PONTE NUOVO

Stiamo percorrendo da tempo le strade del forese lasciato in stato di abbandono da parte dell’attuale Amministrazione. Abbiamo pubblicato articoli dedicati a diverse frazioni, più o meno grandi, con più o meno problemi, da Coccolia a Ghibullo, da Ragone a Longana, da Savio a Mezzano e Grattacoppa, ecc., solo per dirne qualcuno, cercando di proporre soluzioni e miglioramenti. Quelli che avevamo in mente già quando scrivevamo il nostro programma elettorale.

Da qualche tempo anche Il Resto del Carlino sta pubblicando articoli sul forese dimenticato dalla Giunta di PD & soci, per la cura di Marco Beneventi. Ed è con piacere che li condividiamo sul nostro blog. Di seguito, questa volta, il pezzo su Ponte Nuovo, che più che una frazione è un quartiere, unito alla Città dal ponte ricostruito nel dopoguerra dopo la distruzione di quello storico voluto dal Cardinale Alberoni nel XVIII secolo.

[immagine: Antonio Zane, Veduta del nuovo Ponte insieme con l’Alveo e arginatura de’ Fiumi uniti, 1741, Biblioteca Classense]

#MassimoManzoli #RavennaInComune #PonteNuovo

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Ponte Nuovo, un quartiere tra luci e ombre

Tour nell’area che collega la città a Classe, tra degrado e siti archeologici. Diverse le costruzioni aziendali abbandonate

di Marco Beneventi

Quartiere di collegamento tra la periferia Sud di Ravenna e il centro urbano, Ponte Nuovo nonostante sia una zona in costante e regolare sviluppo, presenta da anni diversi punti neri che faticano a trovare soluzione definitiva.

Nell’asse della via Dismano, già di per sé critico per la mole del traffico che sopporta, si incontrano molti elementi negativi, partendo dalla rotonda delle tartarughe (in realtà monumento a Alva Myrdal) dove i numerosi incroci ravvicinati creano spesso situazioni di pericolo. Poco più avanti vi è lo scheletro di legno in rovina della Casa del latte, proprio davanti alla originale entrata della ex chiesa di San Severo. Si tratta di un distributore di latte vaccino, un servizio che era dislocato in diversi punti della città, ma eliminato da anni. A seguire, tra l’area del centro sportivo Ponte Nuovo ed il cementificio si notano la palazzina direzionale e i magazzini di una vasta azienda abbandonata. Tutto lo stabile sarebbe in vendita ma il numero telefonico affisso agli edifici dedicato alla trattativa, risulta inesistente.

Poco distante, tra le costruzioni realizzate sul luogo della fonderia Roncuzzi demolita nel 2001, una parte era occupata dalla ditta La Pineta. Era un azienda di distribuzione alimentari, nata nel 1982 in altra sede poi qui trasferita e, con la chiusura nel 2017, il sito si è trasformato in una discarica a cielo aperto in particolare nei varchi di carico/scarico. Proseguendo verso la tangenziale attraverso vicolo vecchio si può vedere la situazione in cui versa l’ex Valerio Maioli, un azienda specializzata in impiantistica elettrica e videocomunicazioni. Nata in un’altra zona della città ha poi occupato i locali attuali della ex azienda ortofrutticola Cilpa, ma con la chiusura per fallimento nel 2012 gli edifici, seppur recentemente messi in vendita, sono in preda al degrado, rendendo ancora più amara la perdita di un importante azienda ravennate, che tra l’altro si era distinta a livello mondiale con l’illuminazione del primo gran premio di Formula 1 realizzato in notturna.

Lungo la via Romea Sud, invece, tutto fermo nell’area archeologica di San Severo. Dovrebbe diventare un punto mediano di un percorso turistico tra l’area dell’antico porto di classe, con entrata in via Marabina, e il museo Classis di via Classense. I primi ritrovamenti risalgono al 1963 e sono bloccati all’ultima campagna di scavi del 2016. Al momento, tra le erbe infestanti e residui di cantiere, sarebbe visibile la base della basilica di San Severo, parte della torre del relativo campanile, il perimetro del vicino oratorio di San Ruffillo e degli edifici di servizio annessi alle sacre costruzioni, il tutto in attesa che venga concepito un progetto di ripristino e musealizzazione dell’area archeologica.

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