A RAVENNA: PERCHE’ DISTRUGGERE ASSANGE?

Domani sera, mercoledì 31 gennaio, alle 21.00, presso la sala Ragazzini di Largo Firenze (dietro la chiesa di San Francesco) a Ravenna, si terrà l’ultimo incontro della prima serie di appuntamenti nell’ambito della rassegna “Una voce Libera”. Il titolo della serata è: “Il potere segreto. Il caso Assange e WikiLeaks”. A condurre è chiamata la giornalista Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta che collabora con il Fatto Quotidiano, dopo aver lavorato 14 anni per il quotidiano la Repubblica e per il settimanale l’Espresso. In cooperazione con un team di media internazionali, ha lavorato fin dal 2009 con Julian Assange e con la sua organizzazione, WikiLeaks, al rilascio di tutti i documenti segreti, a partire dai file sulla guerra in Afghanistan (Afghan War Logs), dai cablo della diplomazia Usa (Cablegate) e dalle schede segrete dei detenuti di Guantanamo (GitmoFiles), fino alle rivelazioni più recenti sulla missione europea in Libia contro i trafficanti di migranti e sullo spionaggio dei leader francesi ed europei da parte della National Security Agency (Nsa). Sul caso Assange ha scritto un libro: “Il potere segreto: Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks”.

Ravenna in Comune, che ha aderito al Coordinamento per la libera informazione che organizza l’incontro, tiene in particolar modo a questa serata. Sosteniamo da anni la campagna per la liberazione di Julian Assange dalla prigionia politica in cui si trova. Allo stesso modo seguiamo con apprensione la crisi in cui si viluppa il giornalismo, ben rammentando come senza informazione non c’è democrazia. Si spiega bene, perciò, l’altissimo numero di giornalisti (un centinaio) uccisi perché deliberatamente presi di mira dall’Esercito Israeliano durante i massacri di Palestinesi che vanno avanti dal 7 ottobre scorso. La crisi del giornalismo, in Italia, si traduce nel fatto che il nostro Paese risulta solo al 41esimo posto del World Press Freedom Index 2023. Secondo Reporter senza Frontiere, «a causa della crisi economica, i media nel loro complesso dipendono sempre più dagli introiti pubblicitari e dai sussidi statali e la carta stampata deve confrontarsi con il continuo calo delle vendite. Il risultato è una crescente precarietà che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia». Denuncia così RSF che i giornalisti italiani «a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, sia per conformarsi alla linea editoriale della loro testata giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altra forma di azione legale, sia per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o della criminalità organizzata».

Ravenna in Comune invita tutte e tutti ad intervenire mercoledì sera.

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Incontri “per una libera informazione”: Maurizi parla di Assange e WikiLeaks

Fonte: Ravenna & Dintorni del 29 gennaio 2024

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