LIDO ADRIANO: IL CIMITERO DELLE BOMBE

Riportiamo testualmente dall’articolo di Federico Spadoni sul Corriere di Romagna di ieri: “A febbraio dalla sabbia ne sono spuntati 12. Il mese scorso altri 19. Ora, gli ordigni della Seconda Guerra Mondiale rinvenuti nella spiaggia di Lido Adriano in appena 400 metri di arenile e in soli 3 mesi, hanno superato la quota 60. Un numero che a memoria rappresenta uno dei più corposi ritrovamenti bellici avvenuti nel nostro territorio in anni recenti. A differenza dei meno pericolosi proiettili di mortaio recuperati il 21 aprile, gli ultimi reperti riemersi sono di dimensioni superiori: una bomba al fosforo è stata estratta e fatta brillare giovedì, a due giorni appena di distanza da un analogo ritrovamento. Motivo per il quale nel tratto di spiaggia compreso tra gli stabilimenti Giada Beach e Azzurra vige ancora l’ordinanza del sindaco che vieta categoricamente l’accesso”.

“Uno dei più corposi ritrovamenti bellici avvenuti nel nostro territorio in anni recenti” lo ha definito il giornalista. Quindi dovrebbe destare interesse superiore o almeno pari al famoso “bambino di un metro e mezzo” che a suo tempo venne prima scoperto nel Candiano e poi occultato nella Pialassa del Piombone. Così era stato definito in una famosa intercettazione telefonica la bomba. Per quella vicenda di dieci anni fa ci furono 9 indagati, 3 patteggiamenti e 3 condanne. Risultarono coinvolti appartenenti ad Enti pubblici (l’Autorità Portuale), ai servizi portuali (i Piloti del porto) e alle ditte incaricate di svolgere gli ultimi veri dragaggi del porto (tra cui la C.M.C.). Come emerse dall’indagine si trattava di un’operazione di spostamento di ordigni bellici fuori da ogni regola per non interrompere i lavori in corso.

E questa volta? Perché non si può certo attribuire tutto al caso: più di 60 tra bombe al fosforo, proiettili da cannone e da mortaio. Per di più di diversa fabbricazione: italiane, tedesche ma anche americane. Il giornalista formula alcune ipotesi:

“Non si sa se gli ordigni fossero sepolti da decenni e siano risaliti verso la superficie man mano che negli anni la spiaggia è stata movimentata a diversi livelli prima e dopo l’estate. Oppure se a portarli nell’arenile di Lido Adriano siano stati proprio i carichi di sabbia da riporto, direttamente riversati sulla riva tramite tubature di pescaggio posizionate al largo della costa. Più difficile invece l’eventualità che a scaricarli siano stati i camion di sabbia da cava, che oltre a rischiare potenziali esplosioni, avrebbero facilmente fatto riemergere quegli “intrusi” metallici. Ancora più remota l’ipotesi che qualcuno abbia deciso di sbarazzarsi di un numero così corposo di materiale, piazzandolo tra l’altro in diversi punti della costa, seppur a una distanza così concentrata”.

A queste si potrebbe aggiungere l’ipotesi formulata in rete da chi ha buona memoria e cioè che fino agli anni “60 del secolo scorso l’arenile di Lido Adriano era luogo di elezione per l’attività di brillamento di esplosivi di origine bellica da parte del nucleo di artificieri dell’Esercito. Oppure si potrebbe trattare di una ripetizione di quanto accaduto dieci anni fa. In questo caso il cimitero sarebbe stato approntato, però, proprio con l’intendimento che venisse “scoperto” e, soprattutto, smaltito a spese della collettività, tenendo indenne il cantiere o i cantieri di originario ritrovamento dai costi della bonifica.

Comunque sia, quello che più ci fa specie come Ravenna in Comune è il bassissimo profilo riservato ad una vicenda in cui il potenziale di pericolosità per la cittadinanza è con pochi paragoni. Di sicuro il “rumore” non è assolutamente paragonabile a quello che è stato lo scandalo del “bambino”. Vista la rilevanza dell’accaduto che, oltre tutto sta comportando l’inaccessibilità del tratto di spiaggia compreso tra gli stabilimenti Giada Beach e Azzurra, pretendere completezza di informazioni ci sembra il minimo.

Chiediamo pertanto a Sindaco e Prefetto di illustrare alla cittadinanza quanto ad oggi emerso dai rilievi in corso circa l’origine del problema e, soprattutto, di rassicurare circa il fatto che la situazione è sotto controllo nonché circa i tempi per la cessazione dell’emergenza. Verrebbe da dire che quando i virus allentano la presa è di nuovo il turno degli umani provocar danni…

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #LidoAdriano #cultura #bombe


Lido Adriano, lo strano caso della spiaggia dove spuntano ordigni

Sorgente: da dove arrivano 60 ordigni sulla spiaggia?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.