VIOLENZA DI GENERE: INADEGUATEZZA DEI CONSIGLIERI COMUNALI

Abbiamo avuto la sfortuna di assistere online allo svolgimento della prima riunione della Commissione Consiliare Nr. 10 – Politiche e cultura di genere a presidenza PD (Maria Gloria Natali). Eravamo interessati a seguire i lavori perché volevamo vedere come si muoveva il Consiglio Comunale, dal quale Ravenna in Comune è uscita nell’ottobre 2021, su una delle tematiche per noi di maggiore pregnanza. Recita senza ambiguità il nostro programma politico: «Ravenna in Comune è molto ferma nel rifiutare ogni tipo di discriminazione, in particolare è impegnata nel contrasto a sessismo, razzismo, trans/omofobia, bullismo e violenza maschile sulle donne. Tali fenomeni spesso si presentano intrecciati fra loro e accomunati dalla difficoltà nel riconoscere e rispettare le differenze, a partire da quella di genere. Perciò è importante l’impegno sul piano politico, culturale e sociale per una diversa qualità dei rapporti fra i sessi basata sul rispetto reciproco e sull’autodeterminazione. Su questo tema è necessario non solo continuare il sostegno alle associazioni femminili che svolgono un servizio prezioso per le donne che hanno subito violenza, ma anche agire sull’insieme di fattori della vita quotidiana che alimentano gli stereotipi femminili e maschili, attraverso l’educazione e la prevenzione». Il nostro programma prevede una serie di buone ed indispensabili pratiche da portare avanti nella politica della Pubblica Amministrazione a Ravenna. Pratiche che solo in minima parte hanno visto l’implementazione in questi anni da parte della maggioranza di centro sinistra. Ecco perché abbiamo ritenuto importante dedicare attenzione alla riunione convocata con l’ordine del giorno “Prevenzione e contrasto alla violenza di genere”.

Gli auspici non erano i migliori. Quella di venerdì scorso si presentava infatti come la prima riunione quando ci avviciniamo a valicare la metà della consigliatura. Considerato il tema, già per noi fondamentale nel 2015 al momento della nostra fondazione, ma ora finalmente percepito come tale a livello generale, l’enorme ritardo nell’avvio del funzionamento della commissione non rappresentava certo un buon segnale. Lo svolgimento effettivo è risultato abbondantemente al disotto di un livello minimo di accettabilità per un organismo politico di rappresentanza. Rinviamo alle ricostruzioni giornalistiche dell’accaduto chi volesse rendersi conto in maniera sufficientemente esaustiva di come si sia svolta la riunione. Per chi preferisce prenderne atto con i propri occhi, la registrazione della durata di due ore e mezza è visibile alla pagina fb istituzionale del Comune di Ravenna.

Qui riportiamo solo alcuni degli abissi che hanno contraddistinto in negativo il pomeriggio di venerdì. Per prima cosa sono stati costretti ad abbandonare la sala i rappresentanti del Prefetto e di Linea Rosa per presunte irregolarità formali nella convocazione dei terzi, nonostante il rispettivo ruolo li rendesse di fatto indispensabili. Questo ha condizionato irrimediabilmente il seguito, con consiglieri che parlavano della sala consigliare come “di casa loro”, altri che hanno fatto uso di termini decisamente volgari ed inadatti al luogo, altri che hanno esaltato il maschio bianco romagnolo come se fosse una specie bovina, altri ancora che denigravano la commissione e la sua utilità in genere ed altri, infine, che si sono messi a questionare su quanto avvenuto all’interno di commissioni diverse dalla n.10. Ci ripetiamo: si è trattato di uno spettacolo poco edificante e comunque abbondantemente al disotto di un livello minimo di accettabilità per un organismo politico di rappresentanza. Solo poche (e il femminile non è un caso) ne sono uscite a testa alta.

Non bastasse il livello in corso di seduta è stata poi avviata un’azione politica contro la Casa delle Donne in primis e le associazioni femminili aderenti da parte di un consigliere che (citiamo dalla stampa) ha in corso una “guerra […] contro la stessa Casa delle Donne, le cui aderenti sono state a più riprese definite con parole sicuramente irriguardose se non ingiuriose dallo stesso esponente”. Nei confronti della Casa delle Donne già nella giornata di ieri abbiamo espresso solidarietà e vicinanza.

Come Ravenna in Comune riteniamo opportuno prendere le distanze da questo modo di fare politica, irriguardoso nei confronti della cittadinanza che meriterebbe di trovare una rappresentanza adeguata dentro a Palazzo Merlato. Una politica consigliare che, invece, si dimostra insensibile rispetto a tematiche la cui gravità e urgenza è sotto lo sguardo quotidiano di tutte e tutti. Quasi tutte e tutti, dovremmo dire: fanno eccezione quegli esponenti politici impegnati a tempo pieno nell’ostensione ammirata del proprio ombelico. Per il bene comune richiamiamo maggioranza e opposizione delle forze politiche elette in Consiglio Comunale ad un’azione politica efficace. La migliore dimostrazione si potrebbe avere già attraverso la prossima riunione della Commissione 10. Non fra altri due anni, però!

[Nel fermo immagine dalle riprese dei lavori della Commissione n.10: il momento in cui la rappresentante di Linea Rosa e il vice Prefetto sono costretti ad uscire dalla sala]

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ravenna notizie

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