La gestione del rifacimento della piscina da parte dell’Amministrazione comunale si rivela, sempre di più, un enorme buco nell’acqua dal quale il fondo che si intravvede non piace a nessuno tranne a de Pascale & soci. Cinque anni fa (cinque anni fa!), anzi di più, il 31 gennaio 2019 l’allora nostro capogruppo in Consiglio Comunale, Massimo Manzoli, scriveva: «Ieri sera alla sala Buzzi di Ravenna si è provato a fare il punto della situazione sul “project financing” di riammodernamento della piscina. È necessario fare un punto zero sulla situazione attuale. La piscina comunale di Ravenna è in gestione ad una società la cui concessione è scaduta il dicembre scorso. La piscina versa, però, in pessime condizioni. Il primo punto cruciale politico è questo: come è stato possibile arrivare a una situazione così tragica e drastica di una struttura comunale in concessione?».
Eravamo grosso modo a metà di quello che avremmo poi scoperto essere solo il primo di due mandati di de Pascale Sindaco. Ora, passati cinque anni abbondanti da quel momento e a pochi giorni di distanza dalle annunciate dimissioni di de Pascale, come siamo messi? E, intanto, è possibile rispondere a quella ormai datata domanda che ci ponevamo (noi, il resto dell’opposizione, le società sportive locali, l’utenza e la cittadinanza tutta)?
È chiaro da tempo che la responsabilità del degrado cade in capo a chi lo ha permesso e cioè chi ha amministrato in questi anni la città ed ha chiuso un occhio, anzi tutti e due, sulla piscina e la sua gestione. Ed altrettanto responsabile è l’Amministrazione a guida piddina della situazione in cui ci troviamo oggi, ben riassunta da un comunicato delle società sportive (il testo integrale è pubblicato sul nostro sito):
«Le società di nuoto hanno avuto svariati incontri con l’Amministrazione comunale a partire da giugno 2024, data nella quale si è appreso tra l’altro dello stravolgimento del Progetto di finanza con nuove condizioni di progetto per la realizzazione dell’intervento. Dette nuove condizioni hanno comportato la totale trasformazione degli impegni che l’Amministrazione comunale si era assunta nei confronti delle società sportive ed enti di promozione di realizzare un impianto del nuoto che venga incontro alle esigenze delle società sportive del territorio. […] A tali condizioni l’attività del nuoto viene mutilata di oltre due terzi dell’attività per almeno 15 mesi, sia per quanto riguarda il “nuoto libero” a favore della cittadinanza sia per i corsi di nuoto sia per l’attività agonistica, la pallanuoto, il sincronizzato, il pinnato, le attività di riabilitazione. Non sarà consentito peraltro lo svolgimento delle manifestazioni sportive nazionali ravennati (n. 6 all’anno) per almeno due anni; […] si aggiunge la notizia che chi gestirà la piscina al momento del completamento dei lavori sarà la Società Coopernuoto di Reggio Emilia che avrà condizioni di “monopolio” sull’attività corsistica ed agonistica, non permettendo più alle attuali società ed agli enti di promozione locali di continuare la propria attività cinquantennale. […] Per 25 anni il Comune di Ravenna mette a disposizione l’attuale piscina, finanzia con danaro pubblico l’intervento con 7 milioni di euro (come apparso sulla stampa locale del 31/10/2024) ed in ogni caso la gestione per circa € 700.000,00 annui per 25 anni. Ciononostante, viene nei fatti escluso ogni futuro al nuoto Ravennate […] Se tale definitiva scelta confermasse l’estromissione delle Società sportive e degli Enti di promozione sportiva, lo scrivente coordinamento delle società di nuoto si riserverà di intraprendere ogni azione ritenuta utile al fine di difendere l’attività del nuoto ravennate».
In tutta la nostra attività consiliare Ravenna in Comune si è confrontata con le società sportive ed abbiamo reiterato formale richiesta alla Giunta de Pascale perché le coinvolgesse nella “operazione piscina” sin dalla mozione che presentammo in Consiglio Comunale assieme a La Pigna e al Gruppo misto il 26 febbraio 2019. Ricordiamo le conclusioni che allora traemmo: «Dove possa una Giunta, incapace di sovrintendere alla manutenzione di una piscina esistente, trovare le capacità di realizzare un nuovo palazzetto dello sport è fonte di legittimo dubbio». Quel che ne è stato della vicenda “nuovo palazzetto”, ancora ben lontana da una sua conclusione, conferma quanto i dubbi fossero legittimi.
Ravenna in Comune è vicina alla cittadinanza e alle società di nuoto ravennati e biasima ancora una volta l’atteggiamento antidemocratico di de Pascale & co. che, per l’ennesima volta, ha disdegnato l’ascolto della popolazione scambiando le persone per sudditi.
