IL REGALO DI NATALE (PRIMA PARTE)

Cos’è Sapir? Chi la controlla? E di chi fa gli interessi?

Sono le domande che vengono in mente a leggere che il soggetto titolare, in esclusiva, dei diritti di proprietà su gran parte delle aree suscettibili di sviluppo portuale ne ha regalato quasi tre ettari all’Autorità Portuale.

Si sa che Sapir è un’eccezione nel mondo dei porti italiani. Mentre la più parte dei porti è stata realizzata dalla mano pubblica dello Stato attraverso enti pubblici appositamente costituiti per lo scopo, a Ravenna è andata diversamente. Prima è stata costituita la Sapir (1957), società di diritto privato e non ente pubblico, e poi è stata emanata la legge per realizzare il porto moderno (1961). La finalità è sempre stata quella di evitare che lo Stato, avendo destinato risorse della fiscalità ad un’opera pubblica, potesse mettere le mani sul porto.

La missione di Sapir è consistita nell’acquisizione con poteri pubblicistici dei terreni occorrenti per realizzare banchine, magazzini, depositi, ecc., nel sovrintendere alla costruzione delle opere portuali e nel trattenere nella propria “pancia” il più possibile a collaudo intervenuto. «Mission accomplished», volendo dirlo all’americana. Ancor oggi solo una stretta fascia di banchine lungo il canale è di proprietà demaniale e costituisce l’esigua dotazione dell’Autorità Portuale. Tutto il resto è in mano a privati e in particolare a Sapir per quanto riguarda i terreni ancora liberi.

Sapir è una società per azioni di diritto privato i cui azionisti sono in maggioranza pubblica (52% circa) e per la più parte (93% circa) detenuta da soli 7 soggetti. Il principale azionista è Ravenna Holding (partecipata da 4 comuni, tra cui quello di Ravenna è il più importante, con una quota del 77%, e dalla Provincia di Ravenna) con quasi il 30% e poi la Cassa di Risparmio (14% circa), la Compagnia Portuale (13% circa), la Camera di Commercio (11% circa), la Regione Emilia-Romagna (10% circa) e poi il Gruppo ENI e il gruppo PIR (entrambi con quote del 7,5% circa). Il restante 7% è suddiviso tra altri soci minori.

E, al di là delle percentuali, chi controlla Sapir dunque? Il Presidente e Amministratore Delegato di Ravenna Holding lo ha candidamente precisato durante il Consiglio Comunale dello scorso 17 dicembre: «Per quanto riguarda Sapir, visto lo statuto previgente e quello attuale, è pacifico che […] il ruolo dei privati, le maggioranze qualificate previste ora e prima dallo statuto, rendono pacificamente non presente un controllo in capo ai soli soggetti pubblici che non avrebbero neppure la possibilità di acquisirlo attraverso modifiche statutarie che, richiedendo maggioranze qualificate non acquisibili con i soli voti dei soci pubblici, naturalmente sarebbero ben difficili da ipotizzare». Dunque nessun controllo pubblico ed anzi un importante potere di condizionamento da parte dei soci privati.

La funzione di Sapir, oggi come ieri, è quella di garantire il controllo del porto. Non certo nell’interesse della collettività. Ricordiamo bene la reazione quando da parte dell’allora Presidente dell’Autorità Portuale (si era nel 2014) emerse l’intenzione di espropriare i terreni di Sapir occorrenti per la realizzazione del “progettone”: fu un crescendo di ululati sino alla cacciata di Galliano Di Marco, reo di aver messo l’approfondimento dei fondali davanti ad ogni altro tipo di interesse! E il controllo del porto passa attraverso il controllo dei terreni sui quali possono svilupparsi iniziative concorrenziali rispetto al mantenimento dello statu quo, alla garanzia che non verranno alterati i privatissimi interessi dei poteri forti. Quelli rappresentati nell’azionariato di riferimento di Sapir, appunto.

Ecco spiegato cos’è Sapir, chi la controlla e di chi fa gli interessi!

Quello che non si spiega da quanto sin qui emerso è perché Sapir abbia “ceduto gratuitamente” qualcosa di apparentemente vitale. Lo approfondiremo nel seguito di questo articolo.

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #portodiRavenna #Sapir #AutoritàPortuale

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Sapir cede all’Adsp area in Penisola Trattaroli. Servirà per la banchina del nuovo Terminal container. 

Sorgente: Regalo di Natale

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