L’INDECENTE CARTOLINA DEI LIDI RAVENNATI

All’inizio del mese abbiamo dovuto aggiungere la creazione di un lago, non previsto, tra spiaggia e pineta, all’elenco delle magagne che assomma il cosiddetto (dal Sindaco) “parco marittimo”. Parliamo del progetto per riqualificare gli stradelli retrodunali costieri che, potremmo dire, con facile battuta, fa acqua da tutte le parti. In occasione dell’ennesima scoperta di un altro difetto progettuale, rilevavamo che: «poiché ad oggi ancora nessuna risposta è arrivata dalla Giunta sui materiali impiegati per il sottofondo che risulterebbero composti da plastiche ed altri rifiuti, aggiungiamo anche l’argomento “allagamento stradelli” al cahier de doléances che faremo arrivare al Sindaco appena finita la stagione balneare e l’interruzione dei lavori». Per chi soffrisse della stessa patologia della Giunta ravennate, ovvero la smemoratezza cronica, rammentiamo che si tratta dei «cavi, accendini, tubi di plastica, reti, piastrelle rotte» messi in evidenza, dopo una puntuale denuncia di Italia Nostra, da una serie di servizi televisivi andati in onda su “mamma rai” tra marzo e aprile. Il giornalista impietosamente enunciava ad alta voce quanto le immagini mostravano: «le immagini parlano chiaro: in mezzo al materiale utilizzato per il fondo spuntano plastiche in quantità, laterizi, corrugati».

Ieri, sulla stampa, l’Assessora Del Conte ha ritenuto opportuno fornire quella che, per l’Amministrazione de Pascale, vorrebbe essere la fine della discussione: «I materiali relativi al frantumato presenti nel cantiere hanno certificati di prova e di laboratorio conformi alle corrispondenti norme vigenti. Su quei materiali sono stati effettuati campionamenti e analisi che hanno dato esito positivo».

Dunque, come Ravenna in Comune non possiamo aspettare la fine della stagione balneare per replicare. Usiamo le stesse parole che avevamo impiegato quando avevamo cominciato a “nasare” che la Giunta, lungi dal voler porre riparo al danno, avesse in mente di cavarsela con un paio di badilate di sabbia a coprire il tutto.

«Dalle parole dell’Assessora, sembrerebbe che la ditta si sia più o meno attenuta a quanto previsto dal capitolato dell’appalto. E questo, lasciatecelo dire, sarebbe forse ancora peggio di una cattiva esecuzione del lavoro. Come Ravenna in Comune riteniamo infatti del tutto inconcepibile che, in un’area come quella di cui si tratta, un progetto approvato dalla Giunta possa aver previsto l’impiego dei materiali che tutti hanno visto nei servizi televisivi che hanno giustamente messo alla berlina i lavori in corso. Parliamo di cavi, accendini, tubi di plastica, reti, piastrelle rotte, plastiche in quantità, laterizi, corrugati. Non è questione di certificazione o meno e nemmeno di “economia circolare”. L’Amministrazione de Pascale è in grado di capire che nessun progetto di cosiddetta riqualificazione può consentire di interrare rifiuti plastici vicino alla pineta? Se sono stati stesi materiali di quel tipo, vanno urgentemente tolti di mezzo».

È in corso un’indagine della Magistratura. Ma per quanto importante possa essere l’eventuale profilo penale, l’assenza di un reato non assolverebbe il comportamento irresponsabile della Giunta, ove si confermasse che ha previsto di sotterrare a due passi da spiaggia e pineta quello che l’Assessore Costantini ebbe a definire «materiale di riuso che può avere in percentuale anche degli scarti di altre lavorazioni edilizie». Una discarica in riva al mare come potrebbe rappresentare quella «nuova cartolina dei lidi ravennati» di cui il Sindaco ama riempirsi la bocca?

[nell’immagine: uno dei servizi del TG sulla vicenda dei rifiuti sepolti negli stradelli]

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Parco marittimo, i lavori non si fermano

Fonte: Il Resto del Carlino del 25 agosto 2023

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