolo, privo di cervello, tutti stesi a terra a leccarsi i loro piedi. Vi piace così ?

  2. Tomaso teme, ma per me siamo già nella barbarie.
    Quando si renderanno conto, elettori ed elettrici, di avere eletto proprio la barbarie?
    E quando prenderanno coscienza i milioni di persone che non hanno votato, favorendo così una minoranza semi-fascista, così ignorante che, per continuare a governare, taglia la cultura, i saperi, l’innovazione, la ricerca, lo studio… ? Questa minoranza governativa vuole un popolo, privo di cervello, tutti stesi a terra a leccarsi i loro piedi. Vi piace così ?

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