RAVENNA: MECNAVI, 13 marzo 1987

Prima viene marzo e poi tocca a novembre.

Tutti gli anni ricordiamo i due più pesanti, per numero di deceduti, tra gli anniversari delle morti di lavoro che hanno colpito Ravenna. Prendiamo occasione da quei 13 morti della nave e da quegli altri 13 dell’elicottero per ribadire che la morte non può appartenere al mondo del lavoro.

Ci sono leggi che impongono l’assunzione di provvidenze per evitare che nel mondo del lavoro si realizzino infortuni. Però gli infortuni accadono. E spesso sono mortali.

L’ultimo caso di cui abbiamo parlato ha interessato due lavoratori di una impresa di Ravenna che sono rimasti feriti da una gru precipitata da una piattaforma. Un altro lavoratore, quello che conduceva la gru, è morto, intrappolato dentro la cabina.

Quando gli strumenti, le organizzazioni, i piani sono considerati un elemento di costo da comprimere per ridurre la voce “spesa” accadono gli “incidenti”.

Quando gli “incidenti” saranno considerati “omicidi” e “i responsabili” verranno chiamati “assassini” allora, forse, i morti e i feriti per cause di lavoro smetteranno di essere solo una voce da prendere in considerazione tra quelle che compongono un bilancio.

Per ora, come Ravenna in Comune, chiediamo che alle celebrazioni non facciano seguito solo corone e convegni ma la Giunta si impegni direttamente a mettere la sicurezza sul lavoro al vertice delle priorità in tema di lavoro. E visto che entrambe le due più gravi occasioni di celebrazioni concernono proprio il porto, ci domandiamo se sia stata data completa attuazione a quel “protocollo sicurezza” di cui il Segretario Territoriale della FILT-CGIL ancora 5 mesi fa denunciava le numerose criticità (* link)


#MassimoManzoli #RavennaInComune #ravenna
[illustrazione da Leonardo Guardigli, Mecnavi. Ravenna, 13 marzo 1987, 2008, pag. 39]

 


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Confermato per il secondo mandato. Ordine del giorno sul caso Sers. Preoccupa la situazione Setramar: «A rischio 350-400 posti»

Sorgente: Porto, Comi ancora segretario Filt: «Protocollo sicurezza non è pienamente attuato»

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