CATEGORIE PROTETTE

Di solito con questo termine si intendono i lavoratori che, rientrando in determinate posizioni a cui il legislatore riconosce uno svantaggio, si vedono garantita una maggior tutela.

Ne proponiamo un uso allargato, aggiornato alle misure di contrasto alla diffusione del Covid-19.

Vista la gravità della situazione in cui ci troviamo, infatti, sono inibiti gli spostamenti al di fuori del Comune in cui si risiede. Uniche eccezioni: lavoro, salute e altri motivi consentiti dalle istituzioni competenti.

Come sempre avviene tutte le volte che una disposizione di divieto prevede un “tranne”, ci si deve aspettare che, dopo l’emanazione, intervengano i chiarimenti indispensabili a tracciare i confini tra “consentito” e “vietato” negli ambiti in cui ciò non è di evidenza immediata. Non è semplice e evidentemente si rischia sempre di scontentare chi non ricade nella categoria cui la deroga si applica. Non c’è quindi intento polemico, da parte nostra, nel riportare gli ultimi aggiornamenti in fatto di categorie protette e non.

Non sono categorie protette e, quindi, chi ha bisogno della loro opera non può oltrepassare i confini comunali per fruirne: servizi alla persona quali parrucchiere ed estetista e servizi rivolti al mezzo di trasporto quali carrozziere, gommista e autofficina. Ah, nemmeno le lavanderie. Non ci si può rivolgere al professionista di fiducia a meno che manchi totalmente la possibilità di ottenere quella tipologia di servizio nel proprio comune. «Tale orientamento trae origine dalla ratio delle disposizioni adottate sia in sede centrale che a livello regionale tese, in primis, alla salvaguardia della salute pubblica in un’ottica di bilanciamento con le esigenze primarie indicate nelle stesse disposizioni» riferisce la Regione.

Sono categorie protette, invece, i cacciatori. Per la tutela della categoria si è attivata infatti la Regione che ne dà notizia attraverso apposita informativa del 19 novembre:

«Via libera allo spostamento dei cacciatori dal territorio di un Comune a un altro, anche se appartenenti a Regioni diverse, per la prosecuzione dei piani di contenimento dei cinghiali, che causano gravi danni alle produzioni agricole, oltre a rappresentare una seria minaccia alla circolazione stradale e, soprattutto in questo momento, un possibile veicolo di diffusione della Peste suina africana. La precisazione arriva dalla Prefettura di Bologna, alla quale proprio ieri si era rivolta la Regione per una richiesta di chiarimento sull’interpretazione delle disposizioni che riguardano l’attività venatoria contenute nel Dpcm del 3 novembre scorso. Norme che hanno causato la sospensione dei piani di controllo faunistico per l’incertezza sulle regole da rispettare, suscitando la preoccupazione delle organizzazioni agricole.

Può quindi proseguire l’attività venatoria rivolta alla caccia al cinghiale che viene svolta, precisa la Prefettura, “non solo dai cacciatori di selezione, che agiscono singolarmente, ma soprattutto dai cacciatori in braccata, che agiscono in gruppi composti da un minimo di 15 ad un massimo di 40 persone, oltre ai cani limieri usati per la caccia al cinghiale, con nominativi di cacciatori e zone di competenza individuati da ciascun Ambito territoriale di caccia (A.T.C.) e approvati dall’Amministrazione regionale Servizi territoriali agricoltura, caccia e pesca competenti per ciascuna Provincia (S.T.A.C.P.)”. In questo caso sono consentiti gli spostamenti dei cacciatori dal territorio di un Comune all’altro, anche se si trovano in Regioni diverse, “tenuto conto della funzione che quest’attività venatoria mira a realizzare in termini di prevenzione e controllo sanitario della diffusione della Peste suina africana, unitamente alla tutela dell’agricoltura e della prevenzione degli incidenti stradali”. Tutto ciò, ovviamente purché l’attività sia dimostrata in modo adeguato e nel rispetto delle misure di distanziamento sociale contenute nel Dpcm del 3 novembre e nell’ordinanza regionale del 12 novembre.   

Il parere espresso dalla Prefettura di Bologna dà via libera anche all’attività di controllo faunistico svolta dai coadiutori sotto il coordinamento delle Polizie Provinciali purché autorizzati da ciascuna Polizia provinciale e sempre nel rispetto delle misure di distanziamento sociale».

Un consiglio. Sempre senza polemica. Non provatevi ad andare dal gommista a cui avete lasciato in deposito le gomme invernali per la loro sostituzione, se ha l’officina al di là dei confini del vostro Comune, mettendo il fucile in macchina. A voi vi tanano subito…

[la foto della Valle della Canna qui riprodotta illustrava il nostro articolo La battaglia di Canna del 7 novembre 2019: ennesimo caso in cui la lobby dei cacciatori che detta legge nella nostra Regione aveva imposto la riapertura della caccia per breve tempo vietata a causa dell’ecatombe di uccelli]

#MassimoManzoli #RavennainComune #Ravenna #Covid19

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Lo sfogo di una parrucchiera: “Salone anti-covid, ma le miei clienti non possono più venire” 

Fonte: RavennaToday del 22 novembre 2020

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Parrucchieri, estetisti, gommisti fuori dal proprio Comune: si possono raggiungere?

Fonte: RavennaToday del 17 novembre 2020

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Caccia, il governo dice sì alla Regione: ok a spostamento dei cacciatori tra Comuni per il controllo dei cinghiali 

Fonte: Regione Emilia-Romagna Notizie del 19 novembre 2020

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