ACQUA ALTA: CHIUDIAMO IL GAS

Ieri Provincia e Comune di Ravenna sono andati sotto. I fiumi esondati per la pioggia da record hanno fatto chiudere ponti e strade, interrompere i collegamenti ferroviari, allagare case e capannoni, affondare auto e provocato vittime oltre a molti danni. Sono state le località dell’interno ad essere colpite. A novembre e gennaio, invece, era stata la costa ad andare sotto. Spiagge, stabilimenti balneari e località costiere avevano sperimentato cosa intenda l’ENEA quando anticipa che prima della fine del secolo l’avanzamento del mare avrà fatto sparire tanta parte del nostro Comune. A grandi intense e continue piogge, fuori scala per quantità nella relativa stagione, si sommano situazioni diverse di difficoltà. L’innalzamento del livello del mare, l’abbassamento dei territori costieri e l’aver costruito dove non si sarebbe dovuto per le località balneari. La difficoltà dei fiumi di adattarsi all’aumento in poco tempo della portata, le criticità negli argini e nelle cosiddette aree di laminazione e, anche qui, l’urbanizzazione eccessiva per le località dell’interno.

Ravenna in Comune ha già segnalato altre volte come non si debba maledire il fato per ciò che accade. Il fato è imperscrutabile e richiede, come ben sapevano gli antichi, riti specifici per la consultazione delle varie Pizie di Delfi o Sibille di Cuma. Qui di imperscrutabile non c’è niente. Abbiamo meteorologi in grado di fornire anticipatamente le previsioni su quanto sta per accadere a distanza di ore così come di anni, per quanto con diverso grado di precisione. Geologi capaci di segnalare le criticità e le misure da adottare di conseguenza. Urbanisti consapevoli delle linee da seguire nella pianificazione degli interventi sul territorio perché l’antropizzazione segua linee sostenibili. Abbiamo infine ogni sorta di “scienziati” che da un diverso punto di vista specialistico ci allertano sulle conseguenze dell’innalzamento della temperatura e sulle diverse strategie che si possono mettere in atto per arrestarlo o quanto meno rallentarne l’impatto.

Quello che ci manca sono politici dedicati al bene delle collettività piuttosto che a quello di singoli potenti “grandi elettori” e forze politiche in grado di sostenerne l’operato. Più precisamente, queste forze politiche ci sono ma per tanti fattori, nessuno dei quali ha a che vedere col fato, sono mantenute in condizione di non nuocere da parte di quegli stessi “grandi elettori” che avrebbero tutto da perdere se la gestione della cosa pubblica fuoriuscisse dalle grinfie di centrodestra e centrosinistra.

Così non sentiremo nessun politico della maggioranza di centrosinistra che amministra il Comune, ma nemmeno nessun politico della opposizione di centrodestra in consiglio comunale, collegare i guasti prodotti dalle intense piogge di questi giorni alle politiche adottate da quelle stesse forze politiche. Perché, come ben sappiamo, senza la continua impermeabilizzazione del suolo dovuta a piattaforme logistiche, case e villette, piazzali e capannoni ma anche supermercati e centri commerciali, ecc., il terreno riuscirebbe ad assorbire gran parte delle acque che invece ristagnano e si accumulano senza capacità di sfogo. E pure ben sappiamo come sia la rinuncia alle energie rinnovabili a “costringere” ad estrarre e bruciare quel gas che costituisce un determinante fattore “serra” nell’innalzamento delle temperature che provoca l’alternanza violenta tra siccità e grandi piogge.

Ravenna in Comune non appartiene a questo mondo di politici e di forze politiche tra loro sostanzialmente interscambiabili in quanto al servizio di uno stesso modello di società. Quello stesso modello neoliberista che favorisce quei pochi che guadagnano dalla speculazione edilizia e dalla speculazione sulle fonti fossili a danno della collettività più vasta. È stato importante a questo proposito l’incontro di ieri sera, organizzato dalla Campagna per il Clima – Fuori dal Fossile, per dare un nome a cause ed effetti e politiche buone e politiche cattive che hanno a che fare con l’ennesima alluvione. Altrettanto importante, anzi fondamentale, è la manifestazione che sabato 6 maggio si svolgerà a Ravenna a sostegno delle energie rinnovabili e per respingere proprio quelle politiche pro-fossile e pro-consumo di suolo le cui conseguenze sono state ampiamente illustrate dai fatti di questi giorni. Chi continua a voltarsi dall’altra parte, chi evita di scendere in piazza, chi si ostina a credere alle esili foglie di fico sbandierate dal Sindaco, dal Presidente della Regione e da chi li sostiene, non si stupisca della prossima alluvione, della prossima siccità o del prossimo ghiacciaio che crolla. Chi ha letto queste righe e ha avuto modo di seguirci nel nostro percorso di coerenza politica non si stupirà, dunque, nel leggere il nostro invito ad unirsi al corteo e alla manifestazione che il 6 maggio percorrerà le strade di Ravenna, in conclusione di un articolo sulla disastrosa ennesima alluvione che sta imperversando sui nostri territori.

[Nella foto di Massimo Fiorentini: l’intervento al ponte sul Lamone a Mezzano]

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Maltempo Ravenna, sacchi di sabbia sul ponte di Mezzano

Fonte: Corriere Romagna del 3 maggio 2023

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