Reddito minimo comunale contro la povertà. La proposta di Ravenna in Comune

Di: Raffaella Sutter

La crisi del 2009 ha messo drammaticamente in luce la disoccupazione come realtà stabile del nuovo panorama produttivo. L’Europa ha più di venti milioni di disoccupati ufficiali, mentre l’Italia ha un tasso di disoccupazione superiore al 10% da anni, senza contare poi tutti coloro che non sono più conteggiati tra i disoccupati perché rassegnati a non trovare collocazione.
Per l’Istat la disoccupazione in provincia è passata da livelli attorno al 4% a livelli stabili attorno al 9% negli ultimi tre anni. Nello stesso periodo i livelli di servizi e garanzie sociali è costantemente diminuito sia in ambito locale che nazionale. Basta pensarci un attimo, la povertà non è mai un problema da discutere seriamente o da affrontare nel dibattito politico. Meglio una politica che si occupi dei propri affari e delle proprie beghe.
Ravenna in Comune invece vuole rimettere al centro i bisogni delle cittadine e dei cittadini in un momento di enormi difficoltà per tutti. Non pochi anche nel nostro territorio sono stati lasciati a casa mentre molti giovani non riescono a trovare una collocazione se non in mansioni malpagate, precarie e senza diritti.
Sicuramente si tratta di un problema che richiederebbe una risposta a livello di Governo centrale e a livello europeo. Però il Comune può e deve fare la sua parte, perché nel 2016 è essenziale garantire a tutte le ravennati e a tutti i ravennati livelli minimi di dignità e una vera difesa contro la povertà.
Per iniziare a fare ciò abbiamo pensato ad un reddito minimo comunale che eviti a chi non ha un lavoro o lo ha perso di evitare il rischio di cadere nell’indigenza. Si tratta di garantire un reddito che consenta di non cadere in percorsi socio-assistenziali e di perdita di autonomia ed autosufficienza, volto a garantire un percorso di reinserimento lavorativo. Una misura non dettata dall’emergenza ma che dovrebbe essere messa in campo stabilmente, fino a quando le istituzioni centrali (Stato e Regione) non intervengano con strumenti adeguati. E’ possibile introdurlo riorganizzando le diverse tipologie di erogazione di contributi oggi gestiti da Comune e da ASP quali contributi a sostegno del reddito delle famiglie di lavoratori disoccupati o sussidi ordinari o straordinari-
Il reddito minimo comunale deve essere accompagnato anche da altre scelte capaci di sconfiggere la povertà e di favorire la ricerca di un lavoro. In particolare è importante permettere lo spostamento sui mezzi pubblici con tariffe agevolate, così come avviene per i servizi sanitari e scolastici, mentre la casa è un diritto che va assolutamente salvaguardato tramite una nuova gestione dell’edilizia convenzionata e popolare. Lo scopo del Comune è permettere alla cittadinanza di avere un tetto sotto cui dormire non di favorire consorzi e interessi speculativi, e su questo va messo il massimo impegno.
L’insieme di queste politiche consentirà alla città di alleviare le proprie sofferenze, di redistribuire la ricchezza, di assicurare un minimo di benessere a tutte e a tutti. Il Reddito minimo comunale, infine, è anche un importante strumento per migliorare coesione e tranquillità sociale di Ravenna e aumentare i livelli di sicurezza
Fonte: Raffaella Sutter – Pagina Facebook 

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