REALTÀ E POSSIBILITÀ DEI CONSIGLI TERRITORIALI

 

Siamo entrati nell’ultimo anno di lavoro del Consiglio Comunale e di governo dell’attuale Giunta, ed è logico che l’interesse di ogni osservatore sia concentrato sulle proposte, le intenzioni, le alleanze in vista delle prossime elezioni comunali. Oltre che – naturalmente – sul bilancio relativo agli ultimi cinque anni. Ma anche i Consigli Territoriali sono entrati nella loro “età matura” e poco dopo le amministrative si comincerà a intravvedere l’orizzonte della loro scadenza. Noi crediamo che di questi organismi si debba parlare, e che anche in vista delle stesse elezioni comunali, le forze in campo dedichino spazio all’illustrazione di ciò che intendono fare di quelli che dovrebbero essere organi di vicinanza delle istituzioni alla popolazione e di incentivo alla partecipazione dei cittadini.

Un paio d’anni fa, sia per iniziativa dell’Assessore al Decentramento, sia per lo stimolo da parte dei Comitati Cittadini, si era avviato un dibattito interessante sul ruolo e le caratteristiche dei Consigli Territoriali, sui loro compiti e sulle regole per la loro elezione, con il fine di riformare l’attuale situazione, che tutti quanti (consiglieri territoriali e cittadinanza attiva) vivono come molto frustrante. Infatti, attualmente i C.T. non solo non hanno alcun “potere”, se non quello di esprimere pareri rispetto a programmi (spesso dei “fatti compiuti”) dell’Amministrazione Comunale (pareri che per altro non sono mai vincolanti), ma non hanno neppure la possibilità di disegnare un proprio progetto sull’assetto del proprio territorio, che possa essere poi veramente posto in discussione con il decisore politico. E così ci si trova prevalentemente a fare il computo di quali strade si debba chiedere la riasfaltatura, di quali segnalazioni si debbano fare per i rifiuti abbandonati, di quali iniziative di trasporto degli anziani al mare ci si debba preoccupare, e ben poco di più.

Il nostro C.T. della zona 7, va detto, ha lavorato secondo noi bene, il clima è sempre stato tutto sommato di collaborazione, il rapporto con la Presidente Moschini è sempre stato buono, e si sono prodotte anche iniziative pregevoli, per esempio quelle organizzate dalla Commissione Cultura, per altro sempre arrabattandosi per trovare qua e là qualche soldo per poterle realizzare, perché i C.T. non dispongono di una propria cassa. Ma la sensazione nostra, e crediamo anche degli altri gruppi consiliari, è quella di non avere peso nelle scelte, di sentirsi “mutilati” nelle possibilità di proposta.

Purtroppo il dibattito in Comune sulla “riforma” dei Consigli Territoriali si è fermato, e una proposta finale non è uscita, e non sappiamo se uscirà di qui alla prossima primavera. Noi auspichiamo che questo accada, e che in occasione delle prossime elezioni amministrative, fra i temi sui quali l’elettore andrà ad esprimere il suo voto, ci siano anche le intenzioni su che cosa debba essere il decentramento. Che per noi deve essere un decentramento vero, con una rappresentanza reale, proporzionata, aperta alla possibilità che i cittadini presentino proprie liste, anche indipendentemente dalle realtà politiche presenti in Consiglio Comunale. Ma soprattutto un decentramento che abbia molta più voce in capitolo sulle scelte da portare avanti, che ovviamente non siano in aperto conflitto con gli interessi di Ravenna nel suo insieme, o di danno agli altri territori.

E poi, ahinoi, dobbiamo tutte e tutti prendere atto che i Consigli Territoriali molta gente non sa pure che cosa siano, come testimonia la bassissima percentuale di affluenza alle urne in occasione della loro elezione. Ci è capitato ripetutamente di trovarci in situazioni di discussione pubblica, anche fra persone “impegnate”, e constatare la diffusissima ignoranza sull’esistenza dei C.T., il confonderli con i Comitati Cittadini (e anche su questi si è ben poco informati). Per cui, se alla partecipazione ci si crede, se si pensa che la rappresentanza sia una cosa seria, bisogna lanciare una campagna “di visibilità” dei Consigli Territoriali, dando chiaramente il messaggio che essi possono e devono essere ben più rappresentativi e contare di più, nell’interesse di tutti i cittadini.

tratto da l’Argine, periodico on line di Ravenna in Comune zona 7

[nell’immagine: le 10 aree del Comune che esprimono in Consigli Territoriali]

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