LA PRIMA COSA BELLA – LA COMUNE DI FILETTO

Forse non è una vera comune ma ci è talmente piaciuto il titolo con cui è stata presentata su Il Resto del Carlino l’iniziativa di Alessandra Carini (e Marco Miccoli) nelle campagne di Filetto che l’abbiamo imposta anche qui. E non solo il titolo, ovviamente, ci è piaciuto ma l’intero progetto, il cui nome ufficiale è «Equidistanze, Residenze Artistiche 2020». È stato realizzato nei mesi di luglio e agosto in via Roncalceci 203 (una lunga strada piena di grandi case abbandonate) nel podere Schiavina una residenza artistica che ha ospitato 32 artisti da tutta Italia. Meglio di noi descrive questa esperienza la sua ideatrice in una intervista rilasciata a Elena Nencini per Settesere che riproduciamo di seguito:

Quante domande sono arrivate?

«Sono più di 80 le richieste arrivate da tutta Italia: ad aprile abbiamo fatto un bando on line, promosso dalla galleria, rivolto sia ad artisti già affermati che a studenti ancora in corso dell’Accademia di Belle Arti. Tra questi ne abbiamo scelti 20, gli altri 11 sono stati invitati direttamente, sono artisti con cui collaboriamo già da tempo».

Come si svolge la loro giornata?

«Non è una residenza accademica, non ci sono orari prestabiliti di lavoro, ognuno è padrone del proprio tempo. All’interno del casale dove sono ospitati c’è un laboratorio molto grande dove possono lavorare, anche se molti di loro preferiscono usufruire del parco dell’abitazione. L’unica regola che devono rispettare è il macro tema che abbiamo scelto: legato a quello che stiamo vivendo, alla pandemia, ai fatti di discriminazione accaduti negli Usa, alla reclusione, al distanziamento sociale. Ognuno li sviluppa con le proprie tecniche. Ogni sera c’è poi un momento di confronto, dove gli artisti esprimono dubbi, perplessità su quello che stanno facendo. Un continuo scambio, il lavoro viene seguito così passo passo. Inoltre ogni settimana c’è sempre un confronto professionale con l’esterno, come un curatore, un giornalista, un operatore culturale. La residenza dura due mesi dal 1 luglio al 31 agosto, gli artisti possono scegliere di restare minimo una settimana, massimo 10 giorni».

Come è nata questa idea?

«La Residenza d’artista non è un’idea nuova naturalmente, ma l’avevo in testa già da qualche tempo. Nel mio lavoro ne ho viste tante e pensavo che la casa in campagna fosse perfetta, con tante camere da letto, spazi ben divisi. E poi c’è stata la pandemia e ho pensato che sarebbe stata un’estate diversa dalle altre e poteva essere l’occasione per sostenere gli artisti in questo momento di grande crisi e la possibilità per me di conoscerne altri visto che le fiere sono chiuse. Le fiere sono momenti importanti per un gallerista. Quindi questo progetto è nato da un’idea vecchia, ma anche da una necessità.

Vorrei che proseguisse nei prossimi anni e non si fermasse a questo 2020».

Ce lo auguriamo anche noi.

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Equidistanze – Residenze Artistiche 2020: un progetto che permette agli artisti di continuare a fare arte, ospitati in un podere di campagna

Fonte: Ravenna Web Tv del 3 agosto 2020 il progetto di residenza artistica di Alessandra Carini

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A Filetto con «Equidistanze Residenze artistiche 2020» un confronto continuo

Fonte: Setteserequi del 26 luglio 2020 il progetto di Filetto

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