CMC: PROBLEMI O OPPORTUNITA’?

Punto primo: CMC è una grande cooperativa più che secolare la cui storia passata e presente, per tanti motivi, la lega a filo doppio a Ravenna, nonostante il suo raggio di attività si sia nel tempo allontanato dalla nostra città.

Punto secondo: CMC a un certo punto della sua storia ha cercato di superare le difficoltà in cui si trovava buttandosi anima e corpo nel sistema delle “grandi opere” (spesso inutili e ancor più spesso dannose) attraverso un imponente indebitamento.

Punto terzo: l’incapacità di far fronte all’indebitamento ha messo a rischio la stessa sopravvivenza della CMC.

Come Ravenna in Comune crediamo molto nei valori cooperativi e riteniamo che le cosiddette grandi opere siano lontane sia dagli interessi del nostro Paese che da quegli stessi valori. Tutto questo spiega per quale motivo continuiamo a seguire con trepidazione le sorti della cooperativa e dei lavoratori, soci o meno, che direttamente o indirettamente da essa traggono di che vivere.

L’anno scorso abbiamo gioito assieme alla città alla notizia dell’approvazione del piano concordatario per uscire dal gorgo dell’indebitamento. Alla reazione emotiva, però, accompagnavamo una valutazione necessariamente razionale: «Se C.M.C. utilizzerà questo passaggio per azzerare definitivamente il capitolo grandi opere, tra le quali ricordiamo la TAV valsusina, sarà una vera e propria rinascita dalle proprie ceneri. Se invece persisterà nel modello già seguito, non vi sono molte ragioni per sperare in un esito diverso, a qualche tempo di distanza, dalla caduta appena evitata al pelo».

Oggi apprendiamo dai giornali di difficoltà ad adempiere al piano concordatario. In altre parole, non è stato possibile rispettare la scadenza del 30 novembre per pagare chi doveva essere pagato ed è stato chiesto più tempo. E c’è dell’altro. Un anno fa, in un’intervista a margine dell’approvazione del piano, il Presidente della cooperativa aveva affermato perentoriamente: «Le voci sul cosiddetto “Progetto Italia” erano prive di fondamento, come pure le altre su improbabili fusioni con società per azioni: siamo una cooperativa e vogliamo rimanere così». Il cosiddetto “Progetto Italia”, lo ricordiamo, si fonda proprio sulla costruzione di un colosso italiano incentrato sulle grandi opere. Ora, invece, sono ufficialmente ammessi quei «contatti in corso con primari operatori del settore per la realizzazione di un grande progetto industriale, di rilievo nazionale».

Ci sembrano ancora più attuali le nostre considerazioni di un anno fa che, pertanto, riproponiamo letteralmente:

«Il compito di indirizzare la cooperativa su un nuovo paradigma non può che essere dei soci. Ma anche la comunità di Ravenna può aiutare in questo senso. Pronta a gioire e a unirsi alla compagine sociale nel momento dello scampato pericolo, del resto, la collettività sarà inevitabilmente coinvolta da un fallimento del progetto di rilancio della cooperativa. Noi tifiamo per il trionfo dei valori cooperativi che su tanta gloriosa storia poggiano i piedi ma, se verranno ancora una volta traditi, questa volta né i soci né l’economia ravennate potranno invocare la solidarietà che fino ad oggi ha contraddistinto l’intero Comune, a partire dalle sue istituzioni».

#RavennainComune #Ravenna #CMC

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Concordato, Cmc chiede di rinviare i pagamenti

Fonte: Il Resto del Carlino del 2 dicembre 2021

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Cmc Ravenna, prove d’intesa: spunta l’ipotesi Webuild spa

Fonte: Corriere Romagna del 2 dicembre 2021

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