I CANTIERI MALEDETTI

Sono dieci anni che l’azienda dei Passarelli è impegnata con il Comune di Ravenna per la realizzazione del polo di uffici a completamento di quelli già realizzati (da altri) in via Berlinguer. Se credessimo al malocchio dovremmo dire che su tutta l’area grava una qualche maledizione in cui la maggioranza che, pur mutando di nome, amministra la Città da decenni s’è andata a infilare. Per non perdere la memoria, infatti, andrebbe ricordato il progetto del 1987, commissionato a Renzo Piano, per un grande palazzetto dello sport, finito nel nulla e sostituito, molti anni dopo, da un polo di uffici comunali che ne ricalcava le fondamenta. Al tentativo, riuscito, di schivare una ipotetica accusa di danno erariale, infatti, si deve l’inutile (ma molto affascinante) collegamento aereo tra le due palazzine produttivo di un profilo, guarda caso, corrispondente alle opere di fondazione realizzate al momento del definitivo stop a quello che, all’epoca, era sembrato un inutile doppione rispetto al Pala de André nel frattempo completato dal Gruppo Ferruzzi.

E il collegamento Palazzetto/Uffici Comunali è continuato fino ai nostri tempi. Già, perché come una precedente Amministrazione aveva ambito ad essere ricordata nei secoli affiancando un palazzetto moderno all’allora divenuto insufficiente pala Costa, questa ha avuto lo stesso ardire ed aspira ad identica fama, millenaria questa volta, realizzando il Pala Fagnani. E come la precedente Amministrazione, anche questa sta incappando in mille problemi per poter realizzare quello che, nei desiderata del Sindaco, sarebbe dovuto risultare, assieme al nuovo Porto, il biglietto da visita delle elezioni 2021. Di quanto manchi prima che si riesca finalmente a mandare uno straccio di draga nel Candiano diremo in altro luogo. Certo, però, non in tempo per consentire a de Pascale di presentarsi alle elezioni con fondali decenti. E ora anche il Palazzetto sta scivolando lungo una brutta china. Prima la sosta forzata per il Covid-19 ed ora quella, altrettanto forzata, per l’interdittiva antimafia che ha colpito il costruttore, notificatagli dal prefetto di Napoli.

Da quanto riporta la stampa campana il “problema” starebbe nei rapporti con i capi di clan di Castellammare di Stabia. Di fatto da martedì scorso la società dei Passarelli, tra le più forti della provincia di Napoli, non può lavorare nel settore degli appalti pubblici. E questo, per Ravenna, vuol dire fermare di nuovo il cantiere del palazzetto. Almeno sino a quando il consorzio di imprese che si era aggiudicato i lavori e che li aveva “passati” a Passarelli non li riuscirà a “passare” ad un altro consorziato. Oppure fino ad un’eventuale vittoria di Passarelli in un eventuale ricorso al TAR contro il provvedimento. Di fatto i tempi si allungano.

Come si allungano i tempi già lunghi del polo uffici dell’area maledetta. Qui nel 2011 Passarelli si era già aggiudicato i lavori ma finì tutto in un contenzioso con l’Amministrazione risolto in via stragiudiziale sancendo che il prezzo sarebbe stato pagato parte in denaro e parte in immobili. E tra tante false partenze si era aggiunta la decisione di ARPAE di infilare nel progetto anche alcuni laboratori. Nuovo stop, rimodulazione del progetto e nuova partenza. Poi nuovo stop per il covid-19. Nuova partenza e siamo fermi di nuovo.

L’importo che indica il Resto del Carlino per gli uffici comunali è di 26, 4 milioni di euro. Per il palazzetto: 15 milioni di euro.

Come Ravenna in Comune siamo certo preoccupati, come il Sindaco, della sorte di due importanti cantieri. Ma, non lo nascondiamo, ci preoccupa molto di più il perché siano stati fermati.

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Ravenna, il provvedimento antimafia nei confronti di società impegnata nel nuovo palasport e nel palazzo degli uffici

Fonte: l’interdittiva antimafia

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