GRUP YORUM

Un assassinio a tutti gli effetti.

Accendete Youtube e ascoltate questa musica.

Certamente ci sentiremo chiedere: “Ma voi che c’entrate ? Non siete un gruppo che lavora sul locale?”. Certo, “Ravenna in Comune” è una realtà locale, ma della difesa dei diritti umani e del contrasto a ogni dittatura abbiamo fatto una nostra bandiera. E in diverse occasioni organizzato iniziative pubbliche di studio , discussione e mobilitazione. Oggi, momento in cui il maledetto coronavirus sta facendo passare sotto silenzio troppe cose pur importantissime, sta anche a noi – quindi – levare forte la voce perché non siano completamente ignorati fatti gravissimi che succedono in terre tutto sommato vicine e – fra l’altro – che si considerano “alleate” del nostro Paese.

Forse pochi, anche fra i lettori della nostra informazione, che pure sono fra le persone più informate e sensibili, conoscono la storia di Helin Bolek, Mustafa Kocak e Ibrahim Gokcek, musicisti turchi, membri del gruppo folk Grup Yorum (loro la versione turca di “Bella Ciao” che abbiamo visto e sentito in diverse occasioni). Dal 2016 perseguitati, più volte arrestati, maltrattati, nuovamente arrestati, condannati con l’accusa di terrorismo per avere a più riprese manifestato nei loro concerti e nei loro dischi l’opposizione alla ormai aperta dittatura di Erdogan e del suo regime, i tre musicisti hanno scelto la protesta estrema dello sciopero della fame a oltranza. Un mese fa è morta Helin, la cantante del gruppo, dopo 288 giorni, ridotta a trentatre chili di peso, il 24 aprile se n’era andato Mustafa dopo 297 giorni, 29 chili. Ieri, dopo 323 giorni di rifiuto del cibo, si è spento Ibrahim, il bassista del gruppo, che qualche giorno prima era stato scarcerato grazie alle pressioni esercitate da una crescente solidarietà interna e internazionale. Il regime turco li ha lasciati crepare senza muovere un dito.

E’ un assassinio, non si può usare altro termine. Il criminale Erdogan e il suo gruppo di gangster accusano di terrorismo chiunque sia anche solo debolmente avversario della sua politica, e nella sostanziale indifferenza del mondo, con la totale complicità di alcuni governi, continua a massacrare non solo il popolo curdo, anch’esso caduto in gran parte nel dimenticatoio, ma anche gli oppositori interni, giornalisti, intellettuali, avvocati, attivisti ambientali.

Ci riguarda. La Turchia è un paese membro della NATO, è un paese che a più riprese ha espresso la volontà di entrare a far parte dell’ Unione Europea, è quindi a tutti gli effetti un “alleato” anche dell’Italia, e uno dei principali clienti del nostro export di armi. Ed è il paese al quale l’Europa eroga fior di miliardi di euro perché ci tenga lontani i flussi migratori che vengono dalla rotta sudest.

Così non si può continuare. Chiunque possa, in qualsiasi modo, far sentire l’indignazione che provocano questi fatti lo faccia. Intanto facciamo girare questa terribile informazione, scriviamo ai giornali, mandiamo messaggi ai nostri referenti politici (se ne abbiamo), sollecitiamo prese di posizione a chiunque abbia un ruolo. E chiediamo che si rivedano subito (e non messi in un’agenda che resta nei cassetti) le forniture di armi all’ assassino Erdogan.

“Ravenna in Comune” farà la sua parte. Tutti gli altri facciano la loro.

Come primo gesto proponiamo che tutte e tutti voi che ci leggete andiate a cercare su Youtube il Grup Yorum ed ascoltiate il loro “Bella Ciao” e gli altri loro pezzi. Anche questa è una piccola, sicuramente ininfluente nell’immediato, ma importante mobilitazione delle coscienze.

 

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