#RavennainComune #Ravenna #piscina
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LA NUOVA PISCINA: ESCLUSE LE SOCIETA’ RAVENNATI
Le 14 società del nuoto Ravennate che usufruiscono della piscina comunale “Gianni Gambi”, riunite in un coordinamento unitario, sostengono che la nuova piscina comunale escluderà l’attuale mondo del nuoto ravennate che da oltre 50 anni si è profuso per dare un servizio integrale ai ravennati (dai corsi di nuoto, all’agonistica, alla pallanuoto, al pinnato, al salvamento, al sincronizzato, alle attività di riabilitazione). Il progetto di partenariato di finanza di Consorzio Arco Lavori mette di fatto fuori campo tutte le società e gli enti di promozione del nuoto ravennate, a favore di una società di nuoto di Reggio Emilia, la Coopernuoto. Le società di nuoto hanno avuto svariati incontri con l’Amministrazione comunale a partire da giugno 2024, data nella quale si è appreso tra l’altro dello stravolgimento del Progetto di finanza con nuove condizioni di progetto per la realizzazione dell’intervento. Dette nuove condizioni hanno comportato la totale trasformazione degli impegni che l’Amministrazione comunale si era assunta nei confronti delle società sportive ed enti di promozione di realizzare un impianto del nuoto che venga incontro alle esigenze delle società sportive del territorio. Doveva essere realizzata una prima vasca da 50 metri nella nuova area, acquisita dal Comune proprio per rendere attuabile il progetto senza comportare discontinuità all’attività del nuoto. Solo a giugno di quest’anno si è appreso che il progetto era stato rivoluzionato completamente, dando priorità alla vasca da 25 metri anziché quella da 50 metri, così disattendendo quanto più volte ribadito dall’Amministrazione comunale come già stabilito negli incontri precedenti con le società. A tali condizioni l’attività del nuoto viene mutilata di oltre due terzi dell’attività per almeno 15 mesi, sia per quanto riguarda il “nuoto libero” a favore della cittadinanza sia per i corsi di nuoto sia per l’attività agonistica, la pallanuoto, il sincronizzato, il pinnato, le attività di riabilitazione. Non sarà consentito peraltro lo svolgimento delle manifestazioni sportive nazionali ravennati (n. 6 all’anno) per almeno due anni (anche con l’azzeramento di ogni positivo effetto sul rilevante indotto turistico – recettivo per il mancato convergere di migliaia di atleti e relative famiglie in città). A questa imposizione (che rende non fruibile l’attività del nuoto a Ravenna per il periodo dei lavori) si aggiunge la notizia che chi gestirà la piscina al momento del completamento dei lavori sarà la Società Coopernuoto di Reggio Emilia che avrà condizioni di “monopolio” sull’attività corsistica ed agonistica, non permettendo più alle attuali società ed agli enti di promozione locali di continuare la propria attività cinquantennale. Ricordiamo fra l’altro che la Coopernuoto è una delle società antagoniste sia del nuoto agonistico che della pallanuoto ravennati: nei fatti Ravenna sparirà dal contesto natatorio nazionale, essendo di Reggio Emilia le squadre agonistiche di nuoto e di pallanuoto. Si tratterebbe ovviamente di una scelta, ma nei fatti verrebbe azzerata 50 anni di storia ravennate. Per 25 anni il Comune di Ravenna mette a disposizione l’attuale piscina, finanzia con danaro pubblico l’intervento con 7 milioni di euro (come apparso sulla stampa locale del 31/10/2024) ed in ogni caso la gestione per circa € 700.000,00 annui per 25 anni. Ciononostante, viene nei fatti escluso ogni futuro al nuoto Ravennate che diventa di fatto succursale di Reggio Emilia (che tra l’altro acquisisce la vasca da 50 metri Olimpionica non dalla stessa posseduta). Vogliamo ricordare che società sportive ed enti di promozione ravennati non sono soggetti con finalità commerciali, ma di sviluppo dell’attività sportiva natatoria per la cittadinanza. L’Amministrazione comunale negli incontri avuti, ha affermato che il Capitolato disposto dal Comune di Ravenna consentirebbe alle società sportive di mantenere la loro funzionale attività (come dal resto era stato assicurato nei vari precedenti incontri) mentre il Capitolato proposto dall’Appaltatore prevede una situazione opposta. Dobbiamo pertanto aspettarci che quanto affermato dal Comune venga confermato nei fatti. In caso contrario sarà evidente che l’Amministrazione comunale ha fatto valutazioni e scelte diverse. A seguito di richiesta dell’Amministrazione comunale, il coordinamento delle società di nuoto, in data 16/09/24 ha incontrato i rappresentanti del Consorzio Arco Lavori e la Presidenza di Coopernuoto, aperto a valutare la possibilità di collaborazione ed eventuali sinergie. Per contro ci è stato comunicato che l’intenzione di Coopernuoto sarà quella di avvalersi di tutte le “possibilita” e le “esclusività” che fornisce il Capitolato d’Appalto e quindi il contratto sottoscritto con il Comune di Ravenna. L’Amministrazione Comunale nel corso dell’incontro del 28 ottobre 2024, si è assunta l’impegno di incontrare nuovamente Consorzio Arco lavori e Coopernuoto. Riteniamo che l’incontro potrà svolgersi nell’immediatezza, trattandosi unicamente di questione giuridica e non politica riguardante la piena applicazione del Capitolato d’Appalto comunale (con un contratto del resto già sottoscritto – che non conosciamo) che, come afferma il Comune di Ravenna, salvaguarderebbe il nuoto ravennate. A questo punto sarà evidente la scelta che l’Amministrazione comunale intenderà adottare. Se tale definitiva scelta confermasse l’estromissione delle Società sportive e degli Enti di promozione sportiva, lo scrivente coordinamento delle società di nuoto si riserverà di intraprendere ogni azione ritenuta utile al fine di difendere l’attività del nuoto ravennate. Tra tali iniziative saranno avviate le pratiche per la costruzione di un impianto natatorio alternativo, al fine di continuare a svolgere l’attività, coinvolgendo non solo la cittadinanza del Comune di Ravenna, ma anche quella di altri comuni limitrofi nel territorio provinciale (anch’esse escluse dalla nuova gestione appaltata).
Ravenna, lì 31-10-2024.
Il Coordinamento delle Società del Nuoto Ravennate
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Parte il cantiere della nuova piscina e 14 società di nuoto attaccano il Comune