RAVENNA-BOLOGNA: L’ALTA VELOCITA’ SU UN BINARIO DEL 1863

Suonino a festa le campane. Per una volta ci sentiamo di condividere parola per parola una frase (anche se solo quella) pronunciata dal Sindaco. Il tema è quello dell’alta velocità ferroviaria, di stazioni e di linee dedicate. Così ha detto de Pascale prendendo spunto dalla proposta di Confindustria di piazzare una stazione in mezzo al nulla: «Se dicessi che la nostra città si candida come stazione per l’alta velocità, quando non arriva nemmeno la media, non sarei molto credibile». Giusto.

Lo riporta il Corriere Romagna di ieri che poi continua l’intervista al Sindaco:

Per il sindaco Ravenna ha oggi un altro tipo di priorità sul traffico ferroviario: accorciare i tempi con il collegamento bolognese. Meno di un centinaio di chilometri per i quali, tagliando qualche fermata secondaria, si è riusciti a risparmiare in gran parte delle corse venti minuti. «Durante il mio mandato – dice – siamo riusciti a passare da un’ora e venti ad un’ora. Se si riuscisse a scendere di altri venti minuti significherebbe per Ravenna annullare il gap sul fronte dei collegamenti ferroviari». In altre parole Ravenna diventerebbe una sorta di fermata metropolitana di Bologna, che è il punto nevralgico del trasporto ferroviario italiano. A quel punto basterebbe promuovere la città per vedere il flusso dei turisti aumentare e migliorare la vita di tanti pendolari. Al di là delle suggestioni, questo sembra il vero obiettivo della città per un futuro migliore sul fronte del trasporto sostenibile”.

Ora fermiamo le campane. Ci ricordiamo bene cosa è successo con l’annuncio di de Pascale del novembre 2018 che si sarebbero ridotti i tempi di percorrenza. Si scoprì, di lì a poco, che la “magia” sarebbe avvenuta, appunto, tagliando delle fermate. E ce n’è voluto per riuscire a ritornare come prima. Arrivare prima fermandosi di meno è una strategia nota e implementata da tempo dalle Ferrovie dello Stato. Affermare perciò da parte del Sindaco che soltanto con il suo mandato ci siano dei treni che impiegano una sola ora per arrivare a Bologna è un falso storico. Il treno più veloce che la mattina porta a Bologna da Ravenna oggi impiega 59 minuti fermando soltanto a Lugo. Parte da Ravenna alle 7.55 e arriva a Bologna alle 8.54. Dieci anni fa era lo stesso. Anzi, meglio. Si partiva da Ravenna alle 7.54 e si arrivava a Bologna alle 8.52. 58 minuti sempre fermando solo a Lugo. Un minuto in meno.

Per arrivare prima a Bologna senza tagliare fermate è indispensabile il raddoppio del tratto sino a Castel Bolognese che ancora oggi funziona con un binario solo come nel 1863, quando il tracciato fu inaugurato. Non lo diciamo solo noi, ovviamente. Anche de Pascale ne è ben consapevole. Per vincere al secondo turno, dopo il primo in cui era stato costretto al ballottaggio, cinque anni fa lo aveva promesso:

 «Entro i cinque anni realizzeremo le grandi infrastrutture: la ferrovia nel collegamento con Bologna».

Non solo non si è realizzata la promessa durante il primo mandato, ma non compare più tra le promesse per un eventuale secondo. Il raddoppio non è tra le priorità della coalizione che lo sostiene alle elezioni di ottobre.

Per noi di Ravenna in Comune il raddoppio del binario per Castel Bolognese, invece, dovrebbe essere in testa ad ogni sforzo dell’Amministrazione presente e futura. Lo avevamo chiaro cinque anni fa e continuiamo a dichiararlo oggi. Di questo, prima di ogni altro progetto ferroviario, si dovrebbe trattare nei rapporti con le Ferrovie, con la Regione, con il Governo. Prima, molto prima, di qualunque ipotesi su una stazione per l’alta velocità.

[nell’immagine: estratto dalla pag. 817 di “In treno in tutt’Italia – Orario nazionale regionale internazionale 14 giugno-12 dicembre 2009” quadro 268, tratta Ravenna-Russi-Castel Bolognese-Bologna]

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Alta Velocità in Romagna, il sindaco di Ravenna: “Parliamone senza campanilismi”

Fonte: Corriere Romagna del 19 luglio 2021

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L’Alta velocità divide la politica. Comunque il progetto della stazione unica a collegare la Romagna raccoglie soprattutto consensi

Fonte: Il Resto del Carlino del 17 luglio 2021

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