“DELIBERA NR.140 DEL 1 FEBBRAIO 2021 DELLA GIUNTA REGIONALE EMILIA-ROMAGNA”….SAPETE COS’E’?

E’ semplicemente l’emanazione di una condanna a morte per i daini della Pineta di Classe e quelli di Lido di Volano, che ha ormai preso il nome di “Delibera Ammazzadaini”. 

A leggerla tutta c’è da rabbrividire. Il modo in cui si dichiara di voler perseguire una sorta di “soluzione finale” atta risolvere un problema di non definita matrice ed entità, quindi in toto discutibile, evoca nella formula e nelle modalità perfino soppressioni sistematiche di altra memoria.
Sì perché lo “specismo”, ovvero la convinzione secondo cui gli esseri umani sono superiori per status e valore agli altri animali e pertanto devono godere di maggiori diritti, viene recepito e applicato dalla Giunta Bonaccini, con spietata determinazione. Ovviamente non fa alcuna eccezione in questo, una “Coraggiosa” ben rappresentata in “Vice” nonchè nota ecologista (come ama definirsi) che risponde al nome di Elly Schlein.
Il 12 ottobre scorso, nell’aula regionale, la Consigliera Giulia Gibertoni, esponeva la propria interrogazione contro tale delibera, rimarcando l’insussistenza delle motivazioni che ne sono a capo. Conteporaneamente a tale intervento, all’esterno della Sede di Viale Aldo Moro, aveva luogo una pacifica manifestazione con le rappresentanze di: Animal Liberation, Clama, Oipa Ravenna, Italia nostra sezione Ravenna, Lav Bologna, Comitato Sì Aboliamo la caccia ed Anonymous for the voiceless.
Per voce dell’Assessore Alessio Mammi (PD), le motivazioni addotte da parte della Giunta, a giustificazione di tale delibera, vanno da una non meglio precisata “sicurezza pubblica” ai danni arrecati al comparto agricolo.
Non sappiamo esattamente cosa si intenda per “sicurezza pubblica”, ma di certo se si riferisce al contesto stradale, non si comprende come la stessa Regione, non aveva ritenuto necessaria l’installazione di dissuasori ed altre misure di contenimento a fronte di esigui episodi (dichiara la stessa) sul tratto incriminato. Per tratto incriminato, sembra intendersi quello dell’Adriatica SS16 Fosso Ghiaia/Savio e Viale dei Lombardi Savio/Lido di Classe. Trattasi di due rettilinei rispettivamente di 3,9 e 3,6 km di lunghezza, nei quali oltre alla carente segnaletica, l’unico autovelox presente in zona è in direzione nord all’ingresso di Fosso Ghiaia su un tratto con limite a 70 km/h, peraltro incomprensibile se parliamo di centro abitato.
Ora, non stiamo a scendere in dettaglio che cosa significhi in termini di incidenti e morti quel tratto di SS16,  ai quali si è provveduto dopo anni di battaglie, con la realizzazione della variante di Savio e l’apposizione di guard-rail a protezione del nucleo di Fosso Ghiaia, tuttavia è quanto mai singolare imputare rari episodi di attraversamento daini ancorpiù di reali incidenti, senza mettere in primo luogo in sicurezza (dagli stessi automobilisti), una tratto di strada attraversante un centro abitato. Riepilogando, ad oggi nessun abbassamento dei limiti di velocità, nessuna o quasi segnaletica di attraversamento selvatici, un solo insignificante autovelox in direzione nord. Passando a Viale del Lombardi invece, abbiamo un rettilineo di oltre 3 km in totale assenza di controllo. Per la verità, transitandoci si ha l’impressione di essere in una pista ausiliaria del “piccolo aeroporto” in zona denominato Ali di Classe. Tale rettilineo, che effettivamente affianca una delle aree occupate “abusivamente” dai daini, è percorso quotidianamente da veicoli, soprattutto nottetempo a velocità sostenute e senza che vi sia alcun tipo di dissuasore/limitatore di velocità, tantomeno autovelox. 
Ciò nonostante il numero degli incidenti per attraversamento daini registrati dalle autorità competenti è del tutto trascurabile. Quindi, sostenere che mandrie di daini (peraltro animali timidissimi avversi al minimo rumore), attentino alla sicurezza pubblica nonché stradale, in assenza di qualsiasi misura atta a garantire la sicurezza degli stessi automobilisti oltrechè dei daini, è quantomeno surreale se non risibile.

