Sull’immigrazione i volontari ci sono è l’amministrazione che manca

Domenica pomeriggio abbiamo assistito ad una benemerita iniziativa organizzata dalla associazione di volontariato musulmana Life di Ravenna e dalla Chiesa Valdese di Rimini e della Romagna. Alla mattina il culto cristiano evangelico celebrato dalla giovane Pastora della Chiesa Valdese all’ interno di un luogo di culto islamico ( una tenda berbera ) al pomeriggio un dibattito che ha visto la partecipazione di coloro che ogni giorno lottano per la dignità ed il rispetto dei tanti sventurati che fuggono da paesi distrutti dalla guerra, dalla miseria e dalla miopia di un’ Europa attenta molto ” al mercato ” e poco ” alle persone “. Gli Avvocati di Strada di Ravenna, la Casa delle
Culture di Scicli ( Rg ) i volontari riminesi di Educaid che hanno narrato storie di donne disabili di Gaza, emarginate fra gli emarginati. Una giornata che testimonia come tutti gli uomini possono vivere in pace ed in fraternità e che è solo la politica cialtrona e senza scrupoli che crea, con scienza e coscienza, odio e divisione. Per far fronte al problema è necessario che tanti soggetti dialoghino fra loro, Governo di Roma, Questure, Prefetture, Comuni, associazioni di volontariato laiche e non. Quello che come Ravenna in Comune abbiamo già avuto modo di evidenziare e’ l’ incredibile assenza della nostra amministrazione. I volontari ci sono e lavorano per cercare di dare un tetto ai migranti arrivati a Ravenna. Migranti del cui arrivo nulla sapevano il Sindaco e l’ Assessore Monti. Complimenti. Ad una destra xenofoba e razzista, risponde il silenzio di una amministrazione che dice di essere di sinistra ma in reltà non all’altezza di governare la città.

One comment to “Sull’immigrazione i volontari ci sono è l’amministrazione che manca”
  1. E’ vero, il rimpallo di compiti e responsabilità fra Amministrazione Comunale e Prefettura si traduce in una mancanza di decisioni, che comporta la permanenza di decine di persone all’addiaccio, senza la possibilità di dormire in un posto coperto (non dico caldo, ma almeno coperto), poter fare colazione, andare in bagno, vestire panni puliti. E la situazione per ora riguarda numeri irrisori, ma potrebbe diventare esplosiva perchè è assolutamente imprevedibile l’eventualità che arrivino “ondate” di ben altra consistenza. Va detto però che, purtroppo, la situazione non evidenzia solo l’assenza delle istituzioni, ma anche la scarsa sensibilità del tessuto sociale ravennate. E’ vero che alcuni volontari si sono attivati per offrire quel minimo di accoglienza che non faccia sentire quelle persone totalmente abbandonate a sè stesse, ma si tratta di qualche decina di attivisti, mentre la società ravennate potrebbe fare ben di più.
    Vi sono sedi di partito, chiese e strutture parrocchiali, case del popolo, strutture militari pressochè vuote e assolutamente sottoutilizzate. Nonostante le sollecitazioni che i volontari e le loro reti hannmo diramato, assai scarse sono state le risposte. Del tutto recentemente ARCI e Rifondazione hanno meritoriamente messo a disposizione loro spazi per lo stoccaggio e la selezione dei materiali, ma ancora senza adeguata risposta rimane il problema dell’alloggio d’emergenza.
    Si tratta non solo di fare pressione perchè le istituzioni facciano fronte, ma anche ricostruire un tessuto solidale che a Ravenna, in questo momento, lascia molto a desiderare.

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