Ieri si è celebrata la giornata mondiale dell’ambiente. Il Presidente della Repubblica ha parlato di come la guerra in corso metta in discussione la «capacità di rispettare l’agenda degli impegni per contrastare il cambiamento climatico ed evitare, così, le ulteriori crisi umanitarie conseguenti». Sicuramente, diciamo noi, si sta utilizzando ad arte il conflitto per vincolarci al fossile come principale fonte di energia. Sicuramente non c’è limite alle fake news diffuse appositamente per di garantire ai pochi di riempirsi le tasche a discapito dell’interesse della collettività.
«Un uomo che dice bugie ai giovani dovrebbe essere imprigionato». È una frase attribuita a Lillian Hellman che, fra gli altri scritti, immortalò in Scoundrel Time (Il tempo dei furfanti) gli anni della isterica caccia ai presunti sostenitori del comunismo (e dell’URSS) nell’America degli anni “50 del secolo scorso. Un periodo in cui le falsità e la ricerca di nemici andavano per la maggiore negli Stati Uniti. Abitudine che, del resto, si è conservata sino ad oggi. E, anzi, si è diffusa in altri Paesi. Uno di questi è l’Italia e la stessa Ravenna dove, specie in campo ambientale, dilagano le menzogne.
Oggi ci occupiamo del rigassificatore. Quello che, nelle parole di Cingolani dei primi di marzo sarebbe stato indispensabile per superare il prossimo inverno e sarebbe stato installato già a metà di quest’anno (quindi, in questi giorni). Subito dietro a lui erano intervenuti i notabili ravennati: «Al largo del porto di Ravenna è già presente un terminale marino pronto per il trasporto a terra del gas e l’immissione nella rete nazionale di distribuzione». E c’è chi l’ha spacciata «come produzione di energia a chilometro zero». E comunque, sono seguite le rassicurazioni per chi ricordava i “no” che la città aveva pronunciato quando le era giunta la stessa proposta qualche anno fa: adesso è tutta un’altra cosa, è sicuro, lontano dalla costa, galleggiante e perciò provvisorio. Serve solo per «passà ‘a nuttata», poi si smonta tutto e si transita alle rinnovabili.
Tutte bugie. Ravenna in Comune ha denunciato subito la truffa: un pacchetto energia che pretende di vincolare il via libera al parco eolico AGNES con le peggio porcherie, dall’Angela Angelina alla discarica di CO2, al rigassificatore. Ora, uno dopo l’altro, si scoprono gli altarini.
Intanto i tempi. SNAM si procurerà due rigassificatori. Uno ce l’ha già, mentre per l’altro conta di chiudere gli accordi entro giugno. Per l’entrata in funzione Cingolani punta alla primavera 2023 per il primo, mentre «il secondo rigassificatore galleggiante dovrà entrare in funzione al massimo un anno dopo». 2024 dunque. Niente a che vedere con la risoluzione di una presunta emergenza per il prossimo inverno, dunque, per il quale si starebbero invece già effettuando stoccaggi di riserva (come avviene ogni anno).
La provvisorietà, poi, è un’altra menzogna. I rigassificatori galleggianti sono navi che verranno acquistate, non noleggiate. La prima, la Golar Tundra, è costata 350 milioni di dollari ed ha una vita operativa davanti di circa 20 anni. Un periodo bello lungo per quella che era stata presentata come soluzione emergenziale di breve durata. D’altra parte i costi, anche se verranno scaricati in bolletta, devono essere ammortizzati.
Al momento in cui scriviamo regna l’incertezza sulla destinazione del primo rigassificatore. Le localizzazioni previste sono Piombino o Ravenna, entrambe con una importante fetta di cittadinanza contraria. La differenza, che potrebbe pesare, è che a Piombino c’è la ferma contrarietà dell’Amministrazione locale mentre a Ravenna de Pascale è, come noto, per il “sì”, sentendosi prima di tutto chiamato a rappresentare gli interessi della lobby del fossile. Si è rivelata peraltro non corretta anche l’affermazione per cui a Ravenna sarebbe bastato attaccare una manichetta ed aprire il rubinetto. Ferma restando la necessità di un iter autorizzativo, infatti, non vi sono impianti già pronti ed occorrerebbe comunque prevedere tempi e costi per l’adeguamento o la realizzazione a nuovo.
Altra falsità è l’assenza di pericoli rappresentati dal rigassificatore galleggiante. Si tratta di impianti a rischio di grande incidente, della specie più pericolosa, i cosiddetti sopra soglia previsti dalla direttiva Seveso. Quello di Livorno, ossia l’impianto al largo costituito da una nave, infatti, è nella stessa lista dei depositi di esplosivi, e degli impianti a rischio chimico o petrolifero. A Ravenna, vale la pena ricordarlo, con l’entrata in funzione del deposito di GNL di fronte alle scuole di Marina di Ravenna, sono cresciuti gli impianti a rischio. Ad oggi nel Comune, quasi tutti in zona porto, sono 24 sopra soglia e solo 2 sotto soglia (ma comunque pericolosi). La lista è lunga e va da impianti che trattano il nitrato di ammonio (come quello esploso a Beirut) a depositi di combustibili, chimici, ecc. Complessivamente nella nostra provincia è concentrato il 5% di tutti gli stabilimenti italiani a maggior rischio.
E poi va ricordato come il gas non c’entri nulla con le rinnovabili. Sia quando viene bruciato, sia quando viene direttamente immesso in atmosfera, infatti, è importante sorgente climalterante. Proprio quella che dovrebbe essere abbandonata immediatamente per consentire ai luoghi come Ravenna di non essere sommersi dall’innalzamento del mare, come già la nostra costa sperimenta ogni anno. Nonché, ovviamente, per ridurre le altre conseguenze devastanti del cambiamento climatico.
L’ultima menzogna è quella che a Ravenna ci sarebbe una comunità coesa favorevole a qualunque schifezza venga proposta da Descalzi & C. Non è vero per il deposito di CO2, contro il quale un anno fa si svolse una grande manifestazione in Piazza Kennedy. Ma non è vero nemmeno per l’ampliamento delle estrazioni di gas al largo né per il rigassificatore. Come abbiamo più volte detto, se la lobby del riarmo e quella del fossile vanno a braccetto, la lotta contro il riarmo e contro la dipendenza dal gas è la stessa lotta. Ravenna in Comune è sia contro il riarmo che contro la dipendenza da fonti fossili ed a fianco di chi, e siamo sempre di più, pretende un nuovo modello di società pacifico e sostenibile perché basato sulle fonti di energia rinnovabile. Basta frottole. Questo Sindaco delle armi e delle trivelle non rappresenta affatto la volontà della maggioranza della cittadinanza.
[nell’immagine: la Golar Tundra]
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Snam, in arrivo la seconda gasiera e sarà destinata a Ravenna
Fonte: Corriere Romagna del 4 giugno 2022
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Golar Tundra, ecco la nave rigassificatrice per Ravenna