BACIAPILE – COSE FUORI DAL COMUNE

Finirà solo con la conclusione del Conclave questa debordante giornaliera marmellata mediatica che propone in continuazione i più minuti dettagli riguardanti la dimensione religiosa del cattolicesimo, perdendo oltre tutto di vista i contenuti eventualmente di un qualche interesse? Tutto lo lascia prevedere.

Del resto la nostra non è una società in cui è difeso il diritto alla laicità. Nemmeno la nostra Costituzione è laica. Sarebbe altrimenti garantita la sfera privata ma impedita l’invasione di quella pubblica da parte della/e manifestazione/i religiosa/e. Invece tra i diritti figura anche la possibilità di una ostentazione pubblica della religiosità: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume” (art.19).

Non è nemmeno una Costituzione che prevede parità di trattamento tra le confessioni religiose. Altrimenti non avrebbe attribuito valore costituzionale ai soli accordi con la Chiesa Cattolica: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi (art.7).

Però non è neanche la Costituzione di uno Stato Confessionale, com’era l’Italia sabauda dove lo Statuto Albertino sanciva: “La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato” (art.1).

Per quanto ci riguarda, ribadiamo che Ravenna in Comune considera tra i principi fondamentali a cui richiamarsi la laicità. Sta scritto chiaramente nell’Appello che abbiamo lanciato dieci anni fa: “La laicità è un valore fondante della nostra impresa”. E lo abbiamo ribadito nella Carta dei Valori approvata dalla nostra Assemblea del 21 febbraio scorso: “Noi crediamo in una società laica”.

Nonostante i limiti che abbiamo segnalato, l’uguaglianza senza riguardo alla religione eventualmente professata è un saldo principio della nostra Costituzione (art.3) così come la libertà di aderire o meno a qualunque culto (art.19) e la libertà e l’uguaglianza di ogni manifestazione religiosa rispetto allo Stato (art.8).

La nostra candidata Sindaca, Marisa Iannucci, lo ha ribadito: “Viviamo in un paese laico in cui ognuno può professare qualunque o nessun culto. La religione è un fatto privato, ed è solo una parte della nostra cultura, di ciò che ci definisce”.

Nonostante la ribadita laicità sia di Ravenna in Comune che della candidata Sindaca da noi indicata, c’è chi si sofferma sul fatto che Marisa non nasconda la propria fede islamica ed indossi in velo in pubblico. Eppure non ha destato scalpore il velo (chiamato veletta) pure pubblicamente ostentato e ossessivamente ripreso dai media durante i riti seguiti alla morte del capo della Chiesa Cattolica. Si rivendica inoltre il diritto dei cristiani di affiggere crocifissi in tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione. Si impartiscono benedizioni cristiane a scolaretti, li si porta a Messa durante momenti scolastici, si favorisce in ogni modo la loro catechizzazione nella scuola pubblica. Il crocifisso penzolante da catenelle appese al collo è considerato un normale ornamento. Si sia d’accordo o meno, vengono pagati con risorse pubbliche i servizi religiosi dei sacerdoti cristiani negli ospedali, quelli dei cappellani militari cristiani nell’esercito e pure quelli per i carcerati. Il finanziamento alle scuole private cattoliche avviene in palese violazione della Costituzione: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (art.33). E si potrebbe continuare.

La politica dei baciapile che il centrodestra e il centrosinistra trovano normale condurre dovrebbe destare scandalo. Ma né l’attuale maggioranza né l’attuale opposizione che siedono in Consiglio Comunale intendono discostarsene. Ravenna in Comune assume l’impegno a difendere la laicità sia nel senso costituzionalmente previsto che in quello normalmente inteso dalla lingua italiana. Il nostro impegno lo porteremo a fondo in Consiglio Comunale nel prossimo quinquennio. Se qualche altra formazione politica che si presenta alle prossime elezioni comunali lo condivide è invitata a dichiararlo pubblicamente in modo che l’elettorato possa votare sapendo anticipatamente chi farà o meno propria la politica dei baciapile fin qui seguita.

[nell’immagine: Marisa Iannucci ad un evento pubblico di Ravenna in Comune]

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