NULLO BALDINI: NUOVE CASE AL POSTO DI UNA SCUOLA

Venduta l’ex scuola Primaria di San Biagio Sud a Ravenna, a pochi passi dall’attuale sede dell’ACMAR. Lo apprendiamo dalla stampa: «L’Ausl ci provava da anni, a vendere quell’edificio sempre più degradato in via Palestro 4. E finalmente ci è riuscita, nel corso di un’asta in cui una società di Bagnacavallo, l’immobiliare Prismat srl, se l’è aggiudicato per 470mila euro. Ovvero quasi la metà rispetto alla cifra a cui l’azienda sanitaria aveva tentato di venderlo in un’asta di otto anni fa, nel 2015». Da parte nostra ce ne eravamo occupate l’ultima volta poco prima delle elezioni amministrative. Ricordando che la scuola denominata “Nullo Baldini” «ha avuto scolari negli “70 e “80 del secolo scorso, servendo prevalentemente la popolazione scolastica dell’omonimo “Villaggio” e dintorni del Quartiere San Biagio. Nel ventennio successivo è stata invece sede per la Formazione degli operatori sanitari dell’Asl di Ravenna. Ora è chiusa da una decina d’anni». Dall’esterno le sue condizioni apparirebbero ad oggi ancora facilmente recuperabili nonostante il prolungato abbandono.

Con mossa decisamente poco astuta de Pascale rifiutò la proposta dei residenti che proponevano di riottenere l’edificio dalla Ausl e curarne la riqualificazione e rimessa in esercizio come scuola. Lo avevano proposto anche per evitare la cementificazione del parco di via Nizza che de Pascale avrebbe voluto proprio allo scopo di realizzarvi un nuovo istituto scolastico. La scelta del Sindaco di costruirlo altrove si è rivelata totalmente sbagliata. Come ricordavamo: «La nuova costruzione, invece, ha pensato di effettuarla su un’altra area verde, in via Vicoli. Per molti motivi l’ipotesi è stata bocciata da ARPAE, costringendo la Giunta ad annullare anche questa ipotesi». Col risultato che la situazione in via Palestro è rimasta bloccata sino ad oggi senza che comunque una nuova scuola per quel quartiere sia mai stata costruita.

Confermiamo a due anni di distanza e con in mezzo un’alluvione la validità delle nostre conclusioni di allora che, anzi, ne vengono rafforzate: «Come Ravenna in Comune abbiamo sempre ritenuto possibile coniugare la riqualificazione degli edifici abbandonati con la tutela del verde e l’ascolto dei territori. L’esigenza di spazi per attività culturali non ha certo visto l’esaurimento dei bisogni durante il mandato di de Pascale. Invitiamo pertanto la Giunta a riconsiderare la decisione e procedere celermente alla bonifica del luogo con la sua riqualificazione. Solo qualora risultasse dimostrata l’impossibilità di una riqualificazione si dovrebbe, in alternativa, procedere al totale abbattimento con ampliamento degli spazi verdi. In ogni caso dovrà essere evitato sia il mantenimento dell’attuale situazione di degrado che la vendita del terreno consentendo l’edificazione di un nuovo inutile lotto residenziale».

La scelta, miope ma coerente con la svendita e la cementificazione del territorio da parte di Comune, Ausl e soci, è stata quella di lasciare libero spazio agli appetiti dell’immobiliare di turno. Tra l’altro ricavando molto meno di quanto l’Ausl Romagna aveva messo in preventivo per finanziare la costruenda palazzina del nuovo pronto soccorso di Ravenna. Il risultato dunque sarà opposto a quanto auspicavamo, senza nessun limite a costruirvi nuove case e casette poiché, come ricorda l’Ausl, la strumentazione urbanistica ravennate attribuisce all’area una “destinazione residenziale” senza ulteriori vincoli.

Ravenna in Comune torna a ricordare l’assoluta inutilità di costruire nuove abitazioni in un territorio che già oggi conta il 28,4% di case, ville e appartamenti iscritti a catasto che rimangono vuoti e inutilizzati. Ricordiamo inoltre come sia falso che il Comune sia vincolato alle possibilità edificatorie ereditate dagli strumenti di pianificazione vigenti: chiedere da parte dei costruttori è lecito ma la risposta da parte dell’Amministrazione dovrebbe essere un cortese “no”. In buona sostanza riproponiamo l’assoluta urgenza di dichiarare una moratoria rispetto a nuove autorizzazioni a costruire prima che giunga finalmente a modifica l’attuale pianificazione urbanistica di Ravenna.

[Foto del 7 dicembre 2023: l’ingresso della ex scuola primaria Nullo Baldini]

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Venduta l’ex scuola per infermieri: “Per finanziare il Pronto soccorso”

È una delle tante fonti che coprono i 9 milioni che servono per i lavorio di ampliamento del reparto. Negli ultimi otto anni, però, il valore dell’immobile è quasi dimezzato: da 874mila a 470mila euro

Fonte: il Resto del Carlino del 7 dicembre 2023

One comment to “NULLO BALDINI: NUOVE CASE AL POSTO DI UNA SCUOLA”
  1. Purtroppo non mi stupisco, d’altronde questo nella fattispecie è il frutto avvelenato del decreto De Lorenzo diventato legge nel lontano dicembre 1992 ed entrato in vigore il 1 gennaio 1993. Iniziava allora la scalata privatistica alla sanità pubblica e la controffensiva della rendita fondiaria attraverso l’acquisizione di aree ed immobili pubblici che il famigerato decreto consentiva di “alienare”. La Regione Emilia Romagna fu tra le prime regioni a volere applicare la controriforma sanitaria e se siamo arrivati nel 2017 ad avere una legge urbanistica regionale tra le più neoliberiste, tutto ciò non è casuale. Scrivo da Bologna e anche qui si “alienano” ex edifici scolastici a società immobiliari per aumentare cubature edilizie residenziali, al fine di mantenere alta la rendita fondiaria che è una rendita parassitaria, che fa aumentare i prezzi e anche l’inflazione. Un caro saluto a tutt* voi della redazione che mantenete una costante vigilanza.

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