ACQUA PUBBLICA: SE NON ORA, QUANDO?

“Bonaccini, Schlein e la Regione tutta hanno tradito il referendum sull’acqua pubblica”. Con questo titolo nei giorni scorsi abbiamo dato diffusione ad un nostro articolo (“Acqua pubblica: chi si è venduto e chi no”). Abbiamo dato notizia di una poco edificante operazione della Giunta Regionale Bonaccini-Schlein con cui si è prorogato sino alla fine del 2027 il termine per ripubblicizzare l’acqua. Nonostante qualcuno (i cosiddetti Coraggiosi) continui a dichiararsi (a parole) a favore della ripubblicizzazione, nei fatti la maggioranza in Regione (che poi è la stessa che amministra il nostro Comune) vuole mantenere la privatizzazione e i relativi vantaggi per Hera. Tutti i gruppi del Consiglio Regionale (inclusi i Coraggiosi della Schlein) hanno votato a favore della norma, (eccettuati Verdi e Misto che non hanno partecipato al voto), tradendo ancora una volta la scelta operata dalla maggioranza degli Italiani al referendum di dieci anni fa. Il Consigliere Regionale di Coraggiosa, Igor Taruffi, ha addirittura dichiarato: «Non c’erano le condizioni gestionali per arrivare alla ripubblicizzazione del servizio idrico». «Se non ora, quando?» si chiede Ravenna in Comune.

Per la giornata di mercoledì 3 novembre, dalle ore 14.30, il Coordinamento Regionale Comitati Acqua Pubblica ha convocato un presidio-manifestazione davanti alla sede della Regione a Bologna. Ravenna in Comune aderisce al presidio e chiede a tutte e tutti coloro che possono di parteciparvi attivamente.

#RavennainComune #Ravenna #AcquaPubblica

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Bologna 21/10/2021

COMUNICATO STAMPA

Gravissima la scelta dell’Assemblea regionale di prorogare le gestioni del servizio idrico fino
alla fine del 2027 e continuare con le privatizzazioni.
Nei giorni scorsi l’Assemblea legislativa regionale Emilia-Romagna ha approvato un
emendamento alla legge regionale ‘Misure urgenti a sostegno del sistema
economico ed altri interventi per la modifica dell’ordinamento regionale’
che proroga gli affidamenti del servizio idrico in regione alla fine del 2027, con
l’eccezione dei territori di Reggio Emilia e Rimini, dove sono in corso procedure di gara.
L’emendamento è stato approvato da tutti i Gruppi consiliari, tranne quelli di Europa
Verde e Gruppo misto che non hanno partecipato al voto.
Si tratta di una decisione di inaudita gravità, motivata con la scusa che occorre avere
una continuità nella gestione per realizzare gli investimenti nel servizio idrico derivanti dal
PNRR, ma che in realtà cela quello che è un grande regalo alle multiutilities e in
particolare ad Hera, che hanno la gran parte degli affidamenti in regione. Ancora più in
specifico, la concessione del servizio idrico ad Hera a Bologna sarebbe scaduta alla fine di
quest’anno, nei territori di Ravenna e Forlì-Cesena alla fine del 2023 e in quelli di Ferrara
e Modena alla fine del 2024. Addirittura, a Bologna, proprio nelle scorse settimane si era
svolto un incontro tra rappresentanti di Atersir ( l’Agenzia regionale per i servizi idrici e dei
rifiuti), del Consiglio locale degli amministratori bolognesi, il Comitato acqua regionale e di
Bologna e altre associazioni di utenti con l’Università di Bologna per dare vita ad uno
studio di approfondimento relativo alle varie forme di gestione del servizio idrico e
verificare la possibilità di ripubblicizzazione dello stesso. La decisione dell’Assemblea

regionale dimostra palesemente che le scelte relative al territorio regionale in tema di
acqua e rifiuti sono dettate dalle grandi multiutilities e che la politica si adegua. In più,
siamo in presenza di un vero e proprio “vulnus” democratico: non solo la decisione è stata
presa praticamente alla chetichella, senza informare né i Comitati acqua pubblica né altri
soggetti della società civile, ma essa rappresenta un vero e proprio schiaffo rispetto agli
esiti del referendum del 2011, decretando per via legislativa la prosecuzione delle
privatizzazioni per un tempo molto lungo. Le modalità della decisione ci parlano di una
politica chiusa nella sua “torre d’avorio”, proprio quando il distacco dei cittadini da essa è
testimoniata in questi giorni dal record negativo, anche a Bologna, dell’affluenza al voto
nelle recenti elezioni amministrative. Infine, il fatto che tale scelta avvenga per via
legislativa, esautorando anche Atersir e il Consiglio locale degli amministratori nella loro
funzione di procedere agli affidamenti e a eventuali proroghe, riveste anche profili di
possibile illegittimità giuridica, che vedremo di approfondire attentamente.
La scelta di prolungare gli affidamenti del servizio idrico arriva peraltro quasi in
contemporanea con la comunicazione dell’Assessorato regionale all’Ambiente alla
Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale, oltre che alle associazioni e comitati
della Rete Rifiuti Zero e ad altre associazioni, che nega la nostra richiesta di
partecipare alle audizioni programmate sul piano regionale rifiuti con la scusa che
erano riservate unicamente ai soggetti firmatari del patto per il lavoro e per il clima, al
contrario di quanto comunicato pubblicamente il 13 settembre, secondo la quale esse
erano aperte a tutti i portatori di interessi. Un’altra scelta pesante, che ci conferma,
purtroppo, che, per usare un eufemismo, siamo in presenza di una concezione assai
ristretta del ruolo della democrazia e della partecipazione in Regione.
Per tutte queste ragioni, di merito rispetto alle scelte sbagliate compiute e anche rispetto al
mancato coinvolgimento dei soggetti che nella società operano su temi importanti,
continueremo la nostra azione di mobilitazione e proposta. Lo faremo anche con un

PRESIDIO- MANIFESTAZIONE MERCOLEDI’ 3 NOVEMBRE ALLE ORE 14,30
DAVANTI ALLA SEDE DELLA REGIONE EMILIA- ROMAGNA

COORDINAMENTO REGIONALE COMITATI ACQUA PUBBLICA
RETE EMERGENZA CLIMATICA E AMBIENTALE EMILIA ROMAGNA

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