 

Più semplice invece è la questione dei presunti ingenti danni riportati dalle coltivazioni e al comparto agricolo ravennate in generale. Dunque vediamo: in provincia di Ravenna a sole 12 aziende (su 200), è stato consentito l’acceso ai fondi regionali per la difesa/risarcimento. In realtà non c’è stata alcuna richiesta danni, ovvero risulta che in 16 anni esaminati dal 2001 al 2016, su 11 di questi il danno è stato nullo, mentre per i rimanenti 5 anni, solo in 4 si sono verificati danni inferiori ai 2000 €/anno.

Ovviamente la Regione non porta sul tavolo della discussione/confronto con le associazioni ambientaliste ed animaliste, elementi concreti a supporto del cosiddetto piano di contenimento, ma a prescindere da tutto, intende avviare una operazione di eradicazione totale dai costi tuttaltro che definiti.  
Bene, questo è il quadro in cui la Regione Emilia Romagna o meglio la Giunta Bonaccini, intende dare corso alla Delibera 140. Ma per non nuocere all’immagine di un PD appena riconfermato a capo dell’Amministrazione ravennate con un invidiabile 30%, occorre agire in due modi: il primo è lo scaricabarile nei confronti di ISPRA che imporrebbe il piano di contenimento. Il secondo è quello di non abbattere direttamemte i daini nella Pineta di Classe (per non impressionare l’opinione pubblica ai danni del neoeletto), ma di trasferirli o meglio deportarli, in parte in aree remote cosiddette faunistico-venatorie denominate anche ATC, dove cacciatori iscritti (ovvero paganti) potranno poi effettuarne i “prelievi”….(bel termine).
Un’altra parte di daini (quelli giovani) invece saranno destinati agli allevamenti, per essere macellati e venduti a ristoranti e aziende agrituristiche. 
C’è infine una remota esigua parte che dovrebbe essere a disposizione di centri di accoglienza privati (a scopo ornamentale) su cui la Regione sta ancora lavorando per emettere i bandi contenenti le specifiche per l’accoglienza, che presumibilmente saranno di tale complessità e costo da scoraggiare chiunque.
Naturalmente, su tutto questo il pur zelante Assessore Alessio Mammi, non ha proferito alcun numero, tantomeno date di intervento.
E noi? Beh! Mica ci potevamo aspettare un commento dal nostro Sindaco Michele de Pascale, che ci ha abituati da sempre ai suoi silenzi conteplativi, su temi chiave della città quali: inquinamento, cementificazione e sfruttamento del suolo, subsidenza, sicurezza e morti sul lavoro, sanità, sicurezza urbana, viabilità, rifiuti e quantaltro…. D’altra parte tra cinque anni questi non saranno più problemi suoi.
Un’ultima parola sul concetto di specie aliene su cui la Regione ER, in forza ad alcune indicazioni UE, cavalca la linea di soppressione dei daini.
A prescindere dal fatto che non si hanno notizie da quanto tempo i daini siano presenti nella Pineta di Classe (si presume almeno 60 anni), i daini erano già presenti in Italia fin dal Neolitico, successivamente dopo essere stati sterminati e chissà da chi…sono stati reintrodotti o forse giunti spontaneamente dalla Turchia durante il Medioevo. Stranamente ISPRA considera autoctoni solo i nuclei di San Rossore e Castel Porziano, per cui tutti gli altri sul territorio nazionale dovrebbero essere teoricamente rimossi. 
Ora, fermo restando che la questione degli stravolgimenti ambientali ha un solo responsabile che risponde al nome di Homo Sapiens e fermo restando che dopo lo steriminio di specie autoctone, lo stesso ha provveduto ad introdurre a propria convenienza specie provenienti da altri territori (vedi cinghiali ungheresi, nutrie, scoiattoli grigi, lepri dell’Est, pappagalli ecc ecc.), la domanda è: sul piano etico e morale, possiamo concepire nella soppressione, non legata alla nostra sopravvivenza, una soluzione ad un finto problema?
Ci si chiede: se l’evoluzione del pianeta è stata attraversata da estinzioni di massa (manchiamo solo noi) e dalla colonizzazione di nuove specie, possiamo noi in piena crisi climatica impedire un nuovo processo evolutivo, il cambiamento degli areali, nuovi equilibri naturali?

 

Non è un tema filosofico, è il tema della nostra stessa sopravvivenza. 

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