PORTO D’ARMI

«Una vittoria dei lavoratori, del fatto che testimoniare per la pace», non solo a parole, «ma mettersi in gioco, ha effetti, non è indifferente». Così ha commentato Marcello Santarelli, segretario provinciale della Filt Cgil la notizia che la nave della compagnia israeliana Zim non caricherà a Ravenna un container pieno di armi. All’arrivo della nave, l’Asiatic Liberty, il 3 giugno nel porto di Ravenna, avrebbe dovuto essere caricato del materiale bellico (esplosivi) destinato al porto israeliano di Ashdod. La diffusione della notizia aveva fatto anticipare dai lavoratori portuali, interessati dalle operazioni di imbarco, l’intenzione di impedire il carico attraverso la misura dello sciopero. «I lavoratori del porto di Ravenna – pur consapevoli che il loro atto di testimonianza a favore della pace per i popoli israeliano e palestinese neppure lontanamente costituisca una azione risolutiva per la soluzione del conflitto – credono che fosse necessario ed ineludibile mandare un messaggio. L’unico modo per opporsi pacificamente alla guerra è prendere attivamente una posizione contro di essa, ogni volta che se ne abbia l’occasione» hanno dichiarato i sindacati.

Come Ravenna in Comune avevamo immediatamente espresso solidarietà ai lavoratori attraverso le parole del nostro consigliere comunale, Massimo Manzoli: «Nella realtà sconfortante di un conflitto che si prolunga da settantatré anni come quello israelo-palestinese, ogni gesto di opposizione alla guerra va salutato con convinzione e appoggiato in ogni modo. […] Per questo, come Ravenna in Comune, aderiamo all’iniziativa dei lavoratori portuali e alle altre manifestazioni di protesta e di pressione per una giusta pace in Palestina che si terranno nei prossimi giorni e nei mesi a venire». Pur nella consapevolezza che si tratta di una vittoria di alto valore simbolico ma che non impedisce di per sé l’eventuale partenza dei materiali attraverso un altro scalo, siamo estremamente contenti. Il fatto che i lavoratori portuali di Ravenna si siano pronunciati nello stesso modo dei portuali di Genova e Livorno per casi consimili, al di là delle diverse sigle sindacali, ci fa ben sperare per il futuro. Poiché per il passato molte volte armamenti sono stati imbarcati da Ravenna. Grazie dunque ai lavoratori della compagnia portuale e del Terminal Container per la decisione presa. «I lavoratori del porto di Ravenna sentono la responsabilità morale di fare quanto sia nelle proprie possibilità per testimoniare il proprio impegno a favore della pace e si rifiutano di essere in qualsiasi modo complici di quel tragico conflitto o della messa in pericolo del fragile cessate il fuoco in corso» avevano affermato i sindacati. Auspichiamo la stessa determinazione alla prossima occasione che, inevitabilmente, si presenterà.

Si era subito preoccupato, infatti, il Presidente della società di gestione del Terminal Container, l’ex vice Sindaco repubblicano Giannantonio Mingozzi: «con l’armatore Zim abbiamo un rapporto storico al quale teniamo in modo particolare». Mingozzi è presidente del Terminal Container perché nella ripartizione delle poltrone stabilita dall’alleanza a guida PD quella è considerata di pertinenza dei repubblicani. Prima di lui era toccato infatti a Luisa Babini, già segretaria provinciale del PRI. Sono proprio le istituzioni ravennati a non fare una bella figura, dunque. A parte le preoccupazioni del PRI non abbiamo sentito nessuna presa di posizione da parte del PD ed alleati per il coinvolgimento in un traffico militare con un paese in guerra da parte di una società a controllo pubblico come il Terminal Container Ravenna. Né le scusanti addotte da Sapir (nel cui gruppo è TCR) hanno fatto miglior figura. TCR non è certo l’unica impresa portuale cui è consentito la movimentazione di container in Italia, ma neanche nel solo porto di Ravenna (benché sia la più grossa). Nascondersi dietro presunte «ipotesi distorsive delle attività economiche delle quali gli operatori terminalisti potrebbero essere chiamati a rispondere nei confronti degli enti di controllo» pare sinceramente un esercizio di arrampicata sugli specchi. Né ci è parso di vedere assieme a noi rappresentanti dell’attuale maggioranza alla manifestazione di sabato scorso in Piazza Kennedy per una pace giusta in Palestina.

Insomma, è sempre facile parlare di pace in generale, più difficile metterla al primo posto nei fatti. Grazie a tutte e tutti coloro che restano coerentemente pacifisti tutti i giorni e non solo durante le cerimonie istituzionali.

[nell’immagine: la manifestazione per una giusta pace in Palestina di sabato 22 maggio in Piazza Kennedy a Ravenna]

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Carico materiale bellico al porto di Ravenna: sciopero lavoratori revocato, la nave non imbarcherà container contenenti armamenti

Fonte: RavennaNotizie del 25 maggio 2021

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