CRACK SANITA’: PD E DESTRA A BRACCETTO

Cosa ci vuole ancora per certificare il fallimento gestionale della sanità emiliano-romagnola? Troppo comodo cavarsela dicendo che le altre stanno peggio. Chi ha gettato al vento, deliberatamente e programmaticamente, l’eccellenza della nostra sanità? Chi si è stretto in un amplesso mortificante per il pubblico con i grandi padroni della sanità privata convenzionata arricchendoli con le risorse pubbliche? Troppo comodo, signori miei, dare tutte le colpe all’ultimo Governo nazionale. Che certo ne ha, ampie e meritate. Ma è in carica da fine 2022: un po’ poco per caricarsi di tutte le colpe. Non siamo noi, almeno non solo noi di Ravenna in Comune, a riconoscere che per produrre un dissesto del genere occorreva una prolungata nefasta azione politica. Sono i sindacati dei medici (Cgil, Cisl, Uil, Aaroi-Emac, Fassid e Fvm) in una nota inviata alla stampa a descrivere quello attuale come «un momento storico che vede la peggior crisi del sistema sanitario nazionale pubblico dovuta alla miopia politica che negli ultimi 15 anni ha operato tagli lineari considerando la sanità un peso e non un valore, per la carenza di medici e le continue dimissioni verso situazioni lavorative meglio retribuite e con accettabili tempi di lavoro e di vita». Secondo noi parlare solo degli ultimi 15 anni è fare un torto ai governanti precedenti che portano pari responsabilità.

Comunque, per rimanere solo agli ultimi 15 anni, chi ha governato in Italia? L’ultimo Governo Berlusconi, dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011, sostenuto da PdL, Lega Nord e MpA; il Governo Monti, dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013, sostenuto da PdL, PD, UdC, FLI, ApI, RI, MpA, Fareitalia, PID, PLI, PRI, LD, AdC, PSI, MAIE, IdV; Governo Letta, dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014, sostenuto da PD, SC, UdC, RI, NCD, PpI, GS, PdL/FI, PSI, SVP, PATT, USEI, MAIE, UV, CD, UpT, GAPP; il Governo Renzi, dal 22/02/2014 al 12/12/2016, sostenuto da PD, NCD, UdC, SC, PSI, DemoS, CD, ALA, SVP, PATT, UpT, USEI, UV, ApI, IdV e MAIE; il Governo Gentiloni, dal 12/12/2016 al 01/06/2018, sostenuto da PD, AP, CpE, PSI, CI, DemoS, ALA, SC, MAIE, SVP, PATT, SA, UV, IdV, UpT, USEI, Mod, LC, LPP; il primo Governo Conte, dal 01/06/2018 al 04/09/2019, sostenuto da M5S, Lega, MAIE, PLI, PSd’Az, MNS; il secondo Governo Conte, dal 05/09/2019 al 13/02/2021, sostenuto da M5S, PD, LeU, IV, MAIE, PSI, CD, UV, CpE, PATT, SVP, SF, PP-AP, Mod; il Governo Draghi, dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022, sostenuto da M5S, LSP, PD, FI, IpF IV, Art.1, +Eu, NcI, CD, Az, Cambiamo!, CI, PSI, UdC, PATT, SVP, CpE, RI, NPSI, èV, PeC, SF, Mod, PP, PSd’Az, nDC, MAIE, USEI; sino all’attuale Governo in carica di centrodestra.

E l’Emilia-Romagna negli ultimi 15 anni? La Giunta Errani, dal 2010 al 2014, sostenuta da PD, IDV, RC, SEL/Verdi; la Giunta Bonaccini, dal 2014 al 2020, sostenuta da PD e SEL; sino all’attuale Giunta Bonaccini, sostenuta da PD, Lista Bonaccini, Emilia Romagna Coraggiosa, Europa Verde.

Sappiamo di chi parlano, dunque, quando sentiamo i Sindacati puntare il dito contro le «politiche ormai superate di gestione del personale e relazioni sindacali dell’Ausl Romagna». E a chi si rivolgono quando denunciano: «Per far fronte alle carenze di personale in Ps si costringono medici di altri reparti a coprirne i turni vuoti, creando nei fatti carenze a catena nei loro reparti di provenienza e inducendo a licenziamenti o mobilità verso presidi ospedalieri che non impongano il demansionamento professionale rispetto alla propria qualifica, invece di trovare soluzioni diverse come avviene in tanti altri territori. Si pensa poi di aumentare ulteriormente il carico di lavoro dei professionisti per le visite specialistiche, a parità di personale, con obbiettivi di budget irrealizzabili per far fronte al piano regionale di abbattimento delle liste d’attesa che appare più orientato ad un consenso di facciata che non alla reale soluzione di prospettiva rispetto ai bisogni delle persone».

L’ultima trovata, quella del CAU, come ampiamente previsto, non ha risolto i problemi: per Ravenna si è calcolato che su 10 pazienti con codice di bassa gravità (bianchi e verdi) che si rivolgevano al Pronto Soccorso solo 1 si è spostato sul CAU. E, per quel che riguarda il nostro Pronto Soccorso, parliamo di 82mila accessi all’anno (dati 2022), di cui quelli identificati come bianchi e verdi non arrivano ad un quarto del totale (23%). Di fatto si rivolge al CAU chi si sarebbe rivolto alla medicina di base se vi avesse trovato una risposta adeguata.

Ravenna in Comune torna a denunciare le responsabilità principali di chi ha prodotto il disastro malgovernando la sanità a livello locale (comune e regione) e nazionale, a tutto vantaggio del privato. Fatti un po’ di conti, in questi ultimi 15 anni, il governo locale è stato sempre a guida PD e quello nazionale, ininterrottamente tra i governi Monti e Meloni, salvo la parentesi del primo governo Conti, sempre con dentro il PD. I problemi della sanità come servizio pubblico non sono risolvibili dal privato (come Sindaco e Presidente della Regione, del PD, millantano): il privato è il problema, non la soluzione. Ed il colpevole di tutto questo, oltre alla destra, ha un nome ed un cognome: Partito Democratico.

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Superlavoro per i medici, ora basta. I sindacati: “L’Ausl ci incontri”

Professionisti costretti a coprire i buchi del Pronto Soccorso e ad aumentare le visite specialistiche

Fonte: il Resto del Carlino del 7 aprile 2024

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