RAVENNA IN COMUNE BOCCIA DE PASCALE

Sul Corriere di Romagna di ieri, a firma Chiara Bissi, è uscito un articolo che, nell’intenzione della giornalista (e come sta avvenendo per le altre forze politiche ravennati presenti in Consiglio Comunale) prova a riassumere, in breve, passato, presente e, soprattutto, prospettive future di Ravenna in Comune. Lo riportiamo integralmente (quindi anche con la parte riguardante Art.1 e Sinistra per Ravenna che, ovviamente, con noi non c’entrano nulla).

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Ravenna in Comune boccia de Pascale: «Nessun accordo con la maggioranza». Manzoli: «Deciderà l’assemblea ma finora la linea è stata questa. Vediamo cosa emergerà»

Dopo i mesi della paura e del silenzio per la politica ravennate parte la fase 2 e anche la sinistra di opposizione riaccende i riflettori sull’operato della giunta e del sindaco. Ma per il consigliere Massimo Manzoli di Ravenna in Comune sono solo ombre quelle sulla scena cittadina: dalle infrastrutture alle politiche industriali, dall’energia all’ambiente, il giudizio sulla maggioranza è del tutto negativo a un anno dalle elezioni comunali del 2021. Un punto di vista lontano dalle posizioni di Articolo 1 e dagli esiti delle elezioni regionali di gennaio con le diverse anime della sinistra riunite nella lista Emilia Romagna Coraggiosa che ha raccolto consensi e guadagnato con Elly Schlein la vicepresidenza.

L’assemblea

Dopo tre mesi che hanno cambiato il mondo, segnato i ritmi e l’agenda politica, la lista Ravenna in Comune riprende il cammino e lo fa con un’assemblea in remoto da fissare nel mese di giugno. Prima dell’emergenza sanitaria più di una voce si era levata in favore di un avvicinamento all’esperienza politica del sindaco de Pascale per ritrovare un ruolo da protagonista all’interno della maggioranza e per allontanare gli spettri di una vittoria leghista. «In assemblea – spiega Manzoli – ragioneremo di quanto è accaduto in città in questi anni. La nostra politica alternativa è ancora valida, vedremo se emergeranno posizioni che possano giustificare altro. Ma finora nelle mie scelte sono stato appoggiato da tutti».

Lontani e vicini

Per ora Manzoli chiude a qualsiasi avvicinamento e lungo è l’elenco di questioni che lo allontanano dall’attivismo del sindaco, presente nei tavoli nazionali come presidente delle province italiane, efficace nella comunicazione quando cerca tutele per bambini e donne, quando anticipa la cassa integrazione, quando spende parole per cultura e turismo, quando toglie ai propri cittadini rette e Tari e porta in città la facoltà di medicina. E su queste battaglie trova Art.1 e Sinistra per Ravenna al proprio fianco. «Il progetto di Coraggiosa – assicura Luca Ortolani coordinatore provinciale di Art.1 – deve essere uno stimolo per i territori, un modo per trovare una direttrice comune per un cambio di passo. La nostra è una critica costruttiva laddove ci sono atteggiamenti da correggere, rigidità e limiti culturali».

I no

Ma per Manzoli viste da vicino le scelte della giunta de Pascale sono inaccettabili: «A Ravenna servirebbe immediatamente il raddoppio della linea ferroviaria Castelbolognese-Ravenna, invece si realizza un nuovo ponte a servizio di un hub e un terminal portuale che non ci sono. Sui temi ambientali aspettavamo un cambio di passo, siamo contrari alla nuova legge urbanistica voluta dal Pd. E poi l’energia. La transizione energetica non può rimanere sulla carta aspettando che falliscano le imprese, vorremmo che il Comune si sedesse al tavolo con Eni per ottenere investimenti sulle rinnovabili non sulle estrazioni». Un tema questo destinato ad entrare di prepotenza nel dibattito interno ed esterno alla maggioranza.

«Con il Pd abbiamo avuto posizioni differenti – ricorda Ortolani di Art.1 – e anche con i sindacati. Dobbiamo trovare un equilibrio, i combustibili fossili non sono il futuro, ma i lavoratori non devono essere gli ultimi a pagare il prezzo della transizione. Va tutelata l’occupazione e le competenze, niente più estrazioni sulla costa ma allargo, no a impianti di stoccaggio e sì agli investimenti su energie sostenibili. Piuttosto facciamo di Ravenna un esempio di riconversione».

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