CERCASI SCHIAVI, POSSIBILMENTE GIOVANI

Cercasi schiavi, possibilmente giovani. Non è una richiesta a prostituirsi ma ad accettare qualunque lavoro sia disponibile, a qualunque condizione e retribuzione. «Se hai una cifra, devi fare il lavoro per il quale ti pago» è, alla lettera, il diktat di Federalberghi riportato dalla stampa locale. Seguito da un immancabile «Ragazzi, non dormite sul divano». La “colpa” di tutto va ai primi strumenti che, pur con tutti i limiti, hanno iniziato a consentire di rifiutare la schiavitù. Dalla parte del padrone, perciò, il rimedio è semplice: «Gli strumenti di welfare come reddito di cittadinanza e reddito di emergenza, sono sacrosanti ma da rimodulare totalmente, hanno fatto sì che tanti siano restati sul divano invece di affrontare la stagione». In fondo, però, la verità scappa fuori: «Quest’estate non sono stati fissati i ’flussi’ di lavoratori extracomunitari per l’attività stagionale, dal turismo all’agricoltura. E sono mancati lavoratori egiziani, moldavi, romeni». Quelli che arrivano già consapevoli di dover accettare di tutto, in altre parole. Insomma, c’è veramente carenza di lavoratori? Se fosse vero, sarebbe comunque buona cosa, dal punto di vista dei lavoratori, ovviamente. Ma non è così, come si ricava dalla stampa nazionale.

«I dati amministrativi dell’Inps pubblicati due giorni fa raccontano tutt’altra storia: a maggio sono stati attivati la bellezza di 142.272 rapporti di lavoro stagionali. Quasi il doppio rispetto al 2017 e 50mila in più sia rispetto al 2018 – prima dell’introduzione del reddito di cittadinanza – sia rispetto al 2019. Una ricerca d’archivio conferma che si tratta di un record da almeno otto anni a questa parte (le serie arrivano fino al 2014). […] A spiccare, rispetto agli anni pre Covid, è proprio l’andamento dei contratti stagionali. “Particolarmente accentuato risulta il recupero, negli ultimi tre mesi, delle assunzioni stagionali e in somministrazione”, chiosa l’Inps».

I padroni del turismo (non meritano il titolo di imprenditori) vorrebbero piena schiavitù da compensare con la paghetta. E il PD, nella sostanza, è d’accordo: «Fin dall’inizio gli esperti avevano evidenziato che, per come era disegnato, il reddito di cittadinanza avrebbe potuto creare effetti di “competizione” con i lavori nei settori a basso valore aggiunto. E dunque credo vada fatta una valutazione su come correggere queste distorsioni, per esempio rafforzando le condizionalità e le sanzioni per i percettori che rifiutano le offerte» così Irene Tinagli, vicesegretaria del partito. Del resto della destra non c’è neanche bisogno di parlare.

Come Ravenna in Comune crediamo che le riforme che occorrono al reddito di cittadinanza siano quelle che servono a farlo diventare come il nome vorrebbe: uno strumento in grado di garantire a tutte e tutti il diritto ad una vita dignitosa. Tanti padroni e tanti politici loro alleati si lamentano invece del fatto che ci siano lavoratori che oggi si permettono di rifiutare condizioni di sfruttamento. Ravenna in comune crede che tutte e tutti dovrebbero poter vivere senza sottostare a quel tipo di condizioni. La differenza tra noi e loro è tutta qui.

#Ravennaincomune #Ravenna #turismo #amministrative2021

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Boom di turisti, pochi lavoratori «Ragazzi, non dormite sul divano»

Fonte: Il Resto del Carlino del 29 agosto 2021

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I dati Inps smentiscono gli allarmi sugli stagionali che “non si trovano per colpa del reddito di cittadinanza”: a maggio 142mila contratti, mai così tanti da otto anni

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 28 agosto 2021

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Reddito di cittadinanza, Tinagli: “Il sostegno è sacrosanto, vanno rivisti i criteri di accesso”

Fonte: la Repubblica dell’8 agosto 2021 

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