IL PAESC POTREBBE AVERE EFFETTO DIROMPENTE SULLE POLITICHE ENERGETICHE A RAVENNA CON LE MODIFICHE ACCETTATE

Gli emendamenti proposti al “PAESC: Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima del Comune di Ravenna”, condivisi dall’assessore Baroncini e poi votati dal gruppo Lista Per Ravenna, da Cambierà e dalla maggioranza, ad eccezione di un’abbastanza incomprensibile astensione del gruppo di Italia Viva, potrebbero avere un effetto innovativo e dirompente sul mondo dell’energia e delle politiche energetiche a Ravenna, se la Giunta seguirà pedissequamente quanto votato.

Infatti la versione del Piano proposta al Consiglio prevedeva in Premessa: «Gli impegni da assumere devono favorire l’integrazione delle azioni di mitigazione e di adattamento con l’obiettivo di riduzione del 40% del bilancio di emissioni di CO2 equivalente, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea».

Questa premessa ci è sembrata fin da subito poco coraggiosa. Siamo convinti che le nuove previsioni di riduzione della CO2 equivalente devono essere congrue alle nuove esigenze emerse in questi anni e alla mozione approvata dal Consiglio Comunale di Ravenna, massimo organi di rappresentanza della nostra Città. Per cui abbiamo proposto, tramite un primo emendamento, di modificare nel modo seguente: «Gli impegni da assumere devono  favorire  l’integrazione  delle azioni  di  mitigazione  e  di  adattamento  tali da attuare  ogni  sforzo  possibile per consentire che l’attuale obiettivo di taglio delle emissioni di CO2 del  40%  entro il 2030 possa essere innalzato ad almeno il 60% in relazione alle competenze del Comune di Ravenna e promuovendo un’azione politica verso Regione, Stato, come richiesto nella “Mozione per Dichiarazione di Emergenza Climatica” approvata nel Luglio 2019 (allegata al presente emendamento) dal Consiglio Comunale».

Il significato politico più importante sta nell’aver modificato la previsione da “riduzione del bilancio” a “taglio” (oltre ad aver portato la quota dal 40% al 60%), questo significa che un ipotetico impianto di stoccaggio CO2 sarebbe stato certamente utile per abbassare il bilancio ma poco potrebbe andare ad impattare sul “taglio” alle emissioni di CO2. Il Consiglio Comunale di ieri, accettando l’emendamento, da una parte ha messo una parola chiara sulla pragmatica inutilità di impianti che continuano a investire sul fossile giocando sul bilancio di CO2 (la famosa CO2 spazzata sotto il tappeto dei Fridays for Future) e dall’altra ha chiesto a grande voce che si inizi seriamente a investire su fonti che taglino le emissioni e non le nascondano.

Con il secondo emendamento, finalizzato a promuovere ed agevolare la nascita delle Comunità energetiche, e di autoconsumo, cercando anche l’eventuale coinvolgimento degli edifici pubblici approvato con lo stesso schema di voto, abbiamo voluto che l’Amministrazione si adoperasse per agevolare l’applicazione della Legge n.8 del 28 febbraio 2020, che permette di condividere da più soggetti l’energia elettrica prodotta da un impianto alimentato da fonti di energia rinnovabile, aprendo finalmente la strada agli impianti fotovoltaici sui tetti dei condomini.

Massimo Manzoli – Capogruppo Ravenna in Comune

Marco Maiolini – Capogruppo Gruppo Misto

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Gli ambientalisti tornano in piazza contro lo stoccaggio della CO2 a Ravenna

Fonte: RavennaNotizie del 10 dicembre 2020

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