IL RIGASSIFICATORE TRA TERRAPIATTISTI E TRANSIZIONALISTI

Oggi quel politico emiliano a cui piace tanto dare lezioni a casa altrui non mancherà di darcene un’altra. Bonaccini, presidente che ama farsi chiamare governatore, ma soprattutto commissario investito nel ruolo da Draghi in persona, metterà a Bologna firma e sigillo all’autorizzazione per realizzare un rigassificatore a casa nostra. Nella sede della regione, con tanti comprimari attorno fra cui il Sindaco della città che se lo becca, ci racconterà ancora una volta la balla che il rigassificatore andrà avanti assieme alle rinnovabili. Lo ha ripetuto anche alla conclusione della conferenza dei servizi che ha approvato l’impianto di rigassificazione al termine di un procedimento farsa (visto che si sono saltati tutti i passaggi fondamentali dalla Rir alla Via): «Avanti con una infrastruttura al servizio dell’intera comunità nazionale, che realizzeremo insieme al parco eolico e del fotovoltaico fra i più grandi in Europa, nella piena consapevolezza che il futuro è nelle energie rinnovabili».

Bonaccini, de Pascale e tanti altri appartengono alla potente schiera dei transizionalisti perenni. Si tratta di quei politici, imprenditori, mezzani che si dichiarano a parole per la inevitabilità della transizione energetica e, immediatamente dopo, praticano nei fatti il contrario, favorendo esclusivamente lo sfruttamento del fossile. E mica lo nascondono, perché hanno una scusa (balla) già pronta da tirar fuori: le rinnovabili sono indispensabili ma ancora per tanti decenni saremo costretti a ricorrere alle energie fossili. Il gas metano, in particolare, è quello che preferiscono perché, dicono, è quello meno impattante sotto il profilo del cambiamento climatico. Il “meno impattante metano”, in realtà, è uno dei maggiori responsabili nella produzione della climalterante CO2, secondo solo al petrolio, quando viene bruciato. Ancor peggio ha un effetto direttamente climalterante quando immesso direttamente in atmosfera. Tra tutte le fonti è proprio il gas metano ad aver avuto la maggior accelerazione.

I terrapiattisti energetici, invece, negano il cambiamento climatico contro ogni evidenza. Tra terrapiattisti e transizionalisti, sinceramente, preferiamo i primi. Almeno credono in quello che dicono, per quanto incredibile possa sembrare a chi vede i ghiacciai sciogliersi sempre più rapidamente, la siccità aumentare d’intensità ogni anno, così come bombe d’acqua ed altri eventi “estremi”. I transizionalisti, invece, sanno benissimo di cosa parlano quando usano il termine crisi climatica. Ma al fascino della lobby del fossile non sanno resistere. Così ci sarà anche il rappresentante di ENI, assieme a quelli istituzionali, allo show di oggi. Tutti uniti a raccontare che il rigassificatore è indispensabile ma anche le rinnovabili. Solo che, per queste ultime, c’è tempo. Prima o poi. Senza fretta.

Ravenna in Comune non sta tra i terrapiattisti ma neanche tra i transizionalisti. Siamo necessariamente realisti e, nonostante le offese in cui le altre due categorie eccellono, non possiamo fare a meno di preoccuparci per il continuo peggioramento che il nostro territorio e il pianeta tutto subisce. Soprattutto non possiamo fare a meno di spingere per non rinviare oltre l’abbandono del fossile. Ci preoccupa la sorte di Ravenna e delle sue coste, così fragili, che saranno le prime ad essere intaccate. Ci preoccupa la sorte dei nostri figli, a livello di salute ma anche di un’economia che, se rimarrà legata alle estrazioni, continuerà a contrarsi. E continueremo a smascherare le loro frottole una per una. Perché dei terrapiattisti possiamo anche ridere di compassione. Ma ai transizionalisti non si può concedere tregua: ne va del nostro futuro.

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Rigassificatore, lunedì l’ultima firma

Fonte: Il Resto del Carlino del 5 novembre 2022

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