LA RESISTENZA DI PIAZZA FONTANA

Oggi ricordiamo la strage di Piazza Fontana. Ancora una volta, dopo 55 anni, riannodiamo i fili della memoria per riportare l’attenzione su quella che è stata definita la madre di tutte le stragi. Il 12 dicembre 1969 ci fu l’esplosione a Milano all’interno della sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana che uccise subito 13 persone e che causò poi la morte di altre 4 per la gravità delle ferite riportate, ferendo un centinaio di persone. Tre giorni dopo, all’elenco si sarebbe dovuto aggiungere il nome di Giuseppe Pinelli, precipitato dalla Questura durante gli interrogatori che seguirono al depistaggio di Stato che colpì gli anarchici invece dei fascisti. Mai come in questo caso i processi e le indagini hanno tenuto tra loro lontane verità giudiziaria e verità storica.

Più di cento morti si allineano in quella che dal 1969 al 1984 si chiamò “strategia della tensione”. Da parte di centri di potere dello Stato e frange della destra fascista attraverso l’uso terroristico della violenza si perseguì la destabilizzazione della vita civile per innescare una deriva politica in senso reazionario come risposta alla democrazia della Carta Costituzionale. Si cercò di devitalizzare la democrazia conflittuale che trovava le proprie radici nella Resistenza antifascista imponendo un regime autoritario di stretta osservanza atlantista a garanzia dell’asservimento della Repubblica. Quella deriva fu fermata allora grazie alla possibilità di mobilitare una resistenza popolare in cui la coscienza di classe consentiva di capire per cosa si stava lottando o cosa avesse valore.

Ora che quella capacità di resistenza è stata messa in crisi dall’accerchiamento neoliberista, gli obiettivi ultimi della “strategia della tensione” vengono pezzo a pezzo attuati in disprezzo dei principi costituzionali. Dall’altra parte della barricata non ci sono più “solo” elementi deviati del potere istituzionale, economico e militare coadiuvati dalla destra. Oggi tutte le forze politiche che praticano e predicano il neoliberismo e l’atlantismo sono attori della “nuova strategia” messa in opera dopo il “crollo del muro”. L’anniversario della strage di Piazza Fontana va ricordato riattualizzandone il significato nella comprensione dell’ordine delle cose del momento in cui si celebra. La lotta continua, dunque.

Ravenna in Comune lo sa e ha scelto dalla sua fondazione da quale parte della barricata situarsi. Centrodestra e centrosinistra stanno dall’altra parte. Chi, al di là delle storielle che racconta, si colloca al loro fianco dà continuità alla “nuova strategia” ed è nostro avversario politico indipendentemente da quanta “sinistra” metta nel proprio nome.

Ora e sempre Resistenza.

#RavennainComune #Ravenna #piazzaFontana

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Milano, corona e striscione per Pinelli in piazza Fontana

Fonte: ANSA del 29 novembre 2024

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