ANCORA OMICIDI DI LAVORO: DUE DI TROPPO

Non ci sono più parole per denunciare la reiterazione della stessa notizia: una donna o un uomo che esce di casa per andare al lavoro e che non vi rientra. Per un tempo più o meno lungo, causa degenza ospedaliera. O per sempre, causa morte. Ieri mattina è accaduto ancora. Così il Resto del Carlino:

«Tragico infortunio questa mattina allo stabilimento Marcegaglia di via Baiona. Nell’incidente sul lavoro è morto un operaio di 63 anni, dipendente di una ditta esterna.

Erano circa le 9.10 quando il lavoratore è rimasto schiacciato da un coil, una grande bobina per vari impieghi. Immediatamente è scattato l’allarme con l’arrivo sul posto dei sanitari del 118 con un’ambulanza e un’auto con medico a bordo. Nel luogo dell’infortunio sono arrivati anche i carabinieri e i tecnici della Medicina del lavoro dell’Ausl Romagna».

Le dinamiche sono più o meno sempre le stesse: o cade il lavoratore o cade qualcosa sul lavoratore. Anche i luoghi: cantieri edili o porto. Non sono coinvolti solo lavoratori con l’età più avanzata ma accade sempre più spesso. 61 anni il ferito del 25 giugno. 51 quello del 5 luglio. 63 ieri. A dieci giorni di distanza l’uno dall’altro, sempre con codice di massima gravità. Che può anche voler dire “morte”, come accaduto ieri.

Ma non bastava. Perché nel pomeriggio è toccato al Corriere Romagna aggiungere: 

«Un uomo di 44 anni è deceduto nel primo pomeriggio di oggi in seguito a un infortunio sul lavoro avvenuto in una nave in rada al porto di Ravenna. I rilievi da parte della Capitaneria di Porto e della Medicina del Lavoro, iniziati dopo l’intervento da parte del 118, sono tuttora in corso. Ancora sconosciuta l’identità della vittima, così come la dinamica dell’incidente. Si tratta del secondo infortunio dall’esito fatale avvenuto nella giornata odierna al porto, dopo l’incidente all’interno dello stabilimento Marcegaglia, costato la vita a un operaio di 63 anni».

La morte o i ferimenti sul lavoro non sono incidenti. Sono le conseguenze di ciò che, dopo esser stato messo in conto che potesse accadere, si è consentito che accadesse. Per cause immediate differenti ma per una causa prima chiamata profitto. È sempre così. Le indagini proveranno ad accertare la catena degli avvenimenti e quella delle responsabilità. Seguirà il processo, se il procedimento lo riterrà necessario. Seguiranno, solo in quel caso, i gradi di giudizio. Alla fine, se ci sarà stato un processo, se sarà giunto in fondo senza prescrizioni, ci sarà una sentenza. Un lungo percorso al termine del quale, troppo spesso, non c’è nessuno che ne porti conseguenze se non chi era rimasto ferito o ucciso. E le famiglie.

Fino a quando i padroni (quelli veri, non le figure interposte) non saranno condannati a pena grave per quanto hanno permesso accadesse e non sconteranno quella pena, morti e feriti continueranno ad ammucchiarsi. Vincerà il profitto senza riguardo alle vite. Il denaro sarà tenuto più in considerazione della salvaguardia di chi lavora. L’eventualità di un “incidente” sarà sempre meno valutata rispetto alla certezza dei costi da imputare a bilancio per la sicurezza.

Lo avevamo promesso e continueremo ad insistere. Renda visibili il Sindaco di Ravenna i dati che vengono raccolti dall’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza sul Lavoro che dopo anni di impegno siamo riusciti a far implementare presso la Prefettura. È fondamentale, ad esempio, appurare l’incidenza dei cosiddetti “incidenti sul lavoro” in relazione al numero di passaggi che intercorrono tra il padrone e il lavoratore. Più al padrone riesce di “allontanarsi” dal lavoratore e più aumenta il rischio di “incidente” e le probabilità di impunità. Quante volte, a risalire indietro nella catena, si ritrova lo stesso padrone? Ieri è successo a Marcegaglia ad un lavoratore della Cofari colpito da un coil. Il 22 maggio era stata una pinza da 3 tonnellate a mancare un lavoratore. Sempre a Marcegaglia. E poi ci viene in mente il marittimo precipitato in una stiva durante le operazioni portuali alla banchina di Marcegaglia. Lo scorso anno. A novembre si terrà a Ravenna il processo per un altro “incidente” alla Marcegaglia. Lo scorso anno si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo per la morte di un altro lavoratore di Cofari investito da due coil in un magazzino ravennate di Marcegaglia. Sempre nel 2020 altri due processi si sono conclusi con l’assoluzione di tutti gli imputati per “incidenti” alla Marcegaglia di Ravenna. Degli “incidenti leggeri” che avvengono alla Marcegaglia nulla sappiamo, ovviamente. Non vanno sui giornali.

Ravenna in Comune pretende dall’Amministrazione Comunale che il Sindaco faccia tutto quanto in suo potere perché sia garantito a tutte e tutti di tornare a casa al termine del turno di lavoro. Lo può fare non facendo finta di non conoscere cosa avviene nello stabilimento di Ravenna come quando ha incontrato i due fratelli padroni di Marcegaglia e ha messo a loro disposizione la sala del Consiglio. Lo può fare non girandosi dall’altra parte come ha fatto quando i sindacati hanno chiesto appoggio nella tutela dei lavoratori scambiati come noccioline tra un cambio d’appalto e l’altro dentro Marcegaglia. Lo può fare “battendo un colpo” nell’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza sul Lavoro facendo accertare quanto “pesino” gli “incidenti” in Marcegaglia.

Come ha detto ieri il nostro Consigliere, Massimo Manzoli: 

«Oggi nello stabilimento Marcegaglia è morto un lavoratore, 63 anni.
Poco dopo in una nave in rada fuori dal nostro porto è morto un altro lavoratore.
È una giornata dolorosa, e la rabbia è tanta nel vedere che la storia ciclicamente si ripete senza che si voglia mettere al centro dell’azione la sicurezza delle lavoratrici e lavoratori.
Quante altre volte sfilate al grido di “mai più” dovremo vedere prima che ogni cittadina e cittadino abbia la certezza di tornare a casa ogni volta che esce per andare al lavoro?».
 

Lo diciamo alla politica ravennate tutta: se l’andazzo continuerà come se niente fosse, potremmo ben dire che sono solo formali le esternazioni che sono state puntualmente espresse, come sempre succede, anche questa volta. Da ieri Ravenna conta due morti di troppo: non è il fato e non è il destino e non è neanche una maledizione! 

[La foto è stata scattata durante un incontro pre-covid tra il nostro consigliere comunale, Massimo Manzoli, e i lavoratori impegnati in uno sciopero presso Marcegaglia; in calce a questo articolo l’elenco aggiornato degli omicidi di lavoro del 2021 pubblicato da La Stampa]

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Tragico infortunio alla Marcegaglia di Ravenna, muore operaio. E’ rimasto schiacciato da un coil. Sul posto 118, carabinieri e Medicina del lavoro

Fonte: Il Resto del Carlino del 15 luglio 2021

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Altro incidente al porto di Ravenna, 44enne muore a bordo di una nave

Fonte: Corriere Romagna del 15 luglio 2021

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MORTI SUL LAVORO

Un luogo, una data, un incidente, un nome, una vita persa: chisono i lavoratori deceduti nel 2021. La mappa degli infortuni

Fonte: La Stampa del 15 luglio 2021

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