CARLO FLAMIGNI

È morto Carlo Flamigni. Per lui che pur non era di Ravenna, ha vissuto una vita a Bologna ed era ritornato a Forlì, a San Varano, in campagna, troviamo opportuna, molto opportuna, una dedica, un pensiero. È stato un uomo di cui tanto si può dire e scrivere, ma due elementi emergono, costanti, tra tutti: le donne e i diritti. I diritti di tutti, al di là dei generi. E le donne per le quali ha unito una sensibilità eccezionale ed una scienza clinica di prim’ordine con l’obiettivo della maternità come scelta consapevole. E poiché non si può esaurire in questo modo una lunga e appassionata vicenda umana è meglio lasciare lo spazio residuo ai ricordi.

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Correva l’anno 1977 e Bologna ribolliva. Io frequentavo la clinica del prof. Flamigni e lui fu il mio relatore di laurea. Per preparare la tesi andai un paio di volte a casa sua alla sera, ai piedi delle colline bolognesi. I computer e l’infografica non c’erano, e facevamo i grafici con la carta millimetrata, la matita e il righello. Poi ci siamo incrociati ogni tanto, di persona o al telefono, sia per vicende professionali che per condivisioni civili e politiche. Gli piaceva usare il termine “compagno”. Addio e grazie, compagno prof.

Pippo Tadolini